Telecom Italia-3: tra i due litiganti spunta Wind? Occhi puntati sul cda di domani

di Alessandra Talarico |

I cinesi di Hutchison attendono di sapere cosa verrà deciso domani, ma intanto sembra non stiano con le mani in mano, desiderosi di proseguire con la loro strategia di acquisizioni nel vecchio continente.

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La volta buona doveva essere l’8 maggio, anzi no, il 23, o forse, meglio il 5 giugno. Nemmeno. E probabilmente anche il cda di domani passerà senza che nulla di più concreto si sappia sull’esito delle trattative tra Telecom Italia e 3 in merito al processo di integrazione tra le due società.

I negoziati, pur in un mercato in pieno fermento e considerato dagli osservatori ‘maturo’ per il consolidamento, sono in stallo, incagliatesi – secondo alcuni analisti – nelle valutazioni poco realistiche di Hutchison Whampoa sul reale valore della sua divisione combinata con Telecom Italia, oltre che sull’incertezza del contesto regolamentare e dei possibili paletti antitrust a un’operazione che concentrerebbe il 44,6% degli utenti wireless del paese.

 

Telecom Italia, tramite un portavoce, manda a dire che il cda di domani “sarà aggiornato dal management sullo stato del confronto con il gruppo cinese e in quel momento prenderà una decisione adeguata” e che “qualsiasi altro commento o rumor è da considerare infondato”.

I cinesi di Hutchison attendono di sapere cosa verrà deciso domani, ma intanto sembra non stiano con le mani in mano, desiderosi di proseguire con la loro strategia di acquisizioni nel vecchio continente dopo che la settimana scorsa hanno acquisito O2, la divisione irlandese di Telefonica, per 780 milioni di euro e prima ancora avevano conquistato Orange Austria.

Il gruppo di Li Ka-Shing è stato dato spesso molto vicino anche a un’offerta su Wind, considerando che le sinergie tra i due gruppi potrebbero essere anche superiori rispetto a quelle generate dall’integrazione con Telecom Italia. E nuovi rumors sono circolati in questi giorni, alimentati proprio dall’indecisione della società guidata da Franco Bernabè.

Ma il terzo operatore italiano – che fa capo ai russi di Vimpelcom – già in passato aveva respinto le avances di H3G e difficilmente le prenderebbe in considerazione oggi, dicono in molti, anche per via di contrasti di governance che si verrebbero a creare con una gestione russo-cinese. Ma chissà.

Il mercato italiano, così come il contesto europeo, del resto, sono sempre più sensibili ai temi del consolidamento: la possibilità di ridurre il numero di operatori attivi in ogni paese sarebbe funzionale alla crescita dei ricavi e, quindi, alla ripresa degli investimenti nelle infrastrutture di nuova generazione.

 

E difatti il titolo di Telecom Italia sconta anche oggi come ieri i timori legati al rallentamento delle operazioni di riorganizzazione del gruppo: con il titolo che perde intorno all’1%.

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