Datagate, il Governo britannico difende il programma ‘Tempora’ ma Viviane Reding pretende chiarimenti

di Alessandra Talarico |

Barack Obama ha assicurato che gli Stati Uniti non cercheranno di intercettare gli aerei con a bordo Edward Snowden: ‘Non farò decollare i caccia per catturare un hacker di 29 anni’, ha affermato nel corso di una conferenza stampa a Dakar.

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Viviane Reding

Anche i servizi segreti britannici, ha rivelato nei giorni scorsi l’ex consulente NSA Edward Snowden, spiano le comunicazioni telefoniche e internet e ‘fanno peggio degli americani’. L’operazione di spionaggio, nome in codice ‘Tempora‘, andrebbe avanti da più di un anno e mezzo e permetterebbe al GCHQ – l’equivalente britannico della NSA – di avere accesso alle telefonate, al contenuto dei messaggi di posta elettronica, ai profili Facebook e alla cronologia degli accessi di qualsiasi utente.

Un’eventualità che inquieta non poco il Commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding che in una lettera al ministro degli esteri britannico, William Hague, ha espresso ‘seria preoccupazione’ per quanto riportato dai media e ha chiesto chiarimenti dettagliati circa la portata delle attività di spionaggio e la loro conformità alle leggi europee sulla privacy.

“Se le notizie di stampa fossero vere, questi programmi potrebbero avere un serio impatto sui diritti fondamentali degli individui nella Ue”, ha scritto la Reding.

Anche il ministro tedesco della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha inviato due lettere al Segretario di Stato alla Giustizia e al Segretario di Stato per gli affari interni inglesi, chiedendo spiegazioni sul programma Tempora e, soprattutto, se siano coinvolti cittadini tedeschi.

 

Le preoccupazioni di Bruxelles fanno seguito alle accuse secondo cui il GCHG avrebbe avuto accesso al programma Prism della NSA per ottenere per vie non consentite dalle leggi britanniche informazioni sulle attività online dei suoi cittadini. Accuse a cui l’intelligence britannica ha risposto negando ogni addebito e sottolineando di aver sempre agito correttamente e in nome della sicurezza del paese.

Il ministro Hague, dalla California, ha difeso il legame con gli Usa, sottolineando che la collaborazione tra i servizi di intelligence dei due paesi è “unica e indispensabile”, soprattutto in un momento storico caratterizzato da forti disordini in tutto il mondo.

Hague ha assicurato che le autorità non frugano ‘indiscriminatamente’ nei dati dei cittadini. Le accuse secondo cui il GCHQ sfrutterebbe la collaborazione con gli Usa per ottenere informazioni per vie che sarebbero illegali nel Regno Unito “sono prive di fondamento”, ha affermato il ministro.

 

“In entrambi i Paesi – ha detto Hague – le attività di intelligence hanno luogo all’interno di un solido quadro giuridico. Operiamo secondo lo stato di diritto e siamo responsabili. In alcuni paesi i servizi segreti sono usati per controllare i cittadini – nei nostri esistono solo per proteggere le loro libertà”.

“Non dimentichiamo – ha aggiunto – che i terroristi tramano in segreto, le reti criminali agiscono in segreto, le agenzie di intelligence straniere complottano in segreto e che nuovi armamenti sono concepiti in segreto. Non possiamo proteggere i nostri cittadini senza elaborare le risposte a queste minacce in segreto”.

 

La Reding attende comunque una risposta dal Regno unito entro la fine della settimana, così come attende ancora una risposta dagli Usa dopo le 7 domande inviate al Procuratore generale Eric Holder per avere spiegazioni sulle attività di monitoraggio delle comunicazioni online (Leggi articolo Key4biz).

 

Edward Snowden, intanto, sarebbe ancora bloccato nell’aeroporto di Mosca, invaso dai giornalisti. Non essendo ‘tecnicamente’ in territorio russo, tuttavia, non può essere arrestato, né sembra questa la volontà del Governo di Vladimir Putin che ha fatto sapere che Snowden ‘può andare dove vuole’.

Barack Obama ha comunque rassicurato che gli Stati Uniti non cercheranno di intercettare gli aerei con a bordo l’ex consulente della NSA: “Non farò decollare i caccia per catturare un hacker di 29 anni”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa a Dakar.

 

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro, intanto, ha annunciato che “quasi certamente” l’asilo politico allo statunitense sarebbe concesso se lui lo chiedesse: “Se presenta la richiesta, noi la valuteremo, e quasi certamente glielo concederemo, perchè l’asilo politico è un’istituzione del diritto umano internazionale per la tutela dei perseguitati”, ha affermato Maduro.

Ma per farlo, Snowden deve recarsi in un’ambasciata, ha precisato il ministro degli Esteri ecuadoregno, Ricardo Patiño, spiegando inoltre che potrebbero la decisione potrebbe richiedere molto tempo: sul suo account di Twitter ha parlato di “un giorno, una settimana… o due mesi”.

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