Mercato unico digitale, ETNO: ‘Senza armonizzazione delle frequenze a rischio lo sviluppo del wireless’

di Alessandra Talarico |

ETNO risponde alla consultazione lanciata dal Radio Spectrum Policy Group (RSPG) sulle sfide strategiche dell’Europa in tema di spettro radio. Daniel Pataki: ‘trovare al più presto soluzioni adeguate ad affrontare la crescente domanda di spettro’.

Europa


Spettro radio

“L’uso delle frequenze per la banda larga mobile dovrebbe essere armonizzato a livello europeo e, preferibilmente anche a livello globale”. È questa la posizione espressa dagli operatori tlc europei di ETNO nell’ambito della consultazione lanciata dal Radio Spectrum Policy Group (RSPG) sulle sfide strategiche dell’Europa in tema di spettro radio.

Il crescente utilizzo di dispositivi mobili rende la questione quanto mai urgente: da un’oculata gestione delle risorse frequenziali dipende lo sviluppo del settore wireless e non solo. Già oggi, solo in Europa, lo spettro radio supporta 3,5 milioni di posti di lavoro e attività economiche per oltre 250 miliardi di euro all’anno, compresi i servizi a banda larga senza fili.

Il mercato europeo è attualmente molto frammentato, caratterizzato – come ha puntualizzato il Commissario Neelie Kroes – da un “caleidoscopio di regole e pratiche diverse”.

Gli Stati membri sono inoltre scettici di fronte alla possibilità di una licenza paneuropea, che vorrebbe dire perdere la possibilità di utilizzare i proventi delle aste per riempire le casse pubbliche.

Un atteggiamento, questo, definito ‘poco lungimirante’ dal vicedirettore generale della DG Connect Roberto Viola, che sul tema è stato chiaro:  “Gli operatori devono avere un passaporto valido per poter offrire i loro servizi e questo si collega a un quadro normativo più armonizzato”.

Viola ha confermato che il nuovo pacchetto di regole per il mercato unico digitale – che dovrebbe essere finalizzato entro ottobre – includerà “misure concrete” che interesseranno la gestione dello spettro radio in Europa. Misure che inizialmente si voleva inserire in un documento separato.

 

Secondo la Ue, il coordinamento del dividendo digitale potrebbe aumentare l’impatto economico dello spettro da uno a tre miliardi di euro all’anno.

Dello stesso parere il direttore di ETNO, Daniel Pataki, che sottolinea la necessità di trovare al più presto le soluzioni adeguate ad affrontare la crescente domanda di spettro.

Da tali soluzioni, ha affermato, “dipenderà la diffusione dei servizi a banda larga mobile nei decenni a venire”.

“Razionalizzare l’assegnazione delle frequenze per i servizi wireless contribuirà a una maggiore armonizzazione delle rete e dei dispositivi consumer (chiavette, tablet, smartphone) che saranno compatibili in tutti i mercati. Questo creerà maggiori economie di scala per i produttori e gli operatori e contribuirà alla crescita del mercato unico digitale”, ha aggiunto Pataki.

 

Entro il 2015, la Commissione intende assegnare alla banda larga mobile altri 1200 megahertz di spettro radio.

Per raggiungere questo obiettivo bisogna innanzitutto rimuovere le barriere all’armonizzazione dello spettro 700 MHz a livello internazionale.

Tali frequenze sono pregiatissime e, come richiesto dalla Commissione europea e dalla conferenza mondiale di Ginevra del 2012 nell’ambito dello sviluppo dell’agenda digitale, a partire dal 2015 dovranno essere disponibili anche per la banda larga wireless e non solo per la Tv.

 

A questo proposito Massimiliano Simoni, presidente dello Spectrum Issues Working Group di ETNO sottolinea l’importanza di definire un piano per la banda 700 MHz compatibile con il piano individuato in Asia e già adottato da molti paesi dell’America centrale e meridionale.

“Lo sviluppo di una politica strategica a lungo termine sulla futura convergenza non deve ritardare il lavoro di preparazione sull’assegnazione della banda 700 MHz ai servizi mobili nel contesto dell’agenda WRC-15” ha detto ancora Simoni, spiegando che ETNO ha già espresso l’opinione che alcuni servizi molto voraci di banda larga come l’UHDTV e la 3DTV sono più adatti per la diffusione di via cavo o via satellite, invece che UHF.

ETNO, pertanto, concorda con l’RSPG sul fatto che “le tecnologie mobili e fisse a volte sono in concorrenza ma, in altri casi come questo, sono complementari”.

 

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