Agenda digitale, Kroes: ‘Mancano investimenti nelle reti ultraveloci. Presto misure per il mercato unico delle tlc’

di Raffaella Natale |

Luigi Gambardella (ETNO): ‘Il settore Ue delle tlc ha urgente bisogno di ulteriori investimenti in nuove infrastrutture, ma è necessario cambiare la politica attuale e le condizioni normative perché questi si realizzino’.

Unione Europea


Neelie Kroes

I cittadini europei dispongono ormai di reti e servizi digitali di base, ma i problemi esistenti nel settore europeo delle telecomunicazioni e sui mercati del digitale impediscono loro di beneficiare pienamente dei principali vantaggi della rivoluzione digitale in atto“. E’ quanto emerge dalla valutazione della Commissione Ue sull’avanzamento dell’Agenda digitale in Europa, pubblicata oggi.

 

Nel corso dell’anno, si legge nella nota, Bruxelles adotterà proposte di provvedimenti concreti, rispondendo all’invito del Consiglio europeo di creare un mercato unico delle tlc per risolvere i problemi nuovamente confermati dai dati odierni.

 

Il Commissario Ue alla Digital Agenda, Neelie Kroes, ha espresso soddisfazione per i dati presentati oggi, i quali indicano che internet è adesso disponibile praticamente in tutta l’UE nella sua configurazione di base. Ma, ha aggiunto, “non possiamo permetterci di restare indietro”.

“Dai dati odierni – ha poi precisato il Commissario Ue – emerge con chiarezza che il problema principale di quest’anno è stata la mancanza di investimenti nelle reti ultraveloci e che ancora non esiste un vero mercato unico delle telecomunicazioni. Il problema è chiaro e altrettanto chiara sarà la nostra risposta, che presenta un pacchetto di misure per il mercato unico delle telecomunicazioni.”

 

I dati pubblicati oggi dalla Commissione Ue, secondo ETNO (European Telecommunications Network Operators Association), confermano che il mercato europeo delle tlc ha bisogno di maggiori investimenti nelle infrastrutture per colmare il gap con gli Stati Uniti e l’Asia.

Per quanto riguarda le reti a banda larga, sottolinea l’ETNO, si sono evidenziati dei miglioramenti: oltre il 54% delle famiglie beneficia di connessioni a 30 Mbps o anche di più.

Tuttavia, spiega l’associazione degli operatori tlc europei, è necessario un programma chiaro di deregolamentazione per sbloccare ulteriori investimenti e assicurare che la Commissione resti determinata a raggiungere gli obiettivi della propria Agenda digitale.

A riguardo, ETNO presenterà molto presto un Studio di Boston Consulting Group, il quale conferma che, senza una maggiore deregolamentazione, gli investimenti necessari per realizzare i target dell’Agenda digitale non si realizzeranno.

 

Il presidente del board di ETNO, Luigi Gambardella, ha dichiarato che “Il settore Ue delle tlc ha urgente bisogno di ulteriori investimenti in nuove infrastrutture, ma è necessario cambiare la politica attuale e le condizioni normative perché questi si concretizzino“.

“Dobbiamo passare  – ha spiegato Gambardella – da un contesto normativo ancora basato sul principio di apertura del mercato a un nuovo sistema che permetta agli operatori efficienti d’investire in reti e servizi in grado di migliorare il benessere dei cittadini europei”.

 

Ecco alcuni dei dati principali evidenziati nella valutazione dell’Agenda digitale della Commissione europea.

 

Progressi nella diffusione di internet

 

• La banda larga di base è presente praticamente ovunque in Europa – le connessioni via satellite sono migliorate e contribuiscono a collegare il 4,5% della popolazione che non ha accesso alla banda larga di base su rete fissa. La Commissione si impegna ora a migliorare il ricorso al satellite laddove esso permetta di colmare le lacune residue.

• La banda larga veloce raggiunge oggi la metà della popolazione – il 54% dei cittadini dell’Unione dispongono della banda larga a velocità superiore a 30 Mb/s.

 

• L’accesso a internet è sempre più mobile – il 36% dei cittadini dell’Unione si connette a internet a partire da un computer portatile o da un dispositivo mobile (l’accesso a partire da cellulari è passato dal 7% del 2008 al 27% nel 2012). Nel giro di un solo anno è triplicata la copertura della telefonia mobile di quarta generazione (LTE) che è passata al 26%.

 

Nella valutazione della Ue, anche alcuni aspetti problematici:

 

• Solo il 2% delle famiglie è abbonato alla banda larga ultraveloce (sopra i 100 Mb/s), ben al di sotto dell’obiettivo del 50% entro il 2020.

• La metà dei cittadini dell’UE possiede competenze digitali scarse o inesistenti – nell’ultimo anno non è migliorato né il numero né il livello delle competenze degli utenti di ICT. Il 40% delle imprese che assumono o cercano di assumere specialisti informatici hanno difficoltà e si prevede che il numero di posti vacanti per specialisti nelle ICT continuerà a crescere per raggiungere ben 900 000 posti entro il 2015.

 

Per cercare di colmare questa lacuna, spiega la Ue, la Grande coalizione per l’occupazione nel digitale, creata recentemente, avvierà azioni mirate.

 

Sempre più persone utilizzano internet – la percentuale di cittadini dell’UE che non hanno mai usato internet è ormai in costante calo (è scesa di 2 punti percentuali al 22%); tuttavia circa 100 milioni di cittadini dell’UE non hanno mai usato internet perché sostengono che costa troppo, che non sono interessati o che non sanno farlo.

Il 70% della popolazione oggi usa internet regolarmente almeno una volta la settimana, contro il 67% dell’anno scorso; tra le fasce sfavorite della popolazione il 54% usa internet regolarmente (rispetto al 51% dell’anno scorso).

Nel 2012 i prezzi del roaming sono scesi, almeno di 5 eurocent, soprattutto dopo l’adozione del regolamento sul roaming il 1° luglio 2012.

 

Il commercio elettronico è in costante crescita, ma non a livello transfrontaliero – il 45% dei cittadini usa internet per comprare beni e servizi (con un leggero incremento rispetto al 43% di un anno fa), ma ben pochi comprano all’estero.

 

La maggior parte delle imprese e dei cittadini usa i servizi dell’amministrazione in linea – si tratta dell’87% delle imprese, mentre per i cittadini la percentuale è salita al 44% rispetto all’anno scorso (aumento in entrambi i casi di tre punti percentuali).

Le spese per la ricerca sono leggermente aumentate nonostante i vincoli di bilancio. Gli investimenti pubblici in R&S nel settore delle ICT sono aumentati dell’1,8%, ossia di 122 milioni di euro, per arrivare a 6,9 miliardi di euro; sono aumentati anche gli investimenti privati, ma una crescita del 2,7% non è bastata a recuperare il calo dello scorso anno.

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