Italia
Il Decreto Fare ha abolito il patentino degli installatori per le reti Wi-FI e Adsl con grande soddisfazione di Assoprovider, l’Associazione provider indipendenti, che da tempo si batteva per ottenere questo provvedimento che va nella direzione della libera concorrenza nel settore del networking.
Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, ha commentato: “Se il Decreto del Fare ha scontentato chi si attendeva qualcosa di innovativo nel campo dell’economia digitale, bisogna riconoscere che ha rimosso un provvedimento legislativo che, per diversi anni, ha impedito una reale e libera concorrenza nel settore degli impianti di networking, con il risultato di avvantaggiare un ristretto gruppo di aziende a discapito della moltitudine di operatori del settore e dei cittadini”.
Il Governo Letta, ha spiegato Bortolotto, ha di fatto concluso l’iter iniziato dal Governo Monti, cancellando l’impianto legislativo (decreto lgs 198/2010) che, di fatto, rendeva illegale la maggior parte delle reti di computer private, caricando ogni cittadino del rischio di trovarsi con sanzioni da 15 mila a 150 mila euro per aver collegato da sé il proprio router adsl ai computer in azienda.
Assoprovider ritiene, infatti, che il Decreto 198 rappresentasse “la classica misura normativa che il legislatore introduce in un settore economico senza avere una precisa idea delle implicazioni che questo comporterà nella vita delle imprese e dei cittadini”.
Bortolotto ha ricordato che la sua Associazione ha spesso “portato alla luce le incongruenze di un Paese in cui troppo spesso si parla di liberalizzazioni ma che nella realtà non si agisce in questa direzione, mantenendo schemi di un economia passata che bloccano e burocratizzano, nel peggiore dei modi, specifici settori economici”.
Grazie al portale TRIS della Commissione Industria della Comunità Europea è stato però possibile ottenere il documento finale dell’impianto regolamentare e portarlo all’attenzione della classe politica, dapprima ai ministri del Governo Monti che, di fatto, ha avviato l’iter per l’abolizione, bloccandone l’esecutività evitando la pubblicazione in G.U. prevista per Maggio 2012 e poi inserendolo all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio dei Ministri nel dicembre 2012. (R.N.)