#Prism. Anche Apple ammette: ‘Dal Governo 4-5 mila richieste dati in sei mesi, ma mai fornito alle agenzie accesso diretto ai server’

di Alessandra Talarico |

Le richieste, provenienti da autorità federali, statali e locali, riguarda furti e altre indagini, tra cui la ricerca di bambini scomparsi, la localizzazione di una persona malata di Alzheimer o il tentativo di evitare un suicidio.

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Barack Obama

Dopo le rivelazioni di Microsoft e Facebook, anche Apple ha fornito nuovi dettagli sull’entità delle richieste di dati del Governo americano nell’ambito del programma Prism (di cui, in prima battuta, tutte le web company avevano negato di conoscere l’esistenza)

In una nota, Apple afferma di aver ricevuto tra 4 mila e 5 mila richieste in sei mesi – da dicembre 2012 a maggio 2013 – relative a 9-10 mila account o dispositivi.

Le richieste, provenienti da autorità federali, statali e locali, riguarda furti e altre indagini, tra cui la ricerca di bambini scomparsi, la localizzazione di una persona malata di Alzheimer o il tentativo di evitare un suicidio.

La società ha comunque assicurato ancora una volta “di non aver fornito al Governo accesso diretto ai server e di non raccogliere o mantenere una montagna di dati personali sui nostri clienti”.

Le comunicazioni su iMessage e FaceTime, precisa ancora Apple, sono protette da sistemi di cifratura end-to-end e nessuno piò vederle se non chi le fa e chi le riceve. Neanche Apple “può decifrare quei dati e allo stesso modo non conserviamo i dati sulla posizione, le ricerche sulle mappe o le richieste Siri in qualsiasi forma identificabile”, chiarisce ancora l’azienda.

 

Nel frattempo, in un memo per il Congresso, le agenzie di intelligence hanno riferito di aver analizzato i metadati di poco meno di 300 account telefonici e che i programmi di sorveglianza hanno aiutato a smontare “dozzine di potenziali trame terroristiche” negli Usa e in oltre 20 altri paesi. Mentre documenti forniti sempre da Edward Snowden al Guardian rivelano che l’intelligence britannica ha spiato le comunicazioni di politici e funzionari stranieri nel corso del G20 del 2009.

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