Il sorpresone di Tim Cook c’è stato in effetti, ma non è stato un nuovo strabiliante prodotto, quanto l’annuncio dell’incremento a 60 miliardi – dai 10 annunciati in precedenza – del piano di riacquisto di azioni e l’aumento del dividendo del 15% a 3,05 dollari per azione.
Per placare l’irrequietezza degli azionisti, che più volte nei mesi passati hanno chiesto al management di distribuire la liquidità dell’azienda (Leggi articolo Key4biz), ecco l’asso nella manica del contestato Ceo: dei 145 miliardi in cassa, 100 miliardi – 55 in più rispetto a quanto annunciato lo scorso anno – torneranno agli investitori da qui al 2015 attraverso il programma di buyback (il maggiore mai effettuato nella storia del gruppo, e l’aumento dei dividendi).
Una decisione spiegato dal CFO Peter Oppenheimer, che ha affermato: “continuiamo a produrre molta più ricchezza di quanto ne serva per gestire l’azienda, investire nel nostro futuro e mantenere la flessibilità necessaria per sfruttare le opportunità strategiche”.
Tutto il resto è andato come nelle previsioni: Apple ha chiuso il suo secondo trimestre con un utile in calo del 18% a 9,5 miliardi di dollari, pari a 10,09 dollari per azione diluita su un fatturato di 43,6 miliardi di dollari.
Nello stesso trimestre dell’anno passato l’azienda aveva registrato un fatturato di 39,2 miliardi di dollari e un utile netto trimestrale di 11,6 miliardi di dollari, pari a 12,30 dollari per azione diluita. Il margine lordo è stato del 37,5 percento, rispetto al 47,4 percento registrato nello stesso trimestre di un anno fa. Le vendite internazionali hanno rappresentato il 66% del fatturato trimestrale, con la Cina che si conferma il secondo mercato per il gruppo californiano (con vendite raddoppiate su base annua), a fronte della debolezza dell’Europa.
Il cash flow generato dalle operation rimane molto forte, a oltre 12,5 miliardi di dollari.
In lieve crescita (+6,5%) le vendite di iPhone – 37,4 milioni rispetto ai 35,1 milioni dello stesso trimestre di un anno fa. Volano invece (+65%) gli iPad che passano da 11,8 milioni a 19,5 milioni.
Poco meno di 4 milioni i Mac venduti durante il trimestre, rispetto ai 4 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso.
Per il terzo trimestre, Apple prevede un fatturato fra i 33,5 miliardi di dollari e i 35,5 miliardi di dollari, rispetto ai 38,4 miliardi previsti da Bloomberg.
Anche il margine lordo segnerà il passo, attestandosi fra il 36-37%, anche qui a un livello inferiore rispetto al 38% pervista dagli analisti, come conseguenza dell’indebolimento delle vendite di iPhone e della crescita degli iPad, che sono prodotti meno redditizi.
Le spese operative sono previste fra i 3,85 miliardi di dollari e i 3,95 miliardi di dollari.
Quanto ai nuovi prodotti, nel corso della conference call Tim Cook ha affermato che la società sta lavorando a “nuovi entusiasmanti hardware, software e servizi che saranno lanciati tra l’autunno e l’inizio del prossimo anno”.