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“Dalla tv al web servono regole uguali per tutti in un level playing field. No a discriminazioni: i giganti di Internet non possono più stare fuori dalle analisi di mercato”. Così il commissario Agcom Antonio Preto, intervenendo alla decima edizione del Forum Europeo Digitale tenutosi a Lucca.
“Urge che il legislatore chiarisca il potere dell’Autorità in materia di tutela dei minori, anche sul mondo web” incalza Preto. “La televisione tradizionale, la cosiddetta “Sofa Tv”, non può restare l’unico media regolamentato, non ha più senso. Le regole dovranno riferirsi a tutti gli attori in campo, ma considerando l’influenza sui mercati nazionali ed europei”.
Il settore delle comunicazioni elettroniche “è caratterizzato da forti asimmetrie regolatorie. Tocca al regolatore ridurre il più possibile l’impatto delle asimmetrie informative sui soggetti deboli del mercato” afferma Preto, spiegando che “in questo senso è cruciale il percorso che la Commissione europea ha avviato con la pubblicazione del Libro Verde dello scorso aprile: un primo passo verso la revisione della direttiva sui servizi media audiovisivi, in cui la piena convergenza di piattaforme televisive ed internet è un dato di fatto”.
Di certo in “un mondo sempre più ‘smart’, dalle città agli occhiali, passando per televisori e telefoni, necessita che anche il regolatore europeo e regolatori nazionali siano smart. Quindi: no ai walled gardens, si agli open gardens”. “L’interoperabilità è essenziale per promuovere la concorrenza sui contenuti, sulle piattaforme e sui device, semplificando il consumo digitale degli utenti”.
Per Preto “lo sviluppo delle tecnologie e il mercato devono prevalere, ma questo deve avvenire accanto alle regole, soprattutto alla luce della repentina crescita del settore: tra il 2011 e il 2012 l’Italia ha registrato il più alto incremento in Europa del numero degli internet, +24%”.
Essenziale inoltre per il commissario il tema della net neutrality. Ma a tal proposito, dichiara, la proposta in materia del Commissario europeo Neelie Kroes “pare una fuga in avanti che rischia creare una discriminazione a svantaggio degli utenti più deboli. Solo quando le Reti di accesso di nuova generazione saranno una realtà diffusa, solo allora potremo parlare di traffic management. Se a pagare il prezzo sono i consumatori, alla fine comunque ci saranno conseguenze negative anche per tutti coloro che erogano servizi ai propri clienti”.
Fari puntati anche sui nuovi diritti e doveri nell’era digitale, con un occhio puntato all’attualità politica. “Il nostro Paese – conclude il commissario – in occasione del processo di riforma costituzionale, che sembra acquisire in questi giorni nuovo vigore, potrebbe porsi all’avanguardia nel dibattito sul tema di stringente attualità dei nuovi diritti e doveri dell’era di Internet”.