Stati Uniti
Apple ha avviato ieri la procedura formale in vista del suo primo prestito obbligazionario destinato a finanziare parte dei 100 miliardi di dollari che la società restituirà agli azionisti. L’emissione, che dovrebbe attestarsi a circa 15 miliardi di dollari, sarà suddivisa in sei tranche e con scadenza a 3, 5, 10 e 30 anni. Quattro tranche saranno a tasso fisso e due tranche a tasso variabile.
Il collocamento di uno dei maggiori corporate bond della storia Usa sarà gestito da Deutsche Bank e Goldman Sachs mentre secondo la società di ricerca CreditSight, entro i prossimi tre anni, Apple potrebbe collocare altri bond per una cifra tra i 15 e i 20 miliardi di dollari.
Da qui al 2015, Apple restituirà agli azionisti 100 miliardi di dollari sotto forma di dividendi e riacquisto di azioni. La decisione, annunciata alla presentazione degli ultimi risultati trimestrali (Leggi articolo Key4biz), mira a placare le ansie degli investitori sull’andamento del titolo, che in poco più di sette mesi ha perso il 40% del suo valore (a settembre valeva 705 dollari) bruciando qualcosa come 285 miliardi di valore di mercato.
Nonostante i timori sulla possibile perdita di appeal del marchio e sul possibile rallentamento nei trimestri a venire, Apple continua a generare liquidità: in cassa a fine marzo c’erano 145 miliardi ma la gran parte dei fondi (100 miliardi, appunto) viene detenuta su fondi esteri e se fosse ‘rimpatriata’ la società verrebbe pesantemente tassata. Da qui la scelta di indebitarsi per ottenere una parte dei soldi che dovrà rendere agli azionisti.
Riguardo il giudizio sul titolo, le agenzie di rating Standard and Poor’s e Moody’s hanno deciso di concedere il loro secondo miglior rating, rispettivamente “AA+” e “Aa1”.
Entrambe le agenzie hanno accolto positivamente il solido profilo del gruppo e il basso rischio finanziario dato dall’alto posizionamento del marchio e dall’elevata liquidità, ma hanno al contempo spiegato che al titolo non è stata concessa la ‘tripla A’ – il rating più elevato in assoluto – per via dell’elevato tasso di concorrenza sul mercato dell’elettronica di consumo e delle rapide evoluzioni tecnologiche che tendono a sovvertire in poco tempo le quote di mercato dei player.
Per queste stesse ragioni, Fitch – che non ha dato un rating ufficiale nell’immediato – ha stimato che Apple merita al più una semplice ‘A’, ricordando che ex ‘stelle’ del settore come Sony o Nokia hanno subìto un rapido rovesciamento di fortuna per via del rapido cambiamento di gusti dei consumatori e del contesto altamente concorrenziale.