Mercato unico digitale, Luigi Gambardella: ‘Ripensare le policy sulla concorrenza per stimolare investimenti’

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Partecipando al ‘10th Convergence Summit’ dell’Arab Advisors Group in corso ad Amman, in Giordania, il presidente del board ETNO ha chiesto un nuovo approccio alla concorrenza che non è più un ‘fatto nazionale’ ma globale.

Europa


Luigi Gambardella

L’attuale struttura del mercato europeo delle telecomunicazioni e il quadro regolatorio di riferimento devono subire delle radicali modifiche affinché l’Europa colga a pieno il potenziale di crescita generato dal settore, che contribuisce al 3% del PIL Ue.

È quanto ha affermato il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, partecipando al “10th Convergence Summit” dell’Arab Advisors Group in corso ad Amman, in Giordania.

Secondo Gambardella – che è intervenuto al panel ‘State of the Industry’ – è urgente stimolare gli investimenti nelle reti di nuova generazione, e per farlo servono regole stabili e prevedibili: “I continui cambiamenti alle regole del settore rischiano di escludere gli investimenti privati”, ha affermato.

 

Il settore delle telecomunicazioni vale il 3% del PIL europeo e contribuisce in maniera determinante – grazie alle reti a banda larga – all’aumento dell’efficienza e della produttività dell’intera economia continentale.

 

Attualmente, tuttavia, il settore è ostacolato da un’eccessiva frammentazione che pone gli operatori europei in netto svantaggio rispetto ai competitor asiatici e nordamericani.

In un momento in cui si discute di mercato unico digitale, quindi, queste tematiche dovrebbero essere messe in cima alla lista di priorità ed affrontate con una serie di misure concrete, da attuare nel più breve tempo possibile.

“Se la nostra industria deve competere a livello globale, gli operatori devono poter raggiungere una scala maggiore per contenere i costi e investire di più e questo obiettivo non può essere raggiunto senza una parallela evoluzione dell’attuale quadro regolatorio”, ha detto Gambardella, sottolineando che il nuovo approccio europeo “dovrebbe riconsiderare il modo in cui finora abbiamo pensato alla concorrenza”.

In che modo?

Se l’approccio attuale ha consentito la liberalizzazione dei mercati nazionali e facilitato l’accesso ai servizi ed è stato determinante in un momento di crescita. Ma ora che il settore deve confrontarsi con ricavi in calo e con la mancanza di sostenibilità sul lungo periodo, “questa strategia non può più essere considerata ragionevole, credibile o efficace”.

“In realtà – ha aggiunto – la concorrenza si è spostata dal livello nazionale e anche dal livello europeo, all’arena globale”.

 

Guardando quindi al quadro più ampio, Gambardella ha sottolineato che c’è bisogno di collaborare a livello globale per sviluppare un framework solido per la crescita e la sostenibilità dell’economia digitale. Un insieme di regole condivise che garantiscano parità di condizioni per tutti i soggetti attivi sul mercato, in particolare per quel che concerne il pagamento delle tasse e la protezione dei dati (molti OTT sono infatti sulla graticola per l’uso dei cosiddetti sistemi di ‘ottimizzazione fiscale’ e per lo scarso riguardo al diritto alla riservatezza dei dati, sancito sia dalla carta dei diritti fondamentali che dal Trattato europeo).

 

Il “10th Convergence Summit” che si chiuderà domani rappresenta un momento di confronto importante per i player del settore. Diversi i partecipanti in rappresentanza non solo dell’industria tlc mediorientale ma anche del mondo del web, del broadcasting e delle infrastrutture. Tra questi, Ammar Aker (CEO di Paltel Group), Ahmad Hanandeh (CEO, Zain), Jean-François Thomas (CEO, Orange Jordan), Ahmed Ossama (Vice-President, Telecom Egypt), Ali Korur (Vice-President, Eutelsat) e Nabil Shanti (Vice-President, Arabsat). Presenti ai lavori anche rappresentanti di Google, Ericsson, Cisco Systems, Sky News e Vodafone Egypt. (A.T.)

 

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