Libero scambio UE-USA, è scontro tra Barroso e registi. Catricalà: ‘Bisogna difendere l’audiovisivo da chi non paga le tasse in Europa’

di Raffaella Natale |

Il sottosegretario del MIBAC Borletti: ‘Il governo difenda l’eccezione culturale’.

Italia


Antonio Catricalà

Serpeggia la paura nel mondo del cinema e dell’audiovisivo, all’indomani dell’incontro a Strasburgo tra una delegazione di registi, tra i quali l’italiano Daniele Luchetti, e il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso (Leggi Articolo Key4biz).

“La Commissione europea mette in pericolo l’eccezione culturale se insiste nel voler includere questo settore nelle negoziazioni commerciali con gli Stati Uniti“, ha dichiarato la delegazione al termine dell’appuntamento con Barroso.

“Siamo molto, molto delusi“, ha commentato il regista rumeno Radu Mihaileanu, arrivato a Strasburgo con i suoi colleghi per chiedere che la cultura e l’audiovisivo siano esclusi dalla trattativa di libero scambio transatlantica.

 

Nella conferenza stampa, organizzato subito dopo l’incontro al Parlamento europeo, il francese Costa-Gavras ha definito Barroso “un uomo pericoloso per la cultura europea”.

La cultura non è merce, non può essere messa sul tavolo delle trattative insieme alle automobili, alle lampade o ai bulloni“, ha detto l’italiano Luchetti insieme al collega belga Lucas Delvaux e a quello polacco Dariusz Jablonski.

 

Le parole di Barroso sono state però rassicuranti. In una nota ha dichiarato che “ci sono solo alcune che ci separano” (Ue e registi) per il resto “siamo tutti uniti nell’obiettivo comune di proteggere la nostra cultura”.

 “L’eccezione culturale non è negoziabile“, ha detto ancora, garantendo che “non ci sarà contrattazione sulla cultura”.

Tuttavia, ha aggiunto, “l’esclusione totale dell’audiovisivo dal mandato di negoziazione non è necessaria per raggiungere i nostri obiettivi“, spiegando che diversamente si determinerebbe uno svantaggio ‘tattico’ nelle trattative con Washington.

 

Ed è proprio questo il punto che non è andato giù al mondo del cinema e dell’audiovisivo: “Perché mantenere all’interno dei negoziati qualcosa che sarà messa sul tavolo? Non è meglio escluderla già da ora?”, s’è chiesto Mihaileanu.

Il governo francese s’è fermamente opposto a inserire l’eccezione culturale nelle trattative, minacciando di opporre il proprio veto.

 

E anche in Italia c’è una forte mobilitazione anche da parte delle istituzioni. Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali, ha espresso la propria preoccupazione per “un grave rischio che incombe sull’industria audiovisiva europea: Il 14 giugno infatti sarà il giorno della riunione dei Ministri del Commercio estero in merito ai trattati commerciali UE-USA che minaccia di abolire l’eccezione culturale che ha tutelato fin d’ora l’industria audiovisiva europea e quindi italiana”.

Aggiungendo “E’ necessario un urgente intervento delle Istituzioni, e anche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che accolga l’appello e la richiesta di registi, attori e operatori del settore per scongiurare un rischio che colpirebbe un settore già pesantemente penalizzato dalla crisi. L’eccezione culturale va difesa e mantenuta”.

 

Ieri anche il Viceministro per lo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, è entrato nel merito della questione e in audizione alla Camera ha sottolineato che “Oggi c’è un’asimmetria di disciplina tra chi fa tv tradizionale e chi opera su Internet”.

“Sarebbe molto grave – ha precisato Catricalà – un cedimento nella difesa del settore dell’audiovisivo europeo nella trattativa sul libero scambio con gli USA. Non si può fermare il vento con le mani, il progresso, ma non si possono nemmeno favorire operatori che non investono in contenuti, non creano ricchezza e non pagano tasse in Europa”.

 

Il deputato del Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha indirizzato una lettera ai ministri degli Affari europei Enzo Moavero, dei Beni culturali Massimo Bray, dell’Economia Fabrizio Saccomanni, dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, al presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico e per conoscenza alla presidente del Cda Rai, Anna Maria Tarantola.

Nella missiva si chiede, in considerazione dei rischi economici che l’industria dell’audiovisivo e il servizio pubblico radiotelevisivo corrono, “una valutazione urgente del governo e del Parlamento, per verificare quale indirizzo è opportuno che il nostro Paese segua in sede europea in vista del voto del 14 giugno”.

 

“C’è il rischio – ha sottolineato Anzaldi – che venga abolita l’eccezione culturale che ha tutelato fino a oggi l’industria audiovisiva europea. Inoltre, verrà di fatto permesso alle aziende statunitensi di esportare senza pagare tasse“. Si tratta, prosegue il deputato, “di una decisione che potrebbe avere conseguenze pesanti non soltanto per il mondo del cinema, ma anche per il servizio pubblico radiotelevisivo, poiché una apertura asimmetrica del mercato potrebbe danneggiare la Rai sia come produttore cinematografico che nell’ambito della trasmissione televisiva pagata dai contribuenti”.

 

Le associazioni del mondo dell’audiovisivo e del cinema italiano, i sindacati di settore e un folto gruppo di attori e registi  hanno già rivolto un appello al governo italiano, in merito al negoziato per i trattati commerciali Ue-USA (Leggi Articolo Key4biz).

 

“L’esclusione dell’audiovisivo dal mandato – spiegano tra l’altro i firmatari – consentirà ai singoli paesi di decidere quali debbano essere le proprie politiche di sviluppo in questo settore oggi e in futuro”. E’ stata anche lanciata una petizione (The Cultural Exception is not-negotiable!) che verrà presentata all’europarlamento sempre venerdì e che ha già raccolto più di 7 mila firme.

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