Cartello eBook, Apple è colpevole. L’azienda condannata per aver complottato con gli editori

di Raffaella Natale |

Il Tribunale di NY ha così deciso, informando che adesso si aprirà un nuovo processo per quantificare i risarcimenti dovuti dal gruppo di Cupertino.

Stati Uniti


Apple

Apple è colpevole d’aver violato le leggi antitrust. Così ha deciso il giudice federale di Manhattan, Denise Cote, chiamato a deliberare sul presunto cartello della compagnia americana con gli editori, volto ad aumentare i prezzi degli eBook (Leggi Articolo Key4biz). Seguirà adesso il processo che quantificherà il risarcimento dovuto dall’azienda alle parti lese.

“I ricorrenti – ha spiegato il giudice – hanno dimostrato che gli editori coinvolti avevano cospirato per aumentare i prezzi dei libri digitali al fine di eliminare la concorrenza e Apple ha giocato un ruolo chiave nel facilitare e mettere in atto questo complotto”.

 

La decisione – che l’avvocato di Apple Orin Snyder ha definito “un pericoloso precedente” – rappresenta una vittoria per il governo Usa e per diversi Stati che, secondo il giudice, hanno i titoli per presentare un decreto ingiuntivo.

 

La società, che non ha voluto rilasciare alcun commento in merito alla sentenza odierna, ha sempre negato le proprie responsabilità nella vicenda mentre gli editori – Harper Collins, Hachette, Macmillan, Pearson e Penguin  – hanno già patteggiato con il Dipartimento di Giustizia USA e con l’Antitrust Ue che aveva aperto un dossier sulla vicenda (Leggi Articolo Key4biz).

 

Dalle carte processuali sarebbe emerso chiaramente che l’obiettivo di Apple, dopo l’uscita del suo iPad, era di eliminare la concorrenza, in particolare Amazon, facendo lievitare i prezzi dei libri digitali.

 

Secondo il Dipartimento di Giustizia USA, gli editori ritenevano troppo bassi i prezzi fissati da Amazon per le novità e i best-seller, e l’accordo con Apple ha consentito di aumentarli fino a 14,99 dollari. 

La compagnia, allora guidata da Steve Jobs, ha lanciato nella primavera del 2010 l’iPad, da allora, “i prezzi della maggior parte degli eBook sono aumentati di oltre il 15%”, ha dichiarato, dati alla mano, l’avvocato del DoJ Lawrence Buterman davanti al tribunale di New York.

Buterman ha descritto, con dovizia di particolari, “lo schema messo in piedi da Apple” che ha, “scientemente e intenzionalmente aiutato” gli editori ad alzare i prezzi.

Ma per la difesa, invece, l’arrivo di Apple ha permesso che i prezzi medi di tutto il mercato si abbassassero.

 

Sempre di oggi la notizia che Apple ha lasciato cadere una causa contro Amazon per l’uso esclusivo del marchio “App Store“, di cui entrambe le società reclamavano la proprietà. Il giudice Phyllis Hamilton del Distretto settentrionale della California ha accolto la richiesta del produttore di iPhone e iPad. Kristin Huguet, portavoce di Apple, ha dichiarato: “Con oltre 900.000 applicazioni e 50 miliardi di download, i consumatori sanno dove possono acquistare le loro applicazioni preferite. Quindi – ha continuato – non vediamo più la necessità di proseguire la nostra causa contro Amazon”.

 

 

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n�nsп�ӊ-spacerun:yes’> articoli tratti da giornali online e siti d’informazione (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il presidente dell’Agcom ha citato anche la Legge tedesca sul diritto d’autore, cosiddetta Lex Google, in base alla quale gli editori avranno il diritto esclusivo sulla pubblicazione dei loro contenuti a fini lucrativi, fatto salvo l’utilizzo di singole parole o di brevissime porzioni di testo (Leggi Articolo Key4biz).

 

In tutto questo, ha indicato Cardani, non si può non tener conto del consolidamento dei modelli di business degli OTT, “di fatto non assoggettabili né al quadro normativo delle comunicazioni elettroniche, né a quello dei servizi di media audiovisivi”.

 

Il tema della disciplina di questi nuovi attori, ha osservato il presidente dell’Agcom, difficilmente catalogabili nelle attuali classificazioni regolamentari sarà inevitabilmente al centro del dibattito internazionale nei prossimi anni e orienterà le iniziative del Legislatore europeo e delle Autorità nazionali.

 

A tale riguardo, ha concluso Cardani, “la natura convergente dell’Autorità e la possibilità per la stessa di rapportarsi con interlocutori istituzionali e di mercato dell’intero comparto allargato delle comunicazioni la collocano in una posizione privilegiata sui temi di attualità regolamentare”.

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