Mondo
I nuovi servizi, i nuovi modelli di utilizzo, i nuovi business model, la nuova e recente convivenza forzata tra più operatori di diversi settori che concorrono sullo stesso mercato ma con regole diverse pongono in essere delle sfide di non poco conto. Il report ITU ‘Trends in Telecommunication Reform’ evidenzia la natura sempre più globale dell’ICT e il legame cruciale tra la regolamentazione del settore e la disponibilità di servizi affidabili e di qualità.
L’industria ICT resta una delle più dinamiche al mondo e in essa sono riposte le speranze di ripresa economica e crescita inclusiva: sempre più persone sono connesse alla rete, i servizi e le applicazioni per i consumatori e le imprese si moltiplicano, il numero di utenti attivi della banda larga mobile dovrebbe crescere alla fine di quest’anno a quota 2,1 miliardi.
Ma a fianco degli innegabili vantaggi di un mondo sempre più connesso, crescono anche gli interrogativi su quale sia il modo migliore per far sì che le nuove tecnologie apportino vantaggi per la società nel suo complesso: gli impianti giuridici e regolamentari dei diversi paesi sono adeguati a rispondere alle sfide di un mondo sempre più interconnesso, in cui una decisione presa in un paese ha implicazioni nei mercati vicini e anche in quelli più lontani?
E’ su questi temi che si concentra il rapporto ITU ‘Trends in Telecommunication Reform‘ che evidenzia la natura sempre più globale dell’ICT e il legame cruciale tra la regolamentazione del settore e la disponibilità – per individui e aziende – di servizi affidabili e di qualità.
Secondo le previsioni ITU, alla fine del 2013 saranno 688 milioni gli abbonamenti alla banda larga fissa, pari a una penetrazione globale del 9,8%. Il numero di utenti attivi della banda larga mobile crescerà del 21% a quota 2,1 miliardi, pari a tre volte il numero degli utenti della banda larga fissa, ma ancora a un livello decisamente inferiore rispetto al numero complessivo degli utenti dei servizi mobili, che alla fine dell’anno saranno 6,84 miliardi.
Solo nel 2013, calcola ancora ITU, grazie anche al crescente utilizzo dei dispositivi mobili, il traffico IP crescerà di circa 14 exabytes al mese (che equivale al doppio del traffico complessivo generato nel decennio 1994 – 2003), mentre il numero di app scaricate supererà quota 50 miliardi.
A generare la quota maggiore di traffico (90%) saranno i ‘dati’: lo streaming video, il file-sharing, le videochiamate, i giochi online. Soltanto le videochiamale e i giochi sui dispositivi mobili cresceranno del 40% l’anno tra il 2010-2015.
Se i ricavi del settore ICT continueranno a crescere, però, le telco vedranno invece una fetta consistente dei loro introiti (fino al 7% dei ricavi voce, pari a 479 miliardi di dollari) migrare verso i servizi VoIP offerti dagli OTT i cui ricavi, di contro, cresceranno dagli 8 miliardi dello scorso anno a 32 miliardi nel 2017.
Allo stesso tempo, tuttavia, anche la posizione degli OTT è sotto pressione: il caso di Google che ha accettato di pagare Orange per il traffico dati generato sulle reti dell’operatore potrebbe rappresentare un importante precedente per il resto degli operatori, alle prese con il persistente calo delle entrate dai servizi tradizionali.
Per garantire parità di condizioni, evitare pratiche discriminatorie ed assicurare trasparenza ci sarà dunque bisogno di maggiore collaborazione tra i regolatori a livello transfrontaliero, regionale e internazionale.
“La sfida che ogni regolatore deve affrontare è quella di creare l’ambiente adatto allo sviluppo dei servizi e alla competizione, per assicurare la migliore qualità dei servizi, il successo delle offerte di miglior valore e, infine, per garantire che i consumatori riescano ad avvantaggiarsi dal trend di globalizzazione dei servizi”, ha affermato il segretario generale ITU, Hamadoun Touré.
Tra i temi sui quali i regolatori dovranno necessariamente avviare lavori condivisi, il report individua la net neutrality, le politiche sullo spettro radio, i prezzi del roaming mobile e i servizi cloud.
In merito alla neutralità della rete, il report nota che c’è ancora molta confusione sull’argomento anche per il fatto che manca una definizione condivisa di net neutrality tra gli stessi regolatori e stila una serie di raccomandazioni su quali sistemi di traffic management siano accettabili e quali invece siano da considerarsi anti competitivi.
Riguardo le politiche sullo spettro, il report prevede che la pressione su una migliore gestione di questa risorsa aumenterà di pari passo con il boom del traffico mobile, che crescerà di 18 volte tra il 2011 e il 2015, trainato dalle comunicazioni machine-to-machine, dai servizi OTT come il VoIP e dal cloud.
“Le attuali best practice – sottolinea ITU – favoriscono il re-farming, il riuso e la liberalizzazione. Per assicurare una gestione efficiente e la massimizzazione del loro valore, le politiche sulla concessione delle licenze si stanno muovendo verso modelli market-based come le aste, la migrazione in-band, la condivisione o lo scambio dello spettro per integrare o addirittura sostituire processi burocratici vecchi e lenti”.
Numerose sono poi le sfide regolamentari legate al cloud computing e vanno dalla tutela della privacy all’attestazione chiara della proprietà dei dati personali e corporate; dall’uso non autorizzato dei dati alla determinazione delle giurisdizioni legali e al blocco dei lock-in anti competitivi.
Secondo il report, il traffico cloud-based continuerà a crescere e rappresenterà almeno i due terzi di tutto il traffico entro il 2016.
I nuovi servizi, i nuovi modelli di utilizzo, i nuovi business model, la nuova e recente convivenza forzata tra più operatori di diversi settori che concorrono sullo stesso mercato ma con regole diverse (si pensi alle telco che non hanno a che fare solo con gli operatori via cavo ma anche con gli OTT) pongono in essere delle sfide di non poco conto.
“Le questioni coinvolte nella regolamentazione della società connessa sono sempre più complesse. Sempre più reti sono connesse le une alle altre e servizi assumono una natura sempre più transnazionale. Le applicazioni e i servizi a banda larga sono intrecciati sempre più profondamente con una vasta gamma di funzioni sociali, economiche e governative e diventa pertanto sempre più critico il bisogno di un approccio regolamentare coerente, a tutti i livelli, a questioni quali la protezione dei dati e la privacy”, ha affermato Brahima Sanou, Direttore del Telecommunication Development Bureau dell’ITU.
Di fronte a queste importanti questioni che interessano tutti noi, i regolatori nazionali – attivi in oltre 160 paesi – devono quindi dimostrare la flessibilità necessaria per adattarsi alle continue e rapide evoluzioni del mercato e devono “essere dotati delle competenze che li aiutino a destreggiarsi in territori inesplorati, caratterizzati dall’aumento della complessità legata sia alla gestione delle infrastrutture che al moltiplicarsi dei servizi multi-play”, ha concluso Sanou.