Scorporo rete: i sindacati chiedono tutele per i lavoratori e chiarimenti sulle strategie post spin-off

di Alessandra Talarico |

All’azienda, le organizzazioni sindacali intendono chiedere chiarimenti sia sul perimetro delle attività che confluirebbero in Opac sia sul ruolo e la partecipazione di Telecom nella nascente società.

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Telecom Italia

All’indomani della decisione di Telecom Italia di procedere con lo scorporo della rete fissa, i sindacati chiedono che venga posta la giusta attenzione agli effetti dell’operazione sull’occupazione e domandano un incontro con i vertici per avere un quadro più chiaro su temi non certo marginali riguardanti, in particolare, “lo scenario industriale, strategico e occupazionale che si determinerà a seguito dello scorporo, sia nella nascente NewCo e sia nel Gruppo Telecom”.

 

Vito Vitale, segretario Fistel-Cisl, ha sottolineato l’urgenza di regolamentare anche nel nostro Paese il sistema duale per la partecipazione dei lavoratori nelle decisioni delle aziende attraverso i consigli di sorveglianza e ribadito che la tutela dell’occupazione è la priorità assoluta per garantire il futuro delle circa 24.000 persone che attualmente resterebbero nelle divisione Caring, Staff, Commerciale e quelle di Information Technology e di tutte le Aziende minori del Gruppo.

Vitale considera infatti squilibrato l’attuale assetto occupazionale all’interno di Telecom “tra le attività di Open Access, Staff e Caring con queste ultime due in eccedenza di personale come scaturito dai recenti accordi del 27 Marzo 2013”.

 

All’azienda, le organizzazioni sindacali intendono chiedere chiarimenti sia sul perimetro delle attività che confluirebbero in Opac sia sul ruolo e la partecipazione di Telecom nella nascente società, che dovrà avere una Governance indipendente per assolvere al ruolo di società delle reti per lo sviluppo delle infrastrutture del Paese.

Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom-Uil, reclama maggiore certezza anche  “sulla parte di debito che verrà spostata sulla newco”.

Servono inoltre, dicono, maggiori informazioni sia sulle strategie in termini di investimenti e mantenimento del Business, per chiarezza verso tutti i 46 mila dipendenti a cui si aggiungono le migliaia degli appalti di rete e dei call center.

 

Per CGIL e SLC CGIL una questione così delicata come la separazione della rete d’accesso, mai affrontata da nessun’altra azienda di settore “…non può essere affrontata con sufficienza ed approssimazione in linea con gli errori che sono stati fatti dalla privatizzazione in avanti”.

“Allo stato non è dato sapere cosa si scorpora, quanti lavoratori sarebbero coinvolti, quali gli effetti sul perimetro dell’azienda, sui suoi conti e debiti, sugli investimenti e la redditività”, denunciano ancora CGIL e SLC CGIL.

 

Anche il Governo, inoltre, deve chiarire la sua posizione in un quadro trasparente di rapporti con l’azienda e con le organizzazioni sindacali in un’ottica di crescita dell’economia del Paese e della occupazione quanto mai necessari.

 

Nei giorni scorsi, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato ha affermato nel corso del question time alla Camera che il Governo “assicura il massimo impegno per porsi come costante e attento riferimento per tutti gli operatori economici coinvolti, a garanzia sia dei livelli occupazionali oggi assicurati da Telecom sia per la tutela della sicurezza della rete e dello sviluppo tecnologico del paese” (Leggi articolo Key4biz).

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