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Cellulari: i rivenditori di San Francisco non saranno obbligati a informare i consumatori sui rischi delle radiazioni

Stati Uniti


La città di San Francisco revocherà in maniera permanente l’ordinanza che avrebbe dovuto imporre ai rivenditori di telefonini di avvisare i consumatori dei potenziali rischi legati all’esposizione alle radiazioni.

La risoluzione del Board of Supervisor della città californiana di accettare un’ingiunzione contro il provvedimento arriva dopo la decisione del tribunale di riconoscere come valide le ragioni dell’industria mobile, rappresentata dalla Cellular Telecommunications Industry Association, secondo cui l’ordinanza avrebbe rappresentato una violazione del diritto alla libertà di parola.

L’associazione, che include tra i suoi membri Verizon Wireless, AT&T, Samsung ed Apple, ritiene inoltre che la messa in atto di una simile misura avrebbe acuto come effetto quello di confondere i consumatori sui rischi legati all’uso del cellulare e sarebbe in contrasto anche alle asserzioni della FCC secondo cui tutti i cellulari legalmente venduti negli Usa sono sicuri per la salute.

 

L’ordinanza avrebbe obbligato i venditori di telefonini a mettere in bella evidenza il valore SAR (acronimo inglese per Specific Absorption Rate – Tasso di Assorbimento Specifico), cioè il valore che misura la quantità di potenza da radio frequenze assorbita dal corpo quando è esposto ad un campo elettromagnetico.

 

Negli ultimi anni, sono stati condotti diversi studi, ma nessuno è riuscito a stabilire con certezza un nesso tra l’esposizione ai campi elettromagnetici dei telefonini e l’insorgere di patologie gravi come il tumore.

 

Secondo l’Agency for Research on Cancer (IARC), l’Agenzia dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che si occupa della ricerca sul cancro, tuttavia, sul lungo periodo questa esposizione provoca effetti sulla salute, aumentando, in particolare, il rischio di cancro. Il pericolo si pone soprattutto per i più giovani e i bambini, esposti per un periodo maggiore alle radiazioni lungo l’arco della loro vita.

 

Uno studio condotto nel 2012 da Gabriel Zada della Keck School of Medicine (University of Southern California) ha evidenziato che l’incidenza dei tumori maligni nella parte del cervello più esposta alle radiazioni dei cellulari è cresciuta significativamente tra il 1992 e il 2006 in California. Zada ha però affermato di non poter trarre conclusioni definitive sui rischi legati all’uso del cellulare.

 

Anche secondo uno studio condotto nel 2005 i bambini correrebbero più rischi degli adulti dall’esposizione prolungata alle onde radio dal momento che il loro sistema nervoso non è ancora perfettamente sviluppato, i tessuti cerebrali riescono ad assorbire maggiore energia ed essi saranno dunque più esposti degli adulti nel corso della loro intera vita, mentre secondo le valutazioni del del National Institutes of Health americano, parlare al telefonino accelera l’attività cerebrale nell’area più vicina all’antenna.

 

Renee Sharp dell’Environmental Working Group ha definito una sconfitta la decisione di rinunciare all’ordinanza: “se l’esperienza del tabacco ci ha insegnato qualcosa, è che è pericoloso attendere fino a quando c’è consenso scientifico su un potenziale rischio per dare ai consumatori le informazioni per proteggersi”.

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