Mondo
Nuovo cambio nella policy di Facebook, che accoglie le richieste degli inserzionisti che hanno espressamente richiesto al primo social network del mondo di non voler più vedere le loro pubblicità pubblicate anche su pagine a contenuto pornografico o offensivo, pena la sospensione delle campagne.
L’azienda di Mark Zuckerberg sul blog ufficiale ha spiegato: “Il nostro obiettivo è di mantenere la libertà di condividere su Facebook, ma anche di proteggere persone e marchi da alcuni contenuti”.
La mission, ha indicato il gruppo americano, è quella di “limitare l’apparizione di pubblicità accanto a pagine o Gruppi che postano contenuti violenti, offensivi o a carattere sessuale“.
Inizialmente il filtraggio dei contenuti avverrà in modo manuale, ma nelle prossime settimane Facebook offrirà un sistema automatico in grado di bloccare o rimuovere le pagine ritenute offensive.
“Prima di apportare questa modifica – ha spiega l’azienda – una pagina dedicata alla vendita di prodotti per adulti poteva avere sul lato destro delle inserzioni. Adesso, accanto a contenuti di questo tipo, non ci saranno più annunci pubblicitari”.
Una decisione, quella presa della società di Zuckerberg, necessaria non solo per ragioni di tipo sociale, ma soprattutto economico, visto che nei mesi scorsi diversi noti brand avevano abbandonato la piattaforma dopo aver visto i loro spot accostati a pagine dai contenuti altamente offesivi. Tra questi ci sarebbero, secondo il Financial Times, Nissan, Unilever e Nationwide (Leggi Articolo Key4biz).
Da qui la provocazione lanciata dal giurista Stefano Rodotà intervenendo al Convegno “Parole libere o parole d’odio? Prevenzione della violenza online“: “Facebook ha cominciato a reagire contro gli hate speech solo perché alcuni brand hanno cominciato a ritirare le loro pubblicità dal social network o perché realmente diventato sensibile ai temi di queste campagne?”.
Nell’occasione Elisabeth Linder, Politics and Government Specialist for Europe, Facebook, ha sottolineato l’importanza che la sua azienda dedica a queste tematiche, ma ha anche parlato delle difficoltà di un social network che, per numero d’iscritti, potrebbe essere il terzo Paese del mondo per numero di abitanti (Leggi Articolo Key4biz).
“Non è mai successo – ha sottolineato Linder – che ci fossero così tante persone connesse su un’unica piattaforma”. E’, quindi, difficile prendere decisioni che riguardano miliardi di persone ma, ha detto la manager, ci scambiamo decine e decine di mail prima di far qualcosa.
La nostra missione, ha commentato Linder è “rendere il mondo libero e connesso. Vogliamo rendere il mondo migliore e a tutti noi interessano i temi di cui oggi si discute“.
La donna ha ricordato le recenti decisioni prese dal gruppo che ha vietato i contenuti che incitano all’odio e adottato politiche di real name.
Ma, ha anche ribadito, occorre educare le persone sui propri diritti: “Solo così si usano i canali appropriati per esprimere le proprie opinioni”.