Italia
“Preso atto che le incertezze introdotte dalle recenti decisioni dell’Agcom rischiano di compromettere” la fattibilità del progetto di separazione della rete di accesso, Telecom Italia ha deliberato che, “prima di procedere ad ulteriori fasi implementative dello stesso, sia verificata la coerenza dei contenuti e del percorso regolatorio con le assunzioni alla base del progetto”.
Questa la decisione emersa dal cda cda straordinario indetto dalla società per esaminare l’impatto dei recenti provvedimenti dell’Autorità di Garanzia nelle Comunicazioni sul progetto di societarizzazione della Rete di accesso deliberato il 30 maggio.
Lo scorso 11 luglio, la società ha confermato di voler presentare ricorso contro la decisione di Agcom di ridurre i canoni di accesso wholesale alla rete in rame (ULL, bitstream e WLR), se fosse approvata dalla Commissione europea nella forma deliberata dall’Autorità italiana, che ha stabilito di abbassare i canoni ULL del 6,47% dagli attuali 9,28 a 8,68 euro, con una riduzione di 60 centesimi – come anticipato lunedì scorso da Key4Biz (Leggi articolo) – a fronte di una media ponderata dei principali Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), attualmente pari a 9,29 euro al mese.
Marcata anche la riduzione per il bitstream, che a seguito della prevista adozione del criterio dell’orientamento al costo in luogo del precedente meccanismo di retail minus, passa da 19,50 euro a 15,14 euro (- 22,36%).
Quanto al servizio WLR, il canone passa da 11,70 euro per il 2012 a 11,14 euro nel 2013 (- 4,79%).
La Commissione europea, intanto, ha fatto sapere di aver ricevuto da Agcom la notifica della proposta di decisione.
Stamani, intanto, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha diramato una nota per fare alcune precisazioni in merito alle interpretazioni “diverse e contrastanti” formulate da operatori, analisti ed esperti del settore sulla decisione di rivedere al ribasso i prezzi relativi ai servizi di accesso alla rete in rame per il 2013 (Leggi articolo Key4biz).
Nella nota, l’Autorità ribadisce la validità del suo operato, sottolineando di aver voluto, “con una decisione più rispondente ai costi effettivi…gettare le basi più opportune per una valutazione adeguata del progetto di separazione della rete per il quale continua a mantenere il giudizio globalmente positivo già espresso”.
Secondo le valutazioni di Telecom Italia, l’impatto della decisione Agcom sui conti della società ammonterebbe a circa 110 milioni di euro su base annua rispetto al 2012 e questo influirà sul percorso di societarizzazione della rete di accesso, “che la decisione di Agcom mette fortemente a rischio”.
Un parere, questo, condiviso anche dai piccoli azionisti dell’associazione Asati, secondo cui “…l’approvazione definitiva della delibera potrebbe indurre ad abbandonare il percorso intrapreso da Telecom Italia, oggi al vaglio dell’Autorità, con evidenti danni anche per la diffusione dell’offerta della banda ultralarga agli utilizzatori finali e quindi per la modernizzazione del Paese, in linea con gli obbiettivi posti dall’Agenda digitale europea e fatti propri dall’Italia con il decreto legge crescita 2.0”.