Italia
L’applicazione delle nuove tecnologie digitali alla farraginosa macchina della giustizia italiana potrebbe avere un notevole impatto positivo non solo sul rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione o sull’organizzazione e amministrazione della giustizia, ma anche sulle casse degli enti pubblici, con risparmi nell’ordine di 5,6 miliardi di euro in 5 anni per la sola razionalizzazione delle banche dati della PA.
Ma l’utilizzo del cloud computing e la definitiva digitalizzazione della giustizia – con la migrazione di enormi masse di dati verso server remoti che renderanno facilmente accessibili ed immediatamente fruibili ovunque le informazioni a beneficio di cittadini, imprese ed organi amministrativi – non può prescindere dalla predisposizione di regole certe a garanzia della tutela di informazioni di natura estremamente delicata. Occorrono dunque nuove norme da una parte e adattamento di quelle esistenti dall’altra. Cosa accadrebbe, infatti, se i dati andassero persi? E se fossero violati da terzi non autorizzati? O ancora fossero archiviati in un server ubicato in un altro continente?
Di questi temi si occuperà il convegno “EGovernment e E-Justice attraverso il cloud computing” (9 maggio, Università Europea di Roma) nel corso del quale verrà analizzato l’impatto normativo ed economico del cloud sulla PA e la giustizia.
Una ‘rivoluzione’ che permetterà di risparmiare tempo e denaro, oltre a garantire, si spera, una giustizia più a ‘misura di cittadino’, snellendo i tempi per ultimare le pratiche amministrative, evitando corruttele e lungaggini che spesso contribuiscono a far prescrivere i reati, tagliando i costi inutili legati, ad esempio, alle massicce quantità di carte ancora oggi trasferite quotidianamente con auto e furgoncini tra uffici diversi di una stessa ASL “per posta interna”.
C’è chi pensa che questo sia solo un sogno, ma come dimostrano le prime applicazioni sperimentali in campo di amministrazione elettronica e giustizia telematica, c’è spazio per l’uso su larga scala delle nuove tecnologie che però, come dicevamo, devono procedere di pari passo con un aggiornamento della legislazione. Essenziale, quindi, il lavoro accademico in équipe di giuristi, economisti e tecnici, così come è avvenuto nel caso del progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) sul tema “La regolamentazione giuridica delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) quale strumento di potenziamento delle società inclusive, innovative e sicure” che sarà presentato, in occasione del convegno, dal suo coordinatore nazionale, professor Alberto M. Gambino.
Il Progetto, a cui partecipano gli Atenei di Bologna, Roma Tor Vergata, Napoli Federico II, Seconda di Napoli, Salerno e Benevento, è approvato e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e coordinato dall’Università Europea di Roma.
Nel corso dei lavori interverranno Roberto Viola, Deputy Director General European Commission DG Connect e Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, i docenti Natalino Irti, Raffaele Guido Rodio, Donato Limone, Francesco Romeo, Vincenzo Zeno-Zencovich e Francesco Cardarelli.
La sessione sull’eJustice sarà presieduta da Stefano Rodotà, e vi prenderanno parte Giusella Finocchiaro, Francesco Di Ciommo e Bruno Sassani.
Nel pomeriggio si terrà una Tavola Rotonda in occasione della presentazione del volume “Regolamentazione e contenzioso tra operatori nelle comunicazioni elettroniche“, di Gilberto Nava, Giappichelli Editore, 2012.
Il libro, come spiega il suo autore, è la prima analisi sistematica nella dottrina italiana di un importante potere che è stato attribuito dalle direttive comunitarie del 2002 all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCom), ma che soltanto recentemente l’Autorità ha deciso di valorizzare in modo sistematico: la regolamentazione di specifici aspetti del mercato delle comunicazioni attraverso le decisioni nei procedimenti contenziosi tra gli operatori.
Chiuderà l’incontro una sessione dedicata alla deontologia professionale nell’uso delle nuove tecnologie presieduta da Filippo Vari, coordinatore dell’ambito di giurisprudenza dell’Università Europea di Roma, ed alla quale parteciperanno Riccardo Bolognesi, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Roma ed Aniello Merone.
Previsto inoltre l’intervento del neoministro della Pubblica Amministrazione, Gianpiero D’Alia. (a.t.)