Francia
La Francia chiede con insistenza che l’audiovisivo venga escluso dall’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. Lo ha ribadito il Ministro francese del Commercio Nicole Bricq, spiegando che il governo “intende preservare la vitalità e la distribuzione della propria produzione artistica ed è impegnata a tutelare l’eccezione culturale”.
Istanze che Bricq porterà innanzi al Consiglio informale dei Ministri Ue del settore che si riunirà a Dublino per discutere della partnership transatlantica.
“Abbiamo tutta la volontà di chiudere questo accordo – ha precisato il Ministro – ma non a queste condizioni”.
“Più che un accordo di libero scambio – ha precisato – vorremmo siglare una vera e propria partnership, con obiettivi e progetti comuni e che rispetti i valori di ciascuno”.
Bricq volerà a Washington domani, dove incontrerà i membri del Congresso responsabili delle trattative.
Il mese scorso, Bruxelles ha dato il via libera all’avvio dei negoziati, che vertono anche su altre questioni molto importanti come l’agricoltura e gli OGM.
Pare che il Collegio dei commissari in carica consideri il settore audiovisivo come parte dell’accordo di libero scambio e preveda quindi una potenziale liberalizzazione di questo settore, per rinnovare gli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti. Ma per questo mandato occorre il parere favorevole di tutti i Paesi membri.
Il Commissario alla Cultura, Androulla Vassiliou, e quello al Mercato interno, Michel Barnier, hanno espresso il loro disaccordo dinanzi a tale eventualità.
Evocato da diversi anni, questo progetto ha trovato nuovo slancio dopo la fine del 2011 a seguito del fallimento delle trattative internazionali condotte sotto l’egida della World Trade Organization.
Il ciclo di negoziati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti dovrebbe cominciare la prossima estate e potrebbe durare due anni, prima di arrivare a un accordo di libero scambio.
Gli scambi commerciali tra Ue e Stati Uniti sono aumentati per arrivare a quasi 455 miliardi di euro nel 2011: l’Europa ha esportato oltre 260 miliardi verso gli USA e ha importato poco più di 192 miliardi.
L’industria audiovisiva è il secondo bene d’esportazione degli Stati Uniti. Includere il settore audiovisivo in quest’accordo rischierebbe di indebolire l’insieme delle politiche di sostegno alla creazione audiovisiva e cinematografica europea.
Intanto i maggiori registi europei hanno lanciato una petizione, con la quale si chiede l’esclusione dell’eccezione culturale dall’accordo di libero scambio.
Hanno già firmato circa 80 registi, tra i quali il recente premio Oscar Michael Haneke (“Love”), il danese Thomas Vinterberg, i francesi Michel Hazanavicius (“The Artist”), Eric Toledano e Olivier Nakache (“Intoccabili”), ma anche lo spagnolo Pedro Almodovar, i britannici Ken Loach, Mike Leigh, Stephen Frears e l’americano David Lynch.