Consumi: la crisi non risparmia neanche i servizi di comunicazione

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I beni e servizi per le comunicazioni che nei mesi precedenti avevano segnalato una certa dinamicità hanno mostrato una flessione del 2,5%.

Italia


Servizi di comunicazione

Continuano a calare i consumi delle famiglie italiane, che registrano ad aprile una diminuzione del 3,9% su base annua e una riduzione dello 0,1% rispetto a marzo frenati dalla disoccupazione e da un reddito sempre più ridotto.

Secondo l’Indicatore dei Consumi (ICC) la diminuzione dei volumi acquistati dalle famiglie ha riguardato tutte le funzioni di consumo. Anche i beni e servizi per le comunicazioni che nei mesi precedenti avevano segnalato una certa dinamicità hanno mostrato una contenuta flessione della domanda nei confronti dell’analogo mese del 2012 (-0,1%).

 

Nel mese di aprile, a fronte di aumento della domanda per servizi (+0,5%) i beni hanno mostrato una flessione dello 0,4%. Il dato più negativo è quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra una contrazione del 7,5% su base annua. Riduzioni dei consumi particolarmente significative hanno interessato anche l’abbigliamento e le calzature (-6,7%) e gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-6,2%). I dati destagionalizzati mostrano ad aprile una riduzione dello 0,1% rispetto a marzo.

 

L’andamento della domanda – sottolinea Confcommercio – è ancora più negativo rispetto a quanto rilevato nei primi mesi del 2012, mentre la contrazione della spesa reale, pur avendo assunto negli ultimi mesi toni meno intensi rispetto alla seconda parte del 2012, non evidenzia segnali di una possibile inversione di tendenza nel breve periodo. La distanza con i volumi pre-crisi, ultimo trimestre del 2007, supera ormai gli 11 punti percentuali.

Ad aprile 2013 il mercato del lavoro ha registrato, sia in termini congiunturali che tendenziali, un nuovo peggioramento. Rispetto a marzo 2013 gli occupati sono diminuiti di 18mila unità ed i disoccupati sono aumentati di 23mila unità.

 

A livello di singole macro-funzioni di spesa, i dati indicano dinamiche abbastanza articolate. Le diminuzioni più significative si registrano per i beni e servizi per le comunicazioni (-2,5%) e per i beni e servizi per la mobilità (-1,5%). Solo per i beni e servizi ricreativi si rileva, su base congiunturale, un aumento apprezzabile (+2,0%), dato che appare come un tentativo di recupero dei livelli di consumo per alcune delle voci che lo compongono.

 

Quanto alla produzione industriale, stando all’indagine rapida di Confindustria, a maggio si è registrato, in termini congiunturali, un modesto arretramento (-0,1%), dopo il +0,2% di aprile. I dati degli ultimi mesi lasciano presupporre un’attenuazione nella caduta della produzione, anche se le indicazioni provenienti dagli ordini (in calo dello 0,4% a maggio), non lasciano spazi per ipotizzare, a breve, un significativo miglioramento dell’attività produttiva. In questo contesto, il clima di fiducia delle imprese, pur risultando ancora ai minimi, è leggermente migliorato a fronte di un deterioramento di quello relativo alle famiglie.  (A.T.)

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