Regno Unito
L’Intelligence and Security Committee del Regno Unito lancia l’allarme: l’aver consentito alla cinese Huawei Technologies di diventare uno dei principali attori del mercato nazionale delle telecomunicazioni senza gli adeguati controlli di sicurezza ha reso il Paese vulnerabile ai cyberattacchi.
Il Regno Unito, che pure si è opposto all’iniziativa del Commissario Ue al Commercio Karel De Gucht sull’apertura di un’indagine per dumping nei confronti dei vendor cinesi di infrastrutture tlc, si trova ora a fare i conti con questo report che evidenzia la ‘debolezza’ delle strategie di monitoraggio e reazione ai cyberattacchi
Addirittura, riferisce il Wall Street Journal, l’organismo parlamentare di controllo sull’attività dei tre principali servizi di informazione e di sicurezza del Paese, si è detto ‘scioccato’ dal fallimento delle azioni di controllo del governo sull’operato di Huawei, che 8 anni fa ha fornito a BT attrezzature per 10 miliardi di sterline nell’ambito dell’ammodernamento della rete dell’operatore storico.
L’ISC sottolinea poi come il Cybersecurity Evaluation Centre, un centro noto come ‘Cell’ e messo in piedi nel 2010 proprio per monitorare le attività di Huawei, sia stato realizzato e gestito dalla stessa società, che lo definisce uno dei centri più avanzati al mondo in materia di cybersicurezza.
Questo stato di cose però deve cambiare: il personale deve essere sostituito con funzionari del Governo ha ammonito l’organismo, che pure non ha fornito alcuna prova del fatto che Huawei, secondo fornitore mondiale di sistemi tlc, sia stata usata come veicolo di spionaggio dal Governo di Pechino.
Subito dopo la pubblicazione del rapporto, il cancelliere dello Scacchiere George Osborne si è affrettato ad assicurare che non ci saranno ripercussioni negli accordi bilaterali tra i due paesi.
Ma – dopo l’abbandono del mercato Usa per via delle pressioni del Governo sulle aziende telefoniche nazionali (Leggi articolo Key4biz) – la strada per Huawei si fa in salita anche in Europa.
Anche in Francia, infatti, alcuni dirigenti di società tlc hanno affermato che il Governo in genere li scoraggia dall’acquistare sistemi dai vendo cinesi per le infrastrutture core ma non ha obiezioni per quanto riguarda le stazioni base delle reti mobili.
L’azienda, dal canto suo, chiarisce che “prima di essere selezionata da BT nel 2005, è stata sottoposta ad un audit completo e rigoroso che comprendeva 11 aree differenti di analisi, tra cui lo sviluppo strategico, i sistemi manageriali, la responsabilità sociale d’impresa e la gestione della sicurezza. Al termine dell’audit dettagliato, durato due anni, BT firmò il primo contratto con Huawei. Da allora, BT ha continuato a condurre valutazioni annuali su Huawei e dopo otto anni di collaborazione abbiamo costruito una relazione proficua per entrambi”.
“Crediamo – aggiunge la società – che questo report possa contribuire ad aumentare l’attenzione del governo e dell’industria delle comunicazioni al fine di richiedere standard di sicurezza superiori a livello mondiale, per ridurre ulteriormente i rischi e migliorare le reti, rendondole più sicure per gli utenti finali”.
Riguardo il Cybersecurity Evaluation Centre, Huawei ribadisce che il centro è nato dalla collaborazione col governo britannico e gli operatori di telecomunicazioni e ha elaborato un sistema di testing tra i più avanzati al mondo nel campo della sicurezza informatica, che “testimonia la capacità di Huawei nel fornire innovative tecnologie di telecomunicazione ai suoi clienti nel Regno Unito”.