Mercato unico digitale: le telco chiedono meno regole per il rilancio degli investimenti

di Alessandra Talarico |

Il portavoce di Neelie Kroes su Twitter: ‘Le misure arriveranno, ma ‘il piano per il mercato unico digitale riguarda l’intera economia, non solo le telecoms’.

Unione Europea


José Manuel Barroso

Deregulation per spingere gli investimenti nelle nuove reti. È quanto chiedono alla Commissione europea gli operatori tlc, che stanno spingendo per un ripensamento complessivo delle proposte di riforma del settore, che dovrebbero portare alla realizzazione del mercato unico digitale.

 

In una lettera indirizzata al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, i cui contenuti sono stati resi noti dal Financial Times, i Ceo dei principali operatori europei chiedono un allentamento delle norme che bloccano le fusioni; la rimozione dell’accesso all’ingrosso alle reti a banda larga fissa ai concorrenti e la fine della ‘disparità di trattamento’ delle aziende hi-tech che sfruttano scappatoie fiscali per non pagare le tasse.

Sottolineando altresì l’urgente necessità della riforma del quadro normativo del settore, le telco denunciano quindi che la situazione finanziaria di un terzo degli operatori mobili europei è diventata ‘insostenibile’.

 

Secondo gli operatori, Bruxelles avrebbe improntato le sue proposte in un’ottica troppo ‘pro-consumatori’ e poco incline verso la necessità di sostenere gli investimenti nella fibra ottica e nelle reti 4G, imponendo una regolamentazione che sta contribuendo ad allargare il gap con le atre economie avanzate – con gli Usa e l’Asia – dove una manciata di grandi operatori è in grado di generare ritorni sufficienti per investire nelle nuove tecnologie.

 

La lettera è accompagnata da uno studio commissionato da ETNO secondo cui la deregulation potrebbe generare una crescita economica stimata in 750 miliardi di euro e stimolare investimenti per 115 miliardi l’anno entro il 2020.

 

Senza riforme, l’industria potrebbe perdere ricavi tra 70 e 190 miliardi di euro da qui al 2020, a scapito degli investimenti nelle reti di nuova generazione e della competitività dell’intera economia europea.

 

Secondo quanto anticipato nei giorni scorsi dal Commissario Ue Neelie Kroes, la riforma per il mercato unico digitale punterà all’azzeramento del roaming, alla tutela della net neutrality, all’armonizzazione delle politiche per lo spettro radio e alla fornitura di un ‘passaporto‘ che consentirà agli operatori di operare in tutti i paesi Ue.

Misure che, secondo il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, “potranno generare vantaggi sul lungo periodo ma non certamente dare l’urgente e potente spinta di cui l’industria ha disperato bisogno”.

Servono, invece, secondo Gambardella, “misure concrete che possano avere un impatto significativo sulla crescita del settore, specialmente nel breve periodo“, per invertire al più presto una tendenza che vede le telco europee crescere a un ritmo da 7 a 9 volte inferiore a quello registrato negli Usa e in Asia.

 

Su Twitter, il portavoce di Neelie Kroes, Ryan Heath – in risposta a un tweet in cui Gambardella chiedeva “misure per la crescita del settore” – ha affermato che queste misure arriveranno ma, ha sottolineato, “il piano per il mercato unico digitale riguarda l’intera economia, non solo le telecoms”.

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