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Mediobanca fuori da Telco a settembre. Nagel: ‘Nessuna offerta da Hutchison per le nostre quote’

Italia


Il consiglio d’amministrazione di Mediobanca ha approvato ieri all’unanimità il piano strategico 2014-2016 messo a punto dall’amministratore delegato Alberto Nagel, che questa mattina ne ha illustrato i contenuti alla comunità finanziaria.

Il piano prevede la vendita anche delle partecipazioni in Rcs e Telco: Mediobanca intende sfruttare le prime finestre utili previste dagli accordi parasociali, che in entrambi i casi ricadono a settembre.

 

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo piano Nagel ha precisato che dai cinesi di Hutchison Whampoa non è giunta alcuna proposta ai soci Telco per rilevare le quote della holding che controlla il 22,4% di Telecom Italia e ha sottolineato che l’obiettivo è di “imprimere un’accelerazione al consolidamento. Se si va verso Cina, Spagna o Usa è tematica che deve valutare Telecom e il suo board”.

“La premessa – ha aggiunto – è che Mediobanca non può essere socio di lungo termine di Telco”.

Quando la holding è stata creata serviva “per istituzionalizzare la governance di Telecom in maniera particolare, ora rimanere sarebbe qualcosa di negativo per gli azionisti di Telco e e per Telecom stessa. Bisogna creare un azionariato che sia coerente con il business e coi peers all’estero dove non ci sono situazioni come Telco”, ha spiegato.

La decisione di uscire da Telco è stata anticipata a tutti gli altri azionisti e avverrà nei tempi previsti dai patti con formale comunicazione entro settembre per effettuare la scissione.

“Questo – ha detto ancora – farà del bene sia agli azionisti sia a Telecom che potrà meglio partecipare al processo di consolidamento che è in atto”

 

Riguardo il progetto di scorporo della rete avviato da Telecom Italia, Nagel ha affermato: “La questione dello spin off è molto difficile perché bisogna conoscere bene il dossier. Credo che riguarda una parte di valore unico di Telecom, che è appunto la rete. Oggi gli operatori wireless sono un po’ più sotto minaccia mentre chi ha il backbone ha più pressione ma ha qualcosa di unico, Telecom ha la rete e separarla è concepibile ma devono essere evidenti per azionisti e stakeholder i vantaggi”.

“Ora – ha aggiunto – c’è un percorso da parte del management per capire se i vantaggi sono maggiori rispetto a tenere la situazione di prima. La risposta si avrà solo alla fine di questo percorso, oggi non sono ovvi”.

Il Business plan illustrato da Nagel – commentato dal Financial Times con l’espressione ‘Farewell salotto buono’ – prevede per giugno 2016 una riduzione dell’esposizione azionaria per circa 2 miliardi, di cui 400 milioni da svalutazioni nette e 1,5 miliardi di cessioni, tra cui il 3% della quota detenuta in Assicurazioni Generali che si riduce dal 13% al 10%. Questi interventi porteranno a chiudere l’esercizio 2012-2013 a fine giugno con una perdita di circa 200 milioni.

“Le risorse rivenienti dalla riduzione delle partecipazioni azionarie e dall’ottimizzazione degli attivi verranno utilizzate per sviluppare attività bancarie – sia di impiego che a basso assorbimento di capitale – capaci di generare ricavi crescenti, geograficamente diversificati e legati ai servizi e prodotti offerti alla clientela”, comunica la banca in una nota.

 

A settembre, anche Generali deciderà se uscire o meno da Telco, che controlla il 22,4% di Telecom Italia (Leggi articolo Key4biz).

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