Mondo
Nell’indagine riguardante il presunto cartello sul mercato eBook si aggiunge un elemento importante che confermerebbe il coinvolgimento di Apple che, secondo l’accusa, avrebbe stretto accordi anticoncorrenziali con gli editori. E’, infatti, venuta fuori una mail di Steve Jobs, indirizzata a James Murdoch, figlio di Rupert, a capo di Harper Collins, una delle case editrici coinvolte insieme a Macmillan, Hachette, Penguin e Pearson.
L’indagine è stata portata avanti parallelamente dalle autorità statunitensi ed europee. Gli editori hanno deciso di scendere a patti per evitare il processo (Leggi Articolo Key4biz), ma Apple ha preferito seguire altra via, per cui a giugno si attende la deposizione in tribunale dell’azienda e del CEO Tim Cook, ritenuto al corrente dei fatti vista la sua vicinanza a Jobs. Anche se il manager ha sempre sostenuto d’essere completamente all’oscuro dei fatti contestati (Leggi Articolo Key4biz).
La Commissione Ue ritiene che gli editori si siano accordati con Apple, violando le regole antitrust che vietano cartelli e pratiche restrittive, nella vendita di libri digitali passando da un modello di distribuzione all’ingrosso a uno basato su contatti d’agenzia contenente le stesse condizioni, tra cui l’insolita clausola della ‘Nazione più Favorita’ (Most Favoured Nation – MFN) per la vendita al dettaglio.
Questo modello di contratto permette agli editori d’esercitare un controllo diretto sui prezzi di vendita al pubblico.
Bruxelles sospetta che dietro questa mossa ci fosse un’intesa tra gli editori, con l’ausilio di Apple, con l’intenzione di aumentare il prezzo al dettaglio degli eBook nel SEE o comunque impedire che si fissasse un prezzo inferiore.
A confermare adesso l’accusa, partita dal Dipartimento di Giustizia USA nel 2012 (Leggi Articolo Key4biz), spunta questa mail inviata nel 2010 da Steve Jobs per portare gli eBook a 12,99 e 14,99 dollari, contro i 9,99 di Amazon.
Quello che fino a ieri era un sospetto, comincia a diventare una certezza: esisteva un piano per eliminare Amazon.
Così la pensa il Dipartimento di Giustizia statunitense che spiega come Apple, con la complicità degli editori, volesse mantenere elevato il prezzo degli ebook allo scopo di ostacolare o disincentivare il mercato di Amazon.
Finora Apple ha sempre sostenuto di non aver avuto alcun peso su una decisione che è stata delle case editrici senza l’esercizio di alcuna pressione. L’azienda ammette tuttavia la propria battaglia con i libri digitali low-cost, avviata ancora prima che Amazon entrasse in questo business.
Il Dipartimento di Giustizia USA ha più volte ribadito come Steve Jobs avesse “dato l’assenso alla cospirazione che ha portato agli aggiustamenti dei prezzi”.
Del resto lo stesso Jobs ha dichiarato, come si legge nella sua biografia ufficiale, “…Abbiamo detto agli editori ‘usiamo il modello agenzia’, in cui voi regolate il prezzo e noi prendiamo il 30%”, aggiungendo: “…sì, i clienti pagheranno un po’ di più, ma questo è quello che volete comunque, no?”.