Europa
L’uso dello spettro radio per i servizi mobili dà un contributo da di 269 miliardi di euro all’economia europea: un valore molto superiore a quello generato da altri settori quali l’aviazione civile, i servizi radiomobili professionali o la banda larga fissa via satellite.
È quanto emerge dallo studio ‘Valuing the Use of Spectrum in the EU‘ realizzato da Plum Consulting, secondo cui da qui a 10 anni il valore dello spettro usato per i servizi di comunicazione mobile arriverà a 477 miliardi di euro, sempre che in quest’arco di tempo venga resa disponibile una quantità sufficiente di spettro radio.
Una necessità questa, centrale anche per la Commissione europea, che sta lavorando alle nuove misure per il mercato unico digitale, che verranno presentate a settembre.
Il crescente utilizzo di dispositivi mobili rende la questione quanto mai urgente: da un’oculata gestione delle risorse frequenziali dipende lo sviluppo del settore wireless e non solo. Già oggi, solo in Europa, lo spettro radio supporta 3,5 milioni di posti di lavoro e attività economiche per oltre 250 miliardi di euro all’anno.
E in futuro non ci saranno solo gli ‘umani’ a connettersi a internet, ma anche le macchine: il valore economico delle reti wireless locali, usate per aumentare i servizi a banda larga fissi, consentire le comunicazioni M2M e alleggerire il traffico sulle reti mobili crescerà a 22 miliardi di euro entro il 2023.
Il mercato europeo, però, è attualmente molto frammentato, caratterizzato – come ha puntualizzato il Commissario Neelie Kroes – da un “caleidoscopio di regole e pratiche diverse”, che ostacolano l’innovazione e gli investimenti.
Agli Stati membri, scettici di fronte alla possibilità di una licenza paneuropea, che vorrebbe dire perdere la possibilità di utilizzare i proventi delle aste per riempire le casse pubbliche, si è rivolta ieri la Kroes, per rassicurarli sul fatto che la Commissione “non vuole sottrarre sovranità a nessuno, né istituire un nuovo super regolatore. Non vogliamo togliere ai governi il diritto di vendere o mettere all’asta spettro o di fruire dei proventi di queste vendite” (Leggi articolo Key4biz).
Anche il vicedirettore generale della DG Connect Roberto Viola, sul tema è stato chiaro: “Gli operatori devono avere un passaporto valido per poter offrire i loro servizi e questo si collega a un quadro normativo più armonizzato”.
“Lo spettro radio è una risorsa essenziale e i governi hanno un ruolo fondamentale nel garantire che coloro che ricevono tali risorse le usino per fornire servizi in grado di migliorare la vita dei consumatori, creare nuove opportunità di business e guidare la crescita economica europea”, ha affermato Tom Phillips, Government Chief e Regulatory Affairs Officer della GSMA, commentando lo studio Plum.
“A questo proposito, i governi sono di fronte a una scelta difficile e devono affidarsi ad analisi economiche solide prima di prendere le loro decisioni”, ha aggiunto, evidenziando come il rapporto dimostra chiaramente che i servizi mobili contribuiscono molto di più di qualsiasi altra applicazione, ora e nel lungo termine.
Secondo il rapporto, infatti, il valore economico delle trasmissioni tv e radio scenderà dagli attuali 48 miliardi a 25 miliardi nei prossimi 10 anni.
O servizi mobili, quindi, già oggi generano un valore sei volte superiore a quello dei servizi radiotelevisivi e questo rapporto salirà a 20 nel 2023.
“In tempi di crisi economica e di tagli di bilancio a livello europeo e nazionale, è particolarmente importante sostenere l’impatto unico dei servizi mobili sull’economia europea”, ha aggiunto Phillips che, rivolgendosi alla Commissione l’ha incoraggiata a considerare molto seriamente quest’analisi di Plum nella messa a punto delle nuove norme sul mercato unico digitale.
“E’ essenziale – ha concluso – che le politiche di gestione dello spettro nella Ue sostengano gli investimenti a lungo termine nelle reti mobili”.