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In occasione della prossima riunione del Cda Rai, il direttore generale, Luigi Gubitosi, proporrà il rinnovo della concessione pubblica. Lo ha annunciato lo stesso direttore nel seguito dell’audizione davanti alla Commissione di Vigilanza (Leggi Articolo Key4biz). Gubitosi ha spiegato che lo schema di riferimento guarda all’esperienza della BBC, la Tv pubblica inglese, pur essendoci scambio di opinioni anche con altri servizi pubblici. In ogni caso la data di avvio dell’eventuale nuova concessione pubblica da parte dello Stato sarà il 2016.
Nei giorni scorsi s’era infatti parlato della possibilità di affidare la concessione del servizio pubblico ad altri operatori, diversi dalla Rai (Leggi Articolo Key4biz).
Sull’argomento è anche intervenuto il Viceministro Antonio Catricalà che, in audizione alla Commissione Cultura della Camera, ha chiarito che “Prima della scadenza, il Parlamento dovrà prendere una decisione, consapevolmente. Non esiste, infatti, la possibilità di un eventuale rinnovo automatico della convenzione”.
“Bisogna avere le idee chiare sul da farsi, altrimenti ci sarà il caos” con possibile intervento della Corte dei conti sull’eventuale attribuzione a soggetti privi di titolo (Leggi Articolo Key4biz).
“Non intendiamo togliere la concessione alla Rai“, ha puntualizzato Catricalà, ma essere da stimolo affinché la Rai sia “più efficiente e moderna come servizio pubblico“.
Effettivamente i dati, specie quelli presentati oggi dal Dg sulla radio, non sono affatto confortanti e forse una risposta allo sconcerto è data dallo stesso Gubitosi quando dice che il numero di testate Rai “si è incrementato negli anni scorsi non sempre per nobili motivi”.
Nel 2012 la radio ha avuto ricavi per 36 milioni di euro, 5 derivanti dal canone e 31 dalla raccolta pubblicitaria, 11 milioni in meno rispetto al 2011.
Ma i costi, e che qui arriva la parte più drammatica, ammontano a 117 milioni, di questi la voce più significativa è rappresentata dal personale con 770 dipendenti e 72 milioni di uscite.
Passaggio di Gubitosi poi sulla presenza della Rai in internet, per dire che “il web è stato uno dei punti deboli ma stiamo recuperando e l’11 luglio presenteremo un piano web al Consiglio di amministrazione”.
“Rivedremo l’offerta – ha spiegato- nell’ottica di realizzare una multipiattaforma. Ragioniamo anche sulla possibilità di fornire contenuti premium anche a pagamento. Finora la Rai non aveva valorizzato i suoi prodotti sui siti web forse perché ne ha troppi. Mi aspetto risultati a breve, vedo ottimi progetti. Il web è una priorità “. La proposta sarà quella di creare un sito unico.
La Rai, ha poi annunciato, dopo la politica di esodi avvierà a breve una stagione di assunzione di giovani giornalisti, sempre nelle sedi regionali: “Con uguale ragionamento stiamo procedendo anche con il personale tecnico”.
Stamani, intanto, è stata siglata l’intesa tra la Rai e organizzazioni sindacali per regolare l’uscita di 600 risorse, entro il 31 dicembre 2013, attraverso l’esodo volontario, il meccanismo di accompagnamento alla pensione e il ricorso alla legge 223/91.
L’intesa, si legge in una nota di viale Mazzini, completa una parte importante del piano industriale varato dalla Rai. Gli interventi consentiranno di procedere così a un ricambio del mix occupazionale, mediante l’inserimento di nuove professionalità, l’anticipazione del programma di stabilizzazione dei precari e una diversa regolamentazione dei collaboratori con contratto atipico, al fine di adeguare le competenze del personale in funzione delle esigenze editoriali e di innovazione tecnologica.
Il piano prevede, infatti, anche l’ingresso di 200 giovani per concorso con contratti di apprendistato e stabilizzazione dei precari. Anche i nuovi giornalisti verranno assunti attraverso concorso nazionale, la scuola di Perugia e la stabilizzazione anticipata dei precari.
Tornado all’audizione in Vigilanza, su Isoradio, il Dg ha sottolineato che “è una testata che va rafforzata e rilanciata e deve fare molto di più di quanto abbia fatto finora”, ricordando anche la recente interruzione del contratto con la Rai da parte del ministero dei Trasporti e i recenti sforzi per migliorare il servizio, per esprimere infine l’auspicio di ‘inaugurare presto il servizio su Roma e provincia’.
Ha usato parole molto accese Augusto Minzolini (Pdl), ex direttore del Tg1, contro Gubitosi nel suo intervento in Vigilanza, accusando il Dg Rai d’aver un atteggiamento di critica nei confronti della politica.
“Non è stata la cicogna o un gladiatore” ad aver portato Luigi Gubitosi alla direzione generale della Rai, ha precisato Minzolini, “anche la sua è una nomina frutto di una determinata stagione politica”.
Minzolini ha sostenuto che a Gubitosi “manca l’aplomb del manager pubblico“, e l’ha accusato di aver “dipinto in termini quasi entusiastici i risultati della sua gestione“, fornendo quindi dati sugli ascolti Rai.
Minzolini ha parlato di perdite di share nel primo semestre del 2013 e di alcune trasmissioni che si sono rivelate dei veri flop come “Tutto Dante” e “La grande storia”. Per l’ex direttore del Tg1, “è vero che si tratta di perdite limitate ma da chi si è presentato qui come il Messia ci si aspetterebbero altri risultati“. Minzolini ha poi fatto riferimento alla mancanza di pluralismo in Rai.
Pronta la replica di Gubitosi: “La multa più alta ricevuta dalla Rai per infrazione al pluralismo è stata quella presa dal Tg1 negli anni scorsi sotto la sua direzione: 350mila euro. Da questo punto di vista siamo migliorati, la Rai non ha più avuto multe per infrazione del pluralismo”.