Interferenze LTE: previsti 700 mila interventi, più esposte le aree vicine agli impianti. Intervista ad Alessandro Luciano (FUB)

di a cura di Raffaella Natale |

Italia


Alessandro Luciano

Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, gli operatori tlc inizieranno ad accendere più intensamente le nuove reti 4G. Questa tecnologia permette di erogare servizi di banda ultra-larga mobile, sfruttando la frequenza degli 800 MHz (ex canali 61-69) che è, però, adiacente ad alcuni canali televisivi e ne disturba il segnale, a volte impedendo la visione dei programmi trasmessi.

La Fondazione Ugo Bordoni (FUB), che sta studiando il problema per conto del Ministero dello Sviluppo Economico, ha stimato che saranno circa 700 mila gli interventi attesi. Ma come verranno gestite le problematiche e come si risolverà il problema delle interferenze con i Paesi confinanti? Ne abbiamo parlato con il presidente della FUB Alessandro Luciano.  

 

 

K4B. Il regolamento per la gestione e soluzione delle interferenze LTE è stato approvato di recente. Come verranno coperti i costi degli interventi?

 

Luciano. La gestione delle segnalazioni degli utenti relative al verificarsi di malfunzionamenti sugli impianti per la ricezione televisiva, causati dai sistemi LTE operanti in banda 800 MHz è affidata alla Fondazione Bordoni, che le accoglie attraverso il sito www.helpinterferenze.it. Il ripristino delle corrette condizioni di ricezione prevede l’installazione di un filtro dalle opportune caratteristiche tecniche, che deve essere inserito all’interno dell’impianto di ricezione dell’utente.

Gli oneri sostenuti per l’attività di gestione e per la realizzazione degli interventi di mitigazione delle interferenze sono a carico degli Operatori, i quali sono chiamati a costituire un apposito fondo, contribuendovi in proporzione percentuale secondo principi di proporzionalità e trasparenza, essenzialmente in funzione della tipologia di blocco frequenziale utilizzato da ciascun operatore e del tipo di interferenze ad esso correlato.

 

 

K4B. Quanti filtri occorreranno e quali sono i tempi stimati per il completamento dell’operazione di dotazione dei filtri?

 

Luciano. Le previsioni formulate dalla Fondazione Bordoni nell’ambito del Tavolo Tecnico istituito dal Ministero (dello Sviluppo economico, ndr), stimano un numero complessivo di 700.000 interventi attesi. Questi interventi verranno progressivamente realizzati in corrispondenza della graduale penetrazione delle reti 4G sul territorio. I tempi per il completamento della dotazione dei filtri agli utenti, dipendono naturalmente dai piani commerciali e di sviluppo del servizio che i singoli Operatori intendono attuare. La valutazione della Fondazione è che il problema si avvertirà tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, quando gli Operatori inizieranno ad accendere più intensamente le nuove reti 4G.

 

 

K4B. Quali le zone che risentono maggiormente del problema delle interferenze?

 

Luciano. Statisticamente, ci si attende che le aree maggiormente soggette a potenziali malfunzionamenti siano quelle ubicate nelle immediate vicinanze delle stazioni radiobase. Per la gestione puntuale delle segnalazioni degli utenti, la Fondazione Bordoni ha sviluppato uno strumento di analisi che traccia opportune mappe di rischio, sulla base di  condizioni specifiche quali le caratteristiche radio delle antenne o il tipo di disturbo lamentato dall’utente. Attraverso le mappe di rischio la Fondazione è in grado di valutare caso per caso l’eventuale presenza di un’interferenza  generata dai sistemi radiomobili 4G.

 

 

K4B. Come vi regolerete per le interferenze transfrontaliere?

 

Luciano. Occorre ricordare che la banda a 800 MHz è impiegata nella maggior parte dei Paesi confinanti con l’Italia per servizi radiomobili e, come tale, l’uso coordinato delle frequenze avviene secondo procedure standardizzate e comunemente applicate. Per il coordinamento con i Paesi in cui, ancora per alcuni anni, la banda a 800 MHz sarà utilizzata per le trasmissioni televisive, il Ministero curerà in maniera opportuna la gestione dei rapporti bi- e multi-laterali per l’identificazione di soluzioni adeguate, a fronte di problemi specifici che si potranno eventualmente verificare.

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