IVA e libri, gli editori scrivono a Letta : ‘Il Decreto Ecobonus danneggia la cultura’

di Raffaella Natale |

Ma dal governo ci si aspetta di più anche per la diffusione dei libri digitali nelle scuole e per l’equiparazione dell’IVA tra eBook e cartaceo.

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Associazione Italiana Editori (AIE), Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), Fondazione Industria Musicale Italiana (FIMI), UNIVIDEO (Unione Italiana Editoria Audiovisiva) e Confindustria Cultura Italia hanno scritto al premier Enrico Letta per chiedere un ripensamento sul provvedimento che stabilisce un aumento dell’IVA sui prodotti culturali.

Nella lettera, si domanda “un opportuno emendamento del Governo, o un atteggiamento meno ostile di fronte a iniziative parlamentari volte a ricercare un’adeguata soluzione” rispetto alla previsione di un incremento dell’Iva dal 4 al 21% per tutti gli abbinamenti editoriali, non solo in riferimento ai gadget ma anche ai beni che integrano e sono di complemento ai libri e periodici e sono pertanto funzionali al loro utilizzo.

 

Polillo spiega che, nel settore librario, ciò significa colpire soprattutto i contenuti digitali innovativi allegati ai libri. I prodotti più colpiti, continua il presidente dell’AIE in una nota, sono i libri educativi (libri scolastici, universitari, sussidi come dizionari o enciclopedie) che spesso hanno un’estensione digitale: eserciziari, approfondimenti, simulazioni di laboratorio virtuale, ecc.; i libri per bambini – spesso accompagnati da audio-letture -; quelli professionali o preziose operazioni culturali basate sul multimediale (si pensi ai testi teatrali accompagnati dal video di una rappresentazione).

 

“La misura è, quindi, per noi, semplicemente incomprensibile, perché illogica e contraria a una serie di obiettivi politici che il Governo da lei guidato ha assunto. In primis, contraddice il suo personale impegno: “mai più tagli alla cultura”, così come “contraddice l’impegno a favore del digitale nella scuola e nell’università“, ha indicato Polillo.

 

Il provvedimento poi, secondo le Associazioni, avrà ricadute molto importanti per l’industria editoriale ma anche per i consumatori: il provvedimento, se passasse, comporterebbe un maggiore onere medio sull’insieme del prodotto con abbinamento di circa il 6%. Ciò significa prezzi più alti, in particolare per i libri di scuola e per bambini, e un’ulteriore caduta della domanda, che vanificherebbe anche gli obiettivi di gettito.

 

“Non si sta chiedendo alle imprese culturali un sacrificio marginale – ha concluso Polillo nella sua lettera al Premier -, necessario in tempi difficili per far quadrare i conti dello Stato. Le si sta colpendo ingiustificatamente e illogicamente senza che da ciò possa derivare un beneficio per alcuno, e men che meno per i conti pubblici”.

 

Dal governo Letta ci si aspetta, infatti, un’accelerata proprio nel settore dell’innovazione. Il provvedimento che prevede l’aumento dell’IVA sui prodotti culturali danneggia la diffusione del digitale così come il mancato intervento sull’equiparazione delle aliquote tra eBook e libri cartacei o il freno imposto all’adozione dei testi digitali nelle scuole (Leggi Articolo Key4biz).

La prima versione del Decreto Crescita era, infatti, molto più coraggiosa, mentre le norme attuali sono troppo graduali e rischiano di far perdere un’importante occasione di innovazione per l’Italia. Anche in questo caso il governo Letta potrebbe intervenire per dare un’ulteriore spinta verso la digitalizzazione.

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