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Diritti Tv calcio: per l’Antitrust, Sky non rappresenta un ostacolo alla concorrenza

Italia


Nessun abuso di posizione dominante per Sky riguardo all’acquisizione dei diritti Tv per gli incontri del torneo calcistico UEFA Champions League, nelle stagioni dal 2012 al 2015, e per la trasmissione dei Mondiali di calcio 2010 e 2014.

E’ quanto ha stabilito l’Antitrust, indicando per la Uefa Champions League è emerso che “…l’acquisizione in esclusiva per tutte le piattaforme trasmissive dei relativi diritti per le stagioni 2012-2015 è derivata da un confronto competitivo tra gli operatori televisivi interessati, nell’ambito di una procedura che prevedeva l’assegnazione secondo un approccio a piattaforma neutrale, ossia con pacchetti di diritti trasmissivi esercitabili su tutte le piattaforme televisive”.

 

Successivamente all’ampliamento dell’istruttoria deliberato dall’Antitrust, Sky ha inoltre sub-licenziato i diritti audiovisivi relativi alla UEFA Champions League, con l’approvazione di UEFA, all’unico concorrente nella pay-tv, RTI, per due delle tre stagioni da essa detenute (2012-13 e 2013-14). Pertanto, la totalità dei diritti trasmissivi relativi a tale competizione è attualmente disponibile in modalità a pagamento sia su piattaforma DTT che su piattaforma satellitare, ferma restando la trasmissione in chiaro del miglior incontro del mercoledì da parte di RTI.

Non c’è inoltre ragione di escludere – ha aggiunto l’Autorità – la possibilità che i due operatori giungano a un accordo per la sub-licenza dei diritti di trasmissione anche in relazione alla terza stagione”.

 

Riguardo, invece, ai Mondiali di calcio 2010 e 2014, gli elementi acquisiti nel corso dell’istruttoria non sono sufficienti a dimostrare che la detenzione in esclusiva da parte di Sky dei diritti di trasmissione Tv sia idonea a rappresentare un ostacolo effettivo alla concorrenza di altri operatori nell’offerta di servizi televisivi a pagamento e che sia parte di un disegno di esclusione dal mercato dei concorrenti.

“Pur essendo un contenuto particolarmente attrattivo – ha spiegato l’Agcm – i Mondiali di calcio si svolgono, infatti, in un breve arco temporale e con cadenza quadriennale”.

La visione in chiaro dei principali incontri di tale competizione è, inoltre, assicurata dalla Direttiva comunitaria “Televisione senza frontiere“. L’analisi delle serie storiche mensili del numero degli abbonati ai diversi pacchetti offerti da Sky ha peraltro mostrato che la disponibilità dei Mondiali di calcio in capo all’operatore satellitare non ha generato un aumento significativo di abbonamenti.

 

Sul dossier s’è anche espressa l’Agcom che, in linea con quanto già rilevato dall’Antitrust, nel suo parere ha ribadito che “non sussistono elementi per contestare a Sky un abuso di posizione dominante”.

 

Non viene, quindi, accolta la posizione di RTI che s’era rivolta all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato lamentando il possibile rischio di posizione dominante da parte di Sky.

L’Antitrust ha, infatti, concluso che in base alle informazioni disponibili, sono venuti meno i motivi d’intervento nei confronti della società Sky  in relazione all’abuso di posizione dominante contestato, in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

 

 

Per maggiori approfondimenti:

Provvedimento Antitrust

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