Italia
In Italia sono circa 14,5 milioni le famiglie che nel 2012 hanno avuto accesso a internet da casa, attraverso più piattaforme. Il 71% ha dichiarato di utilizzare una connessione ADSL/ fibra ottica. Cresce anche l’accesso da rete mobile, che è sfruttato dal 35% degli utenti italiani di internet. Dati che fanno ben sperare e che mostrano un’internet audience in crescita, anche se il gap con gli altri grandi Paesi come Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna, è ancora lontano dall’essere colmato. Il ritardo accumulato in termini di banda larga e connessioni internet di ultima generazione è ampio, secondo l’ultimo Rapporto della Commissione europea: il 53% degli italiani accede regolarmente al web (almeno una volta a settimana) contro il 70% della media europea (Leggi Articolo Key4biz).
Dati che sono stati ripresi anche durante il convegno organizzato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB) e dall’Istituto Superiore delle Comunicazioni (Iscom), dal titolo “La qualità dell’accesso ad internet da rete fissa in Italia“. Dopo una sessione d’apertura, dedicata a “Il mercato dell’accesso a internet da rete fissa“, alla presenza di rappresentanti dell’Authority, della FUB, del ministero dello Sviluppo Economico e dai vertici delle principali aziende di telecomunicazione operanti nel nostro Paese, è seguita una seconda parte finalizzata a delineare i futuri sviluppi del progetto “MisuraInternet“, che si colloca ormai come best practice europea per la tutela degli utenti. Come ha spiegato in mattinata il commissario dell’Agcom, Maurizio Dècina, In Italia solo lo 0,1 per cento delle linee offre una velocità nominale di navigazione superiore a 30 mega, contro il 14, 8 per cento della media europea, dove tra l’altro il 3, 4 %delle linee supera addirittura i 100 mega. Anche in termini di velocità di download le cose non vanno meglio, con un 6,2 MB contro i 20 di Regno Unito e Germania.
Manca la banda larga, scarseggiano le reti di nuova generazione e la misurazione della qualità del servizio (QoS) è stata effettuata solo sullo 0,98% delle linee attive. Questo il contesto che hanno avuto gli interventi degli ospiti della sessione moderata da Raffaele Barberio, direttore di Key4biz, e dedicata a “La tutela della qualità dell’accesso a internet da rete fissa e gli sviluppi futuri“. Per quanto riguarda il ruolo dell’Iscom, ha spiegato il direttore Rita Forsi, “La delibera 244 ha intravisto un ruolo nuovo e delicato per l’Istituto, con funzione di supervisione e certificazione. Un lavoro articolato, finalizzato a seguire tutti i passi delle operazioni che si stanno compiendo. Un ruolo nuovo di certificazione dei nuovi software e delle procedure stesse, che consentono un uso più ampio dei laboratori dell’istituto per lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni“.
Entrando nello specifico, Giancarlo Guadino dell’Iscom ha definito meglio i compiti della struttura nel progetto “misurainternet”: “Tre le aree di intervento per l’Iscom, su rete fissa, mobile e servizi. L’unità che si è occupata della misurazione di internet si è concentrata anche sul test-plan, in collaborazione con la FUB e le università. In tale funzione si sono affrontate le tematiche di sperimentazione tecnico-scientifica, con la misurazione di prestazione infrastrutture NGN e GPON/P2P, la valutazione delle performance di tali reti in termini di risparmio energetico, QoS di servizi video e broadcasting tv su fibra ottica“.
Se è vero che siamo tra gli ultimi in Europa, tra i cosiddetti Big 5 (Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia), è anche vero che siamo tra i primi ad esserci dotati di uno strumento per misurare la qualità dell’accesso alla rete, con ottimi risultati. Al centro del servizio offerto da “MisuraInternet“, infatti, c’è proprio il consumatore, tutelato in termini tecnici ma soprattutto legali. Tramite tale strumento, se la fornitura di connessione non risponde a quanto promesso in sede contrattuale dagli operatori, l’utente è messo in condizione di recedere il contratto immediatamente senza penali. Come ha mostrato Federico Flaviano, direttore Tutela dei consumatori – Agcom, “gli elementi che caratterizzano la piattaforma sono la collegialità della sua gestione e il fatto che ormai è, a tutti gli effetti, una best practice a livello europeo: siamo gli unici ad offrire una tale tutela al consumatore, grazie al software Ne.Me.Sys, inizialmente applicato alla rete fissa, ora anche a quella mobile. Se non vi è conformità tra quanto scritto sul contratto e le effettive prestazioni della rete, l’utente ha il diritto di recidere il contratto e passare alla concorrenza. Sul sito ci sono tutte le indicazioni tecniche per la divulgazione del concetto di QoS e di banda larga. Un modo per rendere partecipe il consumatore/cittadino dei progressi tecnologici raggiunti e per renderlo consapevole dei suoi diritti“. (SLIDES)
Una delle caratteristiche del software è proprio la sua doppia valenza tecnologica e culturale: da una parte si rende disponibile al consumatore uno strumento per farsi valere sul mercato dei servizi, dall’altra lo si rende consapevole dei propri diritti. Un fattore che non va dato per scontato, in un Paese che soffre i ritardi sopra descritti, un digital divide ancora ampio e un’alfabetizzazione informatica ancora poco diffusa.
Siamo gli unici in Europa ad esserci dotati di un misuratore di qualità dell’accesso a internet?
No, un po’ tutti i partner europei si sono dati da fare, ma con risultati non omogenei e meno incisivi dei nostri. Flaviano, dopo aver illustrato il funzionamento di “misurainternet”, le diverse funzionalità presenti nel sito web e la facilità d’uso per l’utente, ha mostrato anche i nuovi passi avanti fatti dalla piattaforma, con la possibilità di sfruttare lo “speed test” per la misurazione istantanea del QoS anche senza essere registrati al sito. La Croazia ha lanciato nel 2012 una piattaforma analoga alla nostra, riconoscendola come best practice, l’Austria, la Grecia e la Germania hanno uno speed test-browser based per verificare la net neutrality; l’Inghilterra e la Scandinavia hanno puntato sulle sonde hardware, 100 ogni ISP; il Portogallo sta passando dalle sonde hardaware a quelle software; il Belgio, assieme a Francia e Polonia, si sono mostrati ultimamente molto interessati alla nostra tecnologia.
Anche la Commissione europea ha avviato una collaborazione con la piattaforma SamKnows, che offre misurazione più ampie di NeMeSys, ma basandosi su sonde hardware che fanno leva su utenti volontari (10 mila in Europa, ma non tutti hanno ricevuto la sonda, rendendo meno definito il lavoro di raccolta dati), con il risultato di registrare valori decisamente casuali, per puri fini statistici e non di tutela del consumatore.
Altri servizi simili sono “Bismark“, tecnologia che misura le prestazioni di rete di accesso a internet della home network; “AtlasRipe“, rete di sonde distribuite in tutto il mondo, soprattutto centri di studio, ricerca e accademici per misurazioni della latenza; “M-Lab“, forse il più conosciuto, finanziato da Google, New America Foundation e “PlanetLab“, con partnership locali per speed test fisso – mobile e per la QoS.
La nuova versione “NeMeSys 3.0” misurerà la QoS sul protocollo HTTP, ma anche gli accessi wireless, su fibra ottica e la net neutrality.
Misurainternet è stato completamente ideato, realizzato e sviluppato nei laboratori della FUB. Come ha ricordato Mario Frullone, direttore della Fondazione, “L’obiettivo era convincere gli operatori di telecomunicazione a pagare per la nascita di una piattaforma di misurazione per la prima volta a favore del consumatore e ci si è riusciti, grazie ad una grande operazione di moral suasion dell’Agcom. L’utilità di Misura internet è nella sua natura di best practice. Un software complesso, il cui utilizzo ha un valore giuridico preciso, che deve essere ulteriormente implementato, se lo si vuole far funzionare a dovere in previsione di una maggiore diffusione del broadband“.
La FUB ha assunto fin dall’inizio un ruolo di indirizzo strategico sulle tematiche del valore di rete e “MisuraInternet” si candida a divenire piattaforma universale pe la misura del QoS e la fruizione dei servizi di rete, anche per quella mobile e in banda ultra larga. Per la prima volta il consumatore ha modo di verificare in maniera tempestiva lo stato reale della rete e dei servizi offerti, proprio in un momento storico delicato, di profonda crisi economica, in cui si parla di scorporo rete e di utilizzo intenso dello spettro, come conseguenza diretta dello sviluppo del mobile in sostituzione della banda larga fissa.
La lungimiranza dell’Authority ha permesso la nascita di una serie di incontri a cui tutti hanno partecipato, consumatori compresi, rappresentati dall’Adiconsum, con l’obiettivo di arrivare ad una best practice che cancellasse le esperienze passate, mettendo fine alla cattiva abitudine delle vendite scorrette di servizi. “Uno strumento di compromesso – l’ha definito Mauro Vergari, Adiconsum – che può ancora migliorare sullo speed test per l’http, con l’obiettivo di raggiungere una misurazione davvero precisa. Serve rafforzare la delibera, ampliando il diritto di recidere il contratto per il consumatore, dando la possibilità all’utente di godere dei rimborsi automatici per inadempienza contrattuale, a cui si possono aggiungere sanzioni per le aziende recidive. Abbiamo registrato in effetti una diminuzione delle lamentele dal 2009 a oggi“.
Ha inoltre specificato Vergari, che la banda larga deve diventare servizio universale, come successo in Spagna e la Svizzera, rivedendo la soglia di trasmissione dati a 56K, che ormai è anacronistica e che va aggiornata al minimo della banda larga (vero servizio universale per il consumatore), utilizzando qualsiasi piattaforma.
Parlando di network nel nostro Paese, si finisce inevitabilmente a confrontarsi con Telecom Italia, incumbent nazionale sotto il cui controllo finisce gran parte della rete. Renato Brunetti, presidente AIIP, ha voluto evidenziare questo elemento per parlare del fenomeno definito ‘depeering’. A grandi linee possiamo dire che internet è una grande rete di reti. Ognuna di esse si collega alle altre per consentire il trasferimento/passaggio di dati, utenti, contenuti e servizi. Il web e internet crescono sfruttando il peering, cioè l’interconnessione tra reti di operatori diversi. Secondo quanto affermato da Brunetti, “vi è la possibilità che presto Telecom Italia decida di rompere tale principio, affermando che tutti i collegamenti saranno interrotti tranne che per gli operatori suoi pari. Tutti gli altri dovranno pagare per scambiare il proprio traffico“. In tale contesto, ha sottolineato il presidente AIIP, sarà difficile misurare la qualità del servizio, che potrebbe risentire di diverse interferenze, ritardi e variabili.
Di esperienza utente e di contesto ha parlato Vittorio Trecordi, del comitato scientifico FUB. Due fattori centrali nella verifica della qualità della rete: “L’utente cerca servizi accessibili su più piattaforme e questo rende complesso il ruolo degli operatori e i test di qualità del servizio, spesso definiti dalle misurazioni delle prestazioni dei protocolli. Si deve guardare oltre, al mondo della applicazioni client browser based, il nuovo orizzonte sui cui tarare strumenti e misurare la qualità della percezione del contenuto consumato”.
Nella Tavola rotonda finale, invece, dedicata a “Qualità del servizio per l’utente finale: bitstream/ULL, traffic management, fibra ottica, politiche di peering per gli ISP“, sempre moderati da Raffaele Barberio, sono intervenuti i responsabili Tecnologie e Strategie dei maggiori operatori di telecomunicazione del nostro Pase, proponendo diversi punti di vista su alcuni dei problemi che condizionano la qualità del servizio di accesso ad internet, anche con riferimento alla diffusione della fibra ottica nella rete d’accesso.
La qualità è risultato diretto del rapporto tra prestazioni e aspettative. “Al momento – ha dichiarato Roberto Opilio, direttore Technology di Telecom Italia – ci stiamo impegniamo nella valorizzazione dell’ascolto degli utenti tramite la customer satisfaction. La soddisfazione del cliente, in relazione ad un servizio, è dimensione diversa rispetto gli indicatori tecnici di qualità. Telecom Italia è favorevole a tale verifica, anche affidandola a terzi. Tutto il nostro lavoro è finalizzato a migliorare la qualità delle tlc in Italia e l’azienda sta aumentando la copertura sia fissa sia mobile. Nel 2015 contiamo di arrivare a coprire il 35% del territorio con l’NGAN e oltre il 50% con l’LTE“.
La qualità percepita dal cliente si compone di diversi livelli, alcuni facilmente verificabili e misurabili, altri meno. Misurainternet è un buono strumento, rispetto a molti altri disponibili che si concentrano solo sulla capacità di trasmissione del canale e trattamento dati, o “throughput“. “Il WiFi ad esempio – ha affermato Ermanno Berruto, direttore Technology architecture di Wind – è uno dei mezzi di connessione più usati dai consumatori, ma la sua misurazione non ci fornisce un reale livello di qualità della rete. Le distanze dei clienti dalle centrali e le tecnologie usate, che forniscono prestazioni limitate al crescere delle distanze, fanno si che si formino zone grigie dove il cliente percepisce una qualità minore dei servizi stessi. In questi casi il throughput va abbassato per dare un collegamento stabile e mantenere il più possibile elevata la qualità“.
L’ultra broadband oltre i 30 Mb non è sottoponibile a misurazione della qualità del servizio e la sua rapidità di crescita e diffusione pone un problema al momento non trascurabile, anche per “MisuraInternet“. “I riscontri preliminari della fibra 100, da maggio scorso – ha dichiarato Mario Mella, direttore Tecnologie di Fastweb – ci dicono che il 60% dei clienti è sopra i 70 Mb, il 40% sopra i 90 Mb. Negli ultimi 6 anni internet è cresciuto del 1000% e l’utilizzo registrato sulla nostra rete ci mostra che un cliente con traffico medio mensile sviluppa 134 GB tramite ADSL, mentre su traffico mensile sviluppa circa 1,5 Tb con la fibra e 300 Gb in ADSL. Rete fissa e mobile saranno sempre complementari. E’ necessario però disporre di un upstream più ampio e di più banda larga per implementare l’uso stesso della rete“.
MisuraInternet è stata usata dallo 0,98% del totale delle linee. Un dato, ha spiegato Andrea Podda, Technology Officer di Tiscali, “che deve spingere ad una maggiore promozione del mezzo di valutazione del servizio. Forse gli operatori hanno interpretato lo strumento come misura sanzionatoria, senza impegnarsi nella sua diffusione. Cercando di capire come l’utente verifica la velocità di internet è emerso che misurainternet non è conosciuto. Tiscali ha voluto offrire ai propri clienti, nella pagina di assistenza in rete, un link per favorire l’uso di misurainternet, alzando la media dell’utilizzo dello strumento al 4%. Il nostro customer care invita gli utenti ad applicare tale metodo di controllo. Questa estate offriremo un ulteriore supporto per il consumatore: nei primi 7 giorni la linea sarà messa sotto verifica e i dati condivisi in area privata con il cliente che, se non soddisfatto, potrà decidere per la recessione del contratto“.
Servono regole in Italia che favoriscano la competizione tra gli operatori, con maggiori benefici per i consumatori finali. “La strada da fare è ancora molta – ha affermato Gianluca Pasquali, direttore Strategy di Vodafone Italia – se vogliamo raggiungere gli obiettivi dell’agenda digitale nei tempi prefissati. Dobbiamo soddisfare la domanda di reti ultra broadband e di sicuro l’aumento della capacità di banda porterà ad una domanda più alta di servizi e contenuti, anche come conseguenza diretta dell’introduzione massiccia di altre tecnologie, come l’internet of things e dell’M2M. Con una crescita di dati così elevata, nei prossimi anni, serviranno certamente reti a banda ultra larga, sia fisse sia mobili. Due tecnologie, queste ultime, da sviluppare in maniera complementare per sostenere l’enorme volume di dati che si andranno a generare nei prossimi anni“.
La Tavola Rotonda è stata infine chiusa dai saluti di Federico Flaviano di Agcom che, anche in considerazione dei tanti interventi che si sono susseguiti durante tutto il giorno, ha auspicato una nuova fase di collaborazione tra tutti gli attori che hanno dato vita a “MisuraInternet” e di crescita: “per superare i limiti fin qui evidenziati e per lanciare nuovi progetti di ricerca, tesi al miglioramento complessivo di uno strumento che, comunque, ha raccolto il consenso di tutti gli altri paesi partner, riuscendo ad affermarsi come best practice in Europa“.