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Big data. Neelie Kroes: ‘I dati sono il carburante dell’economia digitale. Essenziali regole e standard’

Unione Europea


“La conoscenza è il motore della nostra economia e i dati sono il carburante”. Così il commissario Ue Neelie Kroes ha introdotto il suo intervento alla Webcast Conference on Big Data di Bruxelles, incentrata proprio sull’importanza dei big data per l’economia.

 

Un mercato, quello dei dati, che cresce al ritmo di 1,7 milioni di miliardi di bytes al minuto, generati da strumenti, sensori, transazioni online, email, video e da innumerevoli altri dispositivi digitali.

 

I vantaggi dell’analisi e dell’elaborazione dei dati sono innumerevoli per diversi settori: per le aziende vuol dire aumento dell’efficienza e della produttività; per le amministrazioni pubbliche vuol dire offrire servizi trasparenti e personalizzati; per gli scienziati l’opportunità è quella di avere a disposizione nuovi modi per condividere, confrontare, scoprire; per i cittadini, infine, big data vuol dire più informazioni, più servizi e più applicazioni in grado di rendere la vita più semplice.

 

Per massimizzare questo potenziale, soprattutto all’alba dell’ulteriore ‘rivoluzione’ rappresentata dalla generazione automatizzata dei dati, la politica deve agire al più presto, innanzitutto con “un set di regole che minimizzi i costi dei dati, li renda disponibili per il riuso e ne consenta il libero flusso in Europa senza compromettere la correttezza, la trasparenza o il controllo da parte degli utenti”.

Entro un paio di settimane dovrebbe essere approvata la nuova Direttiva sui dati del settore pubblico, che semplificherà il processo di riutilizzo dei dati delle pubbliche amministrazioni, per i quali i cittadini hanno già pagato.

Aprendo questa cassaforte, i vantaggi potrebbero essere decine di miliardi di euro l’anno.

 

In secondo luogo, bisogna rafforzare la fiducia nei consumatori circa l’uso corretto dei dati e per questo la Commissione sta spingendo sulla riforma della Direttiva sulla protezione dei dati, risalente al 1995.

 

Tale riforma, secondo Kroes, potrebbe creare un valore aggiunto da 2 miliardi di euro l’anno per l’economia europea.

 

Una spinta al mercato dovrà arrivare poi, oltre che dalla legislazione, anche dalla standardizzazione, dall’interoperabilità e dall’armonizzazione dei formati, altrimenti – anche se i dati sono a portata di mano – sarà difficile usarli e mettere in circolo nuove idee e servizi innovativi.

A questo scopo, la Commissione si è impegnata con gli stakeholder europei per la messa in atto di accordi e standard che garantiscano l’interoperabilità e l’integrazione delle informazioni del settore pubblico e sta anche promuovendo la standardizzazione dei formati e l’armonizzazione delle condizioni di licenza sul portale Open Data.

 

Un terzo punto essenziale, ha ricordato la Kroes, riguarda l’impegno della Commissione sul versante dei finanziamenti alla ricerca e all’innovazione sui ‘big data’, settori ai quali – nell’ambito dell’attuale programma di ricerca – sono stati destinati finora circa 76 milioni di euro l’anno.

Impegno che, ha aggiunto, continuerà compatibilmente con le decisioni del Consiglio e del Parlamento sul budget per i prossimi anni perchè l’Europa deve poter contrae su un’industria forte e su aziende che riescano a innovare.

L’attenzione si concentrerà pertanto oltre che su aziende già forti in questi settori – come SAP, ATOS e Telefonica – anche sulle startup e sul ‘capitale umano’: come per tutti i mestieri digitali, anche la domanda di esperti in dati sta aumentando: lavori come il ‘data scientist’ – concetto che si faceva fatica a immaginare fino a pochi anni fa – sono in forte crescita.

 

“Aiutare l’innovazione – ha concluso – con nuovi servizi disponibili per tutti i cittadini è un bene per la nostra economia e ci darà una forte spinta, essenziale in tempi di crisi come questi”.

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