Le tlc Usa verso nuovo inevitabile consolidamento, mentre in Europa si attendono le nuove misure della Commissione

di Alessandra Talarico |

Le dimissioni di Julius Genachowski dalla FCC potrebbero aprire la strada a una nuova fase di consolidamento, resasi necessaria, secondo il Financial Times, dall’esplosione degli smartphone che ha generato un’impennata nell’uso di internet mobile.

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Il mercato americano delle telecomunicazioni è entrato in una nuova fase di consolidamento, il cui ultimo capitolo è rappresentato dall’offerta da 25,5 miliardi di dollari avanzata dalla Pay Tv Dish Network per rilevare l’operatore mobile Sprint Nextel. Quest’ultima, lo scorso ottobre, aveva già accettato la proposta del gruppo giapponese Softbank che aveva messo sul piatto 20,1 miliardi di dollari per il 70% del capitale.

 

Gli Usa contano circa 320 milioni di utenti mobili, contesi da 4 grandi operatori – Verizon Wireless, AT&T, Sprint e T-Mobile USA (di proprietà di Deutsche Telekom) – e alcuni gruppi ‘minori’ come MetroPCS e Clearwire.

Il fatturato del settore si attesta attorno a circa 178 miliardi di dollari l’anno, ma anche oltreoceano, secondo la società di consulenza PWC Usa, il mercato è prossimo alla saturazione e gli operatori devono riuscire a bilanciare la necessità di mantenere la base utenti e attrarre nuovi clienti con la necessità di investire nelle nuove reti per soddisfare la crescente domanda di dati.

 

Gli operatori Usa, quindi, stanno ora cercando di rafforzarsi sia sul mercato nazionale che, in alcuni casi, all’estero. I due maggiori carrier – Verizon e AT&T – pur nelle limitazioni imposte dall’Antitrust alla loro espansione, stanno valutando le loro opzioni. La prima sta aumentando il pressing su Vodafone per ottenere la quota del gruppo britannico nella joint venture Verizon Wireless, la seconda starebbe cercando di estendersi in Europa per limitare la propria dipendenza dal mercato nazionale.

 

Ma anche ai ‘piani bassi’ del mercato, si stanno disegnando nuovi scenari di aggregazione, con Sprint al centro dell’interesse di Dish e SoftBank e che, a sua volta, sta acquistando Clearwire, che porta in dote una buona quantità di spettro.

T-Mobile, il quarto operatore del mercato Usa, è invece in fase di fusione con MetroPCS. Un accordo che – sottolinea il Financial Times – permetterebbe a Deutsche Telekom di lasciare il mercato americano.

 

Secondo il quotidiano della City, tutti questi accordi potrebbero essere precursori di una prossima fusione tra Sprint e T-Mobile – attualmente terzo e quarto operatore mobile Usa – che da soli non riuscirebbero a competere con le prime due della classe.

 

Resta da vedere, tuttavia, se anche le Autorità americane saranno abbastanza flessibili da permettere questo nuovo consolidamento. Nel 2011, ad esempio, l’offerta da 39 miliardi di dollari presentata da AT&T per T-Mobile venne ritirata perchè respinta sia dal Dipartimento di Giustizia che dalla Federal Communications Commission che temevano il ritorno a un ‘duopolio’ che avrebbe nuociuto alla concorrenza (Leggi articolo Key4biz).

Ora, le dimissioni del presidente FCC Julius Genachowski, potrebbero cambiare le cose, aprendo la strada a questa nuova fase di consolidamento, resasi necessaria, secondo l’analisi del Financial Times, dall’esplosione degli smartphone che ha generato un’impennata nell’uso di internet mobile.

Per soddisfare questa domanda, gli operatori hanno bisogno di maggiori risorse di spettro e, per ottenerlo, esistono due vie: comprare frequenze all’asta o acquisendo rivali più piccoli.

 

Secondo gli analisti, a questo punto, potrebbe essere inevitabile il ritorno a un mercato nazionale ‘a tre’, quello che sarebbe il sogno anche degli operatori europei, che attualmente combattono contro l’eccesso di frammentazione del mercato e stanno cercando di ottenere dalle autorità europee maggiore flessibilità in questo senso, così da poter ottenere le economie di scala che permetterebbero di ricominciare a investire nelle reti mobili di nuova generazione.

Nuove misure Ue che potrebbero accelerare questo processo sono attese per giugno (Leggi articolo Key4biz).

 

Al momento, secondo la società di consulenza PWC Usa, l’unica cosa che accomuna il mercato americano a quello europeo è l’approssimarsi della saturazione: secondo un recente studio, gli smartphone hanno raggiunto una penetrazione del 60% nel segmento postpaid (gli abbonamenti) mentre sono stagnanti i servizi prepagati, pari al 25% della base utenti complessiva.

Un’altra sfida che anche le telco Usa dovranno affrontare è il declino della voce: i minuti consumati mediamente dagli utenti sono scesi infatti da una media di 720 al mese alla fine del 2011 a 673.

“Il mercato mobile è a un punto di svolta…il maggiore consumo di servizi dati richiede continui e significativi investimenti nelle reti da parte degli operatori”, ha spiegato Pierre-Alain Sur di PwC.

“Gli operatori – ha aggiunto – devono trovare il giusto equilibrio tra la necessità di trovare modi innovativi per trattenere e attirare abbonati, la creazione di valore per gli azionisti e gli investimenti nelle reti”.

Tra le strade percorribili, oltre al consolidamento, PWC Usa indica gli investimenti nelle nuove tecnologie machine-to-machine (M2M), i piani dati ‘multi-device’ (Leggi articolo Key4biz) e una maggiore personalizzazione dei servizi.

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