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L’esercito egiziano ha preso il controllo della tv di Stato nel centro del Cairo, in attesa della scadenza dell’ultimatum dato al presidente egiziano Mohammed Morsi per risolvere la crisi. Secondo alcune informazioni, il personale non coinvolto in programmi in diretta ha evacuato l’edificio. Le forze armate hanno precisato di non aver indicato alcun orario per comunicati o discorsi. In precedenza, fonti militari avevano detto che avrebbero diffuso una nota dopo che l’ultimatum era scaduto.
I militari hanno incontrato nel frattempo il rappresentante dell’opposizione Mohammed ElBaradei e altri esponenti religiosi e dei partiti islamici, fra cui i Fratelli Musulmani, mentre migliaia di manifestanti sono di nuovo in piazza Tahrir per chiedere le dimissioni del presidente islamista. Altre manifestazioni contro Morsi sono in corso ad Alessandria e a Port Said, mentre i sostenitori del capo dello Stato sono radunati sulla piazza Rabaa al Adawiya, sempre nella capitale.
Se il presidente Morsi non accoglierà le richieste della popolazione entro il termine fissato, i militari hanno detto che imporranno una loro ‘roadmap‘, che secondo la stampa egiziana prevedrebbe un periodo di transizione sotto lo stretto controllo delle forze armate e la sospensione temporanea della Costituzione.
Intanto, nel primo pomeriggio, anche il ministero degli Interni egiziano ha avvertito in un comunicato che risponderà con “fermezza” a qualsiasi atto di violenza.
Intanto uno dei portavoce di Mohamed Morsi ha detto che il presidente egiziano ritiene che meglio morire “in piedi” difendendo la legittimità del proprio ruolo piuttosto che essere condannati dalla storia, distruggendo le speranze degli egiziani per la democrazia.
Il portavoce di Morsi, Ayman Ali, ha detto a Reuters che nel discorso della scorsa notte alla nazione il presidente ha respinto le richieste di dimissioni per “difendere il sistema democratico”.
Il primo segnale concreto dello stato di tensione nel quale vive la città, è stato dato ieri notte, subito dopo il discorso di Morsi in televisione. All’Università del Cairo dove stavano svolgendo una manifestazione a favore del presidente, i Fratelli musulmani sono stati attaccati da bande armate. Gli scontri, sporadici, sono continuati nell’immensa area di Giza, fra il centro del Cairo fino alle piramidi. Ci sarebbero stati 23 morti e decine di feriti. E molto peggio potrebbe succedere questa sera, allo scadere dell’ultimatum.