Europa
Washington non ha ancora fornito le spiegazioni chieste dai paesi europei in merito alle attività di spionaggio effettuate dalla National Security Agency sulle comunicazioni online. Ma i chiarimenti “non tarderanno ad arrivare”: è quanto ha affermato il ministro degli Esteri, Emma Bonino, intervenendo a nome del Governo sui rapporti con gli Usa in materia di gestione delle informazioni davanti alle Commissioni riunite Affari Costituzionali, Esteri e Difesa di Camera e Senato, sottolineando che “…il caso Datagate va affrontato con risolutezza ma non strumentalizzato“.
“Le rivelazioni di Edward Snowden hanno imposto nell’agenda dei rapporti internazionali un caso complicato e tutti attendono risposte esaustive dalle autorità americane che al massimo livello le hanno assicurate”, ha affermato il ministro, sottolineando come in gioco non vi sia solo “il diritto alla privacy ma il anche rapporto di fiducia tra alleati e gli Usa – ha ricordato – per l’Italia sono il principale alleato”.
Preservare questo rapporto di fiducia, secondo la Bonino, “è di massimo interesse per entrambe le parti e i chiarimenti rispondono prima di tutto a questo obbiettivo”.
Dopo aver ricordato che il Governo italiano ha chiesto immediatamente delucidazioni attraverso i canali diplomatici, Bonino ha ribadito che “non vi è stata alcuna forma di partecipazione o informazione dell’Italia” nei programmi di monitoraggio delle comunicazioni telefoniche e internet.
“La vicenda fa parte degli strumenti con cui gli Usa hanno ritenuto di dover tutelare la loro sicurezza” e questa secondo il ministro è una “dimensione che non ci può sfuggire perché la nostra sicurezza è collegata a quella degli Usa”.
Certo, ha aggiunto, “Ci sono gli eccessi di una prassi diffusa, non nuova, e che non riteniamo giustificata. Il punto decisivo è capire cosa effettivamente prevedano i due programmi dobbiamo verificare quali garanzie e tutele vengono assicurate ai cittadini e alle diplomazie straniere”.
Fondamentale, soprattutto in un momento di turbolenze che corrono dalla Turchia all’Egitto investendo tutta l’area del Mediterraneo, “evitare divisioni tra la Ue e gli Usa per speculazioni giornalistiche senza prove” e non mettere in pericolo i rapporti transatlantici.
Ieri il ministro ha affrontato l’argomento con l’ambasciatore americano in Italia, David Thorne, a cui è stata ribadita la necessità e la determinazione del nostro paese “ad avere al più presto tutti gli elementi e le chiarificazioni” sul caso.
Ma in nessun caso, ha sottolineato oggi, bisogna pregiudicare i rapporti transatlantici o permettere che il caso Snowden si ripercuota sui negoziati sui negoziati per il trattato di libero scambio.
Negoziati che, ha confermato il ministro, prenderanno il via lunedì prossimo e son o da considerarsi essenziali anche in un’ottica di ripresa economica e degli investimenti.
Nei giorni scorsi, il presidente francese Francois Hollande aveva chiesto il rinvio delle trattative, indignato per le notizie sulle attività di spionaggio dell’intelligence Usa, e chiesto l’avvio di una ‘discussione’ con gli Usa sul Datagate.
Ieri, nel corso di un colloquio telefonico col cancelliere tedesco Angela Merkel, Obama ha assicurato che gli Usa “prendono sul serio” le preoccupazioni degli alleati europei.
Riaffermando la necessità che i rispettivi servizi di intelligence continuino a collaborare “nella lotta al terrorismo e alle altre minacce alla sicurezza degli Stati Uniti, della Germania e degli alleati“, i due leader hanno quindi ribadito il loro “forte sostegno all’apertura dei negoziati per l’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Unione europea”.
Nessun rinvio, dunque, ma Hollande è stato in parte accontentato: i negoziati partiranno come previsto il prossimo 8 luglio e, entro quella data saranno anche avviati due gruppi di lavoro paralleli – uno negli Usa-Commissione e uno nella Usa-Stati membri – che affronteranno, rispettivamente, le questioni legate alla privacy e alla protezione dei dati e le attività di raccolta di informazioni per fini di intelligence, così come proposto dal procuratore generale Eric Holder e come chiesto anche dalla Commissione europea.
“L’Italia – ha affermato oggi il ministro degli Esteri – intende partecipare attivamente a questo gruppo e svolgere un ruolo attivo e rilevante”.
Per quanto riguarda la richiesta di asilo politico di Edward Snowden, “non sussistono le condizioni giuridiche né politiche per rispondere positivamente alla richiesta”, che doveva essere presentata alla frontiera o sul nostro territorio ma è arrivata, invece, via fax alla nostra sede diplomatica in Russia.
Respinte, infine, al mittente le accuse della Bolivia sulla mancata autorizzazione al sorvolo all’aere del presidente Evo Morales, bloccato poi per 13 ore all’aeroporto di Vienna (Leggi articolo Key4biz).
“Intendo precisare che il 28 giugno è arrivata richiesta di sorvolo dello spazio nazionale. Il 29 è stata autorizzata ma alle 21:00 del 2 luglio la sala operativa del comando operazioni aeree veniva informata del diniego dell’autorizzazione da parte di Francia, Spagna e Portogallo. Alle 21:17 veniva rilevato che l’aereo con a bordo il presidente Morales era diretto a Vienna. Come da regolamento è quindi decaduta la richiesta di sorvolo. All’1:20 la Francia ha riconcesso l’attraversamento dello spazio aereo e l’Italia il 3 luglio ha immediatamente concesso autorizzazione al sorvolo”.
Ieri, nel corso della conferenza stampa seguita al vertice sul lavoro a Berlino, il presidente della Commissione Ue, presidente Jose Manuel Barroso ha sottolineato che “l’accordo sui trattati di libero scambio è nell’interesse sia degli Usa che dell’Ue, ma in parallelo è anche importante rispondere alle preoccupazioni espresse dai paesi” sulle attività di monitoraggio.
Oggi, intanto, con una risoluzione adottata con 483 voti a favore e 93 contrari, l’Europarlamento “ha condannato con forza lo spionaggio delle rappresentanze dell’Unione europea”. Se le informazioni in questo senso fossero confermate, questa vicenda “sarebbe di natura tale da incidere sulle relazioni transatlantiche”.