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Perchè l’operazione di separazione della rete di accesso di Telecom Italia sia “idonea a conformare positivamente le dinamiche concorrenziali esistenti”, è indispensabile che essa sia accompagnata “dalla definizione di un quadro certo di regole che garantiscano un accesso alla rete a parità di condizioni a tutti gli operatori”.
Lo ha affermato il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella, nella sua audizione alla X Commissione Parlamentare Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera, sottolineando altresì che “…è di cruciale importanza che anche tale nuova fase sia gestita dall’autorità di regolazione e dall’autorità di concorrenza in modo complementare: la disciplina antitrust, deputata ad intervenire nei confronti delle condotte delle imprese che ostacolano o impediscono la concorrenza; la regolazione settoriale, attraverso regole generali e fissate a priori, volta a definire gli assetti di mercato, conformandoli ai principi della concorrenza, dell’efficienza e del progresso tecnologico”.
“Se la regolazione settoriale interviene ex ante a definire un quadro di regole ispirate al principio della concorrenza e compatibili con il mercato, l’intervento antitrust si colloca nella fase a valle, essendo volto a verificare ex post l’eventuale illiceità di comportamenti che, pur formalmente conformi alla regolazione, sono tuttavia idonei a generare effetti anticompetitivi”, ha aggiunto il Presidente Antitrust.
Pitruzzella ha anche ribadito che c’è bisogno dei fondi pubblici per realizzare le reti di nuova generazione nelle aree a fallimento di mercato, ma ha ribadito che tali interventi debbano essere quanto mai ‘oculati’ per non contravvenire alle norme europee sugli aiuti di Stato.
“Qualsiasi intervento con fondi statali dovrebbe limitare per quanto possibile il rischio che la misura di aiuto soppianti gli investimenti privati, snaturi gli incentivi agli investimenti commerciali e, in ultima analisi, sia idoneo a falsare la concorrenza”, ha affermato Pitruzzella, sottolineando che lo sviluppo delle nuove reti fisse a banda larga e ultra-larga, così come delle reti mobili di quarta generazione rappresenta attualmente una fase delicata nel processo concorrenziale dei mercati, “atteso che si presentano opportunità di ingresso per nuovi soggetti nel mercato e si pongono le fondamenta strutturali che incideranno sullo sviluppo della concorrenza nel medio-lungo periodo”.
Lo scorporo della rete di Telecom Italia è stato anche al centro della riunione odierna del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha reso noto di aver ascoltato una relazione degli uffici sull’informativa fornita dal gruppo telefonico lo scorso 30 maggio in merito al progetto di separazione societaria della rete.
Il Consiglio ha quindi informato di aver incaricato gli uffici di procedere con l’analisi dell’impatto dell’operazione “sulle condizioni di mercato e concorrenziali, nonché sulla regolamentazione dei mercati dell’accesso” e ha altresì sottolineato la necessità di dar corso “ad un’interlocuzione tecnica con Telecom Italia per acquisire ulteriori elementi informativi, in aggiunta e ad integrazione di quelli ricevuti nella nota del 30 maggio scorso”.
Gli approfondimenti serviranno all’Agcom per avere ulteriori chiarimenti sull’esatta definizione del perimetro della rete oggetto della separazione, sulla governance della nuova società oltre che sulle modalità e i tempi per realizzare il sistema di equivalence of input.
Per maggiori approfondimenti:
Testo dell’audizione di Giovanni Pitruzzella presso la X Commissione della Camera dei Deputati