Italia
Giornata al cardiopalmo per Mediaset, oggi alla prova del mercato dopo aver presentato i risultati del primo trimestre dell’anno.
Stamani il titolo in apertura ha registro un aumento del 5,46%, per chiudere a +9,07% a 2,356 euro.
Piazza Affari ha accolto positivamente i conti annunciati ieri a Borsa chiusa, che evidenziano i primi risultati del piano di austerity adottato dall’azienda televisiva che ha mantenuto la profittabilità (Leggi Articolo Key4biz).
Per il futuro nessuna stima, Mediaset ha fatto sapere che “la scarsa visibilità e la situazione d’incertezza e instabilità economica in Italia e Spagna non consentono ancora al Gruppo di formulare previsioni attendibili circa l’evoluzione dei ricavi pubblicitari su base annua“.
Dopo il rosso archiviato nei nove mesi e nell’intero esercizio 2012 (Leggi Articolo Key4biz), Mediaset torna dunque all’utile nei primi tre mesi dell’anno per 9,3 milioni, in lieve calo dai 10,1 milioni di un anno prima. I ricavi sono scesi del 15% a 831,6 milioni, l’Ebitda è calato a 321,5 milioni da 371,6 milioni. In crescita invece l’Ebit, salito a 53,4 milioni da 38,5 milioni. L’indebitamento netto è sceso a 1.584,3 milioni da 1.712,8 milioni di fine dicembre.
In Italia la raccolta pubblicitaria totale (Digitalia e Publitalia) si è contratta nel trimestre del 19,4%, i ricavi da attività caratteristica di Mediaset Premium (vendita di carte, ricariche, abbonamenti Easy Pay) sono cresciuti del 10,2% a 144,5 milioni.
Dopo il -20% sfiorato nel trimestre, Mediaset confida nei segnali postivi sui mesi successivi citati da clienti e media buyers, che – dice l’azienda – parlano anche di una stabilizzazione del mercato nella seconda parte dell’anno.
Il direttore generale di Publitalia, Luigi Colombo, in conference call ha detto che “Aprile è stato un mese negativo, il mercato di maggio e giugno dà segnali migliori“. “La mia impressione – ha aggiunto – è che il trend rimarrà negativo, probabilmente ‘high-single digit'” (poco sotto il -10%)”.
In Italia, il gruppo rimane focalizzato sul piano triennale di taglio costi che – ribadisce il gruppo – potrebbe essere raggiunto in anticipo. Nei primi tre mesi dell’anno i costi operativi totali, comprensivi degli ammortamenti, sono scesi del 19% a 600,8 milioni e il target annuale è stato confermato.
E’ proprio il lavoro sui costi ad aver contribuito alla tenuta dei margini nonostante l’ennesimo calo della pubblicità. Oltre ai tagli strutturali, ha spiegato in conference call il CFO Marco Giordani, sono anche stati rinviati alcuni investimenti sui programmi Tv alla luce della debolezza della pubblicità.
Rispondendo a un analista a proposito della “flessibilità” dimostrata dal gruppo in termini di programmazione Tv e costi, Colombo ha commentato che “Nel trimestre abbiamo preferito perdere un po’ di audience rinviando una serie d’investimenti al secondo trimestre. In qualche modo siamo stati forzati dal mercato ad accettare un’audience inferiore“. “Vogliamo essere pronti – ha concluso il manager – a cavalcare la ripresa non appena ci sarà”.