Eccezione culturale, la Francia chiede l’esclusione dell’audiovisivo dal Trattato di libero scambio Ue-USA

di Raffaella Natale |

Motivo: includere il settore audiovisivo rischierebbe di indebolire l'insieme delle politiche di sostegno alla creazione audiovisiva e cinematografica europea. I maggiori registi europei, ma anche l’americano David Lynch, hanno lanciato oggi una petizione

Francia


Nicole Bricq

La Francia chiede con insistenza che l’audiovisivo venga escluso dall’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. Lo ha ribadito il Ministro francese del Commercio Nicole Bricq, spiegando che il governo “intende preservare la vitalità e la distribuzione della propria produzione artistica ed è impegnata a tutelare l’eccezione culturale”.

Istanze che Bricq porterà innanzi al Consiglio informale dei Ministri Ue del settore che si riunirà a Dublino per discutere della partnership transatlantica.

“Abbiamo tutta la volontà di chiudere questo accordo – ha precisato il Ministro – ma non a queste condizioni”.

“Più che un accordo di libero scambio – ha precisato – vorremmo siglare una vera e propria partnership, con obiettivi e progetti comuni e che rispetti i valori di ciascuno”.

 

Bricq volerà a Washington domani, dove incontrerà i membri del Congresso responsabili delle trattative.

 

Il mese scorso, Bruxelles ha dato il via libera all’avvio dei negoziati, che vertono anche su altre questioni molto importanti come l’agricoltura e gli OGM.

Pare che il Collegio dei commissari in carica consideri il settore audiovisivo come parte dell’accordo di libero scambio e preveda quindi una potenziale liberalizzazione di questo settore, per rinnovare gli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti. Ma per questo mandato occorre il parere favorevole di tutti i Paesi membri.

Il Commissario alla Cultura, Androulla Vassiliou, e quello al Mercato interno, Michel Barnier, hanno espresso il loro disaccordo dinanzi a tale eventualità.

 

Evocato da diversi anni, questo progetto ha trovato nuovo slancio dopo la fine del 2011 a seguito del fallimento delle trattative internazionali condotte sotto l’egida della World Trade Organization.

Il ciclo di negoziati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti dovrebbe cominciare la prossima estate e potrebbe durare due anni, prima di arrivare a un accordo di libero scambio.

Gli scambi commerciali tra Ue e Stati Uniti sono aumentati per arrivare a quasi 455 miliardi di euro nel 2011: l’Europa ha esportato oltre 260 miliardi verso gli USA e ha importato poco più di 192 miliardi.

 

L’industria audiovisiva è il secondo bene d’esportazione degli Stati Uniti. Includere il settore audiovisivo in quest’accordo rischierebbe di indebolire l’insieme delle politiche di sostegno alla creazione audiovisiva e cinematografica europea.

 

Intanto i maggiori registi europei hanno lanciato una petizione, con la quale si chiede l’esclusione dell’eccezione culturale dall’accordo di libero scambio.

Hanno già firmato circa 80 registi, tra i quali il recente premio Oscar Michael Haneke (“Love”), il danese Thomas Vinterberg, i francesi Michel Hazanavicius (“The Artist”), Eric Toledano e Olivier Nakache (“Intoccabili”), ma anche lo spagnolo Pedro Almodovar, i britannici Ken Loach, Mike Leigh, Stephen Frears e l’americano David Lynch.

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