Tre Ministeri al lavoro per fermare la violenza sulle donne. Task-force e braccialetti elettronici contro gli stalker

di Raffaella Natale |

Lodevole iniziativa, ma speriamo che i braccialetti, visto i loro costi, stavolta vengano davvero usati.

Italia


Annamaria Cancellieri

Il sasso lanciato dal neo Ministro alle Pari opportunità, Josefa Idem, che ha proposto una task-force che coinvolga i dicasteri della Giustizia e dell’Interno contro il femminicidio nel nostro Paese, ha trovato il pieno sostegno del Ministro Annamaria Cancellieri.

 

Al prossimo Consiglio dei Ministri, in accordo con il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, il ministro della Giustizia porterà anche la proposta del “braccialetto elettronico per fermare chi perseguita le donne”.

In pratica, ha spiegato il Guardasigilli, si tratta di un dispositivo che dovrebbe impedire allo stalker di avvicinarsi alla propria vittima. Proteggendo quindi chi ha già presentato denuncia e cerca assistenza contro i suoi persecutori.

“Abbiamo la necessità di impedire – ha ribadito la Cancellieri – a chi ha già mostrato comportamenti aggressivi di poter colpire e questa, al termine di un’approfondita indagine, potrebbe essere una soluzione efficace”.

La Cancellieri che ha annunciato la volontà di “rendere efficaci tutte queste misure già previste dalla legge e spesso non applicate per mancanza di risorse”.

 

Altre misure saranno allo studio dei dicasteri competenti, come per esempio la modifica dell’art. 612 bis, 4° co, del codice penale, nella parte in cui prevede l’azione dello Stato solamente nei casi di querela da parte della persona offesa dal reato: la paura e la sudditanza psicologica ingenerata nelle vittime dal loro persecutore spesso li tiene al riparo dalle denunce. Ed ancora, lo stanziamento di nuovi fondi ai centri antiviolenza, che rischiano altrimenti la chiusura.

 

Per quanto lodevole, l’iniziativa del braccialetto elettronico per ‘sorvegliare’ gli stalker solleva qualche perplessità. La misura, già prevista in Italia per alcuni detenuti, non ha trovato grande applicazione e tanti osservatori hanno denunciato l’inutile spreco di denaro pubblico, visto che si tratta di dispositivi molto costosi.

La speranza è, quindi, che questa sia la volta buona, perché il provvedimento trovi ‘reale’ applicazione e non rimanga un bel progetto ma solo sulla carta.

Del resto i dati delle donne uccise in Italia a causa della violenza di genere sono in forte aumento: 124 nel 2012 e 47 i tentati omicidi (Dati della Casa delle donne di Bologna). Un numero altissimo, 901 in totale, che preoccupa e necessità di urgenti interventi politici.

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