Italia
L’intervista con cui il presidente della Camera Laura Boldrini ha denunciato le centinaia di minacce che ogni giorno riceve via web ha riaperto una pagina delicata e controversa, quella dei limiti che con urgenza devono essere posti al selvaggio uso d’internet per dar sfogo all’inciviltà.
Si può parlare di minaccia alla libertà della rete, come già qualcuno ha avuto l’ardire di fare sui social network, sol perché si chiede che le minacce e le offese online vengano giudicate come quelle magari fatte per telefono o con lettere ritrovate nella propria cassetta della posta? Perché c’è subito qualcuno che trema e urla alla ‘censura’ quando si parla della necessità di porre regole certe per internet?
Il web non può essere considerato lo spazio dell’anarchia, quel cyber world dove tutto è ‘lecito’ o quasi e ci si può permettere di farsi un profilo sulle reti sociali giusto per avere lo strumento e l’ampia cassa di risonanza garantita da internet per diffondere i propri insulti.
Pretendere che ci siano norme a riguardo non significa pretendere, illusoriamente, di poter guardare quanto avviene su internet con l’occhio del Grande Fratello. Questo non è auspicabile, oltre che impossibile da realizzare, ma credo che sia giusto garantire la punibilità di chi commette simili reati.
“So bene – ha commentato il presidente della Camera – che la questione del controllo del web è delicatissima, ma non per questo non dobbiamo porcela. Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta sia considerata in modo diverso dalla stessa cosa via Internet. Se il web è vita reale – e lo è – non possiamo più considerare meno rilevante quello che accade in rete rispetto a quello che succede per strada”.
Solidarietà alla Boldrini è stata espressa anche dal presidente del Senato, Piero Grasso, che sulla necessità di leggi per il web ha puntualizzato: “…le dobbiamo assolutamente ideare” , ma occorre anche la collaborazione con altri Paesi.
“Attraverso il web – ha spiegato l’ex procuratore antimafia – si commettono tanti reati ed è necessario che ci sia una volontà internazionale perché purtroppo i server da cui poi nascono le possibilità di identificare le persone sono in Paesi che non collaborano sotto il profilo giudiziario e questo è un grave problema”.
“E’ proprio la globalizzazione – ha concluso Grasso – che non consente il perseguimento dei reati e questo bisogna fare in modo che finisca una volta per tutte”. E’, quindi, giusto pensare a una collaborazione forte tra Stati che vada in questa direzione e che contempli anche contenuti, aspetti fiscali e gestione dei dati…
Il governo di Enrico Letta dovrà mettere mano alla materia, ma lo dovrà fare al più presto perché non debba più accadere che la Boldrini o tantissime persone come lei debbano ricevere mail di ingiuria e minaccia o vedersi gli account di posta violati come è accaduto ai parlamentari del M5s (Leggi Articolo Key4biz) o usurpata la propria identità digitale com’è stato recentemente per un Ministro.
Non vogliamo entrare nel merito dei messaggi recapitati online alla Boldrini, il cui contenuto osceno e grave non necessità d’essere fatto circolare oltremodo, suscitando in qualcuno l’emulazione, ma devono servire da monito sull’urgenza di mettere un freno a tutto questo.
“Ogni volta che s’interviene a cancellare un messaggio, a oscurare un sito – ha commentato Roberto Natale, portavoce della Presidente – c’è una reazione fortissima della rete che invoca la libertà e parla di censura”. Valentina Loiero, responsabile comunicazione: “Al principio abbiamo individuato un sito, di cui è titolare Antonio Mattia, che aveva diffuso la foto di una nudista spacciandola per Laura e aveva dato il via ai commenti sessisti. Abbiamo informato la polizia postale. La reazione dell’uomo alla visita delle forze dell’ordine è stata una denuncia di violazione della privacy a cui hanno fatto seguito in rete accuse di abuso di potere, subito riprese da esponenti politici della destra“.
Le denunce sono partite e la magistratura sta indagando. Ma, ha osservato la Boldrini, “è come svuotare il mare con un bicchiere. Credo che ci dobbiamo tutti fermare un momento e domandarci se vogliamo cominciare a pensare alla rete come a un luogo reale, dove persone reali spendono parole reali, esattamente come altrove. Cominciare a pensarci, discuterne quanto si deve, poi prendere delle decisioni misurate, sensate, efficaci. Senza avere paura dei tabù che sono tanti, a destra come a sinistra. La paura paralizza. La politica deve essere coraggiosa, deve agire”.