Italia
La commissione sull’equo compenso per i giornalisti “la settimana scorsa è stata formalmente costituita e insediata“, ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del consiglio per l’editoria, Giovanni Legnini, in occasione dell’audizione alla Commissione Cultura della Camera, aggiungendo che è stato “già programmato un calendario di audizioni che verrà svolto in un tempo abbastanza ristretto; entro il 15 o il 18 chiuderemo le audizioni per poi passare alla fase decisionale“.
Legnini ha ricordato l’importanza di “definire il quantum dell’equo consenso per i moltissimi giovani e anche non più giovani che percepiscono compensi che dire esigui è poco. Rimangono dubbi, ma ci muoviamo con la speranza di avere una quota di consensualità nella definizione delle decisioni che potrà attenuare i rischi” sull’applicabilità della disciplina. L’obiettivo è “fare qualcosa di sufficientemente concordato” dagli attori coinvolti per evitare che la risposta arrivi “dai tribunali“, ha concluso.
L’ordine dei giornalisti, ha poi detto a margine dell’audizione, deve essere riformato, non cancellato. “Tutto ciò che ha a che fare con materie di rilievo costituzionale, come la Sanità, la giustizia e l’informazione, deve rimanere. Gli ordini opportunamente riformati devono rimanere“.
Passaggio poi sul lavoro di repressione contro i contributi illegittimamente percepiti, fatto dal dipartimento dell’editoria e dalla Guardia di finanza, grazie al quale sono stati “recuperati” i “primi 10 milioni di euro” e sono stati redistribuiti tra chi è in regola.
Legnini ha assicurato che nella lotta agli abusi e agli illeciti ci saranno “controlli inflessibili. Penso si debbano implementare“. Questi primi 10 milioni di euro recuperati, ha affermato Legnini, sono un “fatto significativo” poiché si tratta di un “segnale serio sul fatto che questa materia sarà gestita con rigore assoluto e intransigenza. Ho dato disposizione al dipartimento che funziona già molto bene insieme alla Guardia di finanza affinché vengano repressi tutti gli abusi e gli illeciti”.
Il Sottosegretario ha parlato anche delle campagne di comunicazione del governo. “L’informazione istituzionale gestita da Palazzo Chigi – ha osservato – non è una velina del governo, anzi il contrario: lo sforzo è cercare di comunicare il lavoro del governo“. “Spero che il decreto del governo sul lavoro abbia subito efficacia, ed è utile che parta una campagna di comunicazione. In questo senso intendevo affiancare la comunicazione istituzionale all’attuazione del programma”.
Riguardo ai problemi che coinvolgono gli edicolanti, Legnini ha detto di avere incontrato tutte le sigle sono “portatori di istanze legittime” seppur “non semplici da risolvere”.
“Credo che qualcosa bisognerà fare per risolvere i problemi“, ha commentato, precisando come i diversi interventi normativi non sempre hanno calibrato bene le conseguenze delle norme, ad esempio in materie come il rapporto con gli editori e i distributori. Poi, ha proseguito, “c’è il tema dell’informatizzazione delle edicole: il fatto che sui resi, le consegne e i rapporti finanziari si proceda ancora a mano rende il comparto a dire poco arretrato con conseguenze anche sulla redditività”.
Gli edicolanti, ha tenuto a sottolineare il Sottosegretario, “svolgono un servizio di interesse pubblico indiscutibile fin quando l’informazione sulla carta ci sarà anche se in misura ridotta” rispetto al passato.
Il presidente dell’ANSA e della Fieg, Giulio Anselmi, pur esprimendo apprezzamento per quanto dichiarato da Legnini in audizione, anche quella del 12 giugno scorso (Leggi Articolo Key4biz), ha osservato una “mancata sincronizzazione tra quello che il Governo, tramite il suo massimo rappresentante per il settore, ha detto di voler fare e quelli che sono gli Atti del Governo“.
“Mi riferisco in particolare – ha sottolineato Anselmi – alla copertura del decreto sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione con 17,35 milioni di euro sottratti al fondo editoria del 2015 e alla copertura dell’ecobonus con 125 milioni derivanti dall’innalzamento dal 4 al 21-22% dell’Iva sui supporti integrativi e sui beni funzionalmente connessi che integrano e ampliano l’offerta editoriale di libri e di giornali. “Sarebbe quanto mai opportuno e non ci stancheremo di ricordarlo che ci fosse maggior armonia tra quello che il Governo dice di voler fare, che ci piace, e quello che fa, che non ci piace affatto”.