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Usa: ‘schedati’ milioni di utenti Verizon, ma il Governo difende l’NSA

Stati Uniti


Dopo diversi ‘no comment’ la Casa Bianca è entrata nel merito della fortissima polemica innescata dallo scoop del quotidiano britannico Guardian, che ha pubblicato un report che prova coma la National Security Agency (l’agenzia Usa per la sicurezza nazionale) stia spiando milioni di utenti Verizon sulla base di un ordine segreto di un tribunale emesso ad aprile.

Un alto funzionario del Governo ha difeso l’operato dell’Agenzia, sottolineandone l’importanza ai fini della lotta al terrorismo che minaccia la nazione.

Il funzionario non ha tuttavia confermato la veridicità del report a firma di Glenn Greenwald, che ha svelato l’esistenza di un ordine ‘Top Secret’ della Foreign Intelligence Surveillance Court (o FISC) che obbliga Verizon a fornire quotidianamente i tabulati di tutte le chiamate, sia quelle nazionali e locali che quelle dirette all’estero.

 

In parole povere, all’azienda telefonica viene chiesto di fornire la cronologia completa delle chiamate di tutti i clienti – ogni chiamata effettuata, il numero a cui è diretta, la posizione del telefono, l’ora della chiamata e la durata oltre a ulteriori “informazioni di identificazione della sessione” – dal 25 aprile al 19 luglio 2013.

L’accesso a questi dati, classificati come ‘metadata’, non necessita di mandati specifici, come previsto dalla sezione 215 del Patriot Act, la legge approvata all’indomani degli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.

 

Dall’ordine, firmato dal giudice Roger Vinson, è comunque escluso il contenuto delle chiamate e il nome dell’abbonato.

Nonostante questo, però, l’insieme dei dati forniti dall’operatore consente alla NSA di avere un quadro completo di chi ogni utente ha contattato, come, quando e dove.

 

“Il documento dimostra per la prima volta che sotto l’amministrazione Obama, i tabulati delle comunicazioni di milioni di cittadini americani vengono raccolti indiscriminatamente ed in massa – a prescindere dal fatto che essi siano sospettati di illecito”, scrive Greenwald.

Una pratica già condotta ampiamente dalla precedente amministrazione ma è la prima volta che ci sono le prove che questa ‘schedatura’ indiscriminata prosegue anche col governo Obama.

 

L’associazione Electronic Frontier Foundation denuncia come queste rivelazioni confermino sospetti a lungo screditati sui programmi di sorveglianza nazionali e dovrebbero “spingere il Congresso e il popolo americano a chiedere al Presidente la verità sul sistematico spionaggio ai danni di cittadini innocenti”.

 

Non si sa, inoltre, se Verizon sia l’unico operatore a dover fornire questi dati, né si sa il documento trapelato sia un ‘unicum’ o l’ultimo di una lunga serie, ma certo è che diverse inchieste in passato avevano raccolto prove sulla raccolta di informazioni da tutti i principali operatori.

Negli ultimi anni, due senatori democratici – rivela sempre il Guardian – hanno più volte suggerito, seppure in maniera criptica, che gli americani sarebbero sconvolti dal conoscere la portata dei poteri di sorveglianza rivendicati dall’amministrazione Obama. Amministrazione che meno di un mese fa è finita nell’occhio del ciclone dopo che l’agenzia di stampa Associated Press (AP) ha denunciato ‘un’intrusione senza precedenti’ nel campo della libertà di stampa da parte del Dipartimento USA di Giustizia, che per due mesi ha segretamente registrato le telefonate effettuate nell’agenzia e da alcuni giornalisti.

Anche in questo caso, il Governo si è difeso appellandosi alla necessario salvaguardia della sicurezza nazionale (Leggi articolo Ke4biz).

 

Già nel 2006, quindi, Usa Today aveva rivelato come la NSA – grazia alla collaborazione (poi smentita) di Verizon Communications, AT&T e BellSouth – avesse creato una banca dati contenente informazioni su miliardi di telefonate effettuate dagli americani nel corso dei precedenti 5 anni. Rivelazioni che suscitarono un tale polverone che per placare le polemiche dovette intervenire lo stesso presidente George Bush, per difendere l’operato dell’agenzia, sostenendo che non c’era stata alcuna violazione e che il governo non scavava né interferiva con la vita di persone innocenti, ma cercava solo di stanare potenziali terroristi (Leggi articolo Key4biz).

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