Twitter sbarca sul mercato musicale con #Music. Canzoni da iTunes, Spotify e Rdio

di Raffaella Natale |

Il servizio, presto disponibile come app anche sui dispositivi Android, al momento è presente solo in sei Paesi. L’Italia dovrà aspettare.

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Twitter Music

Dopo i video, Twitter ha fatto il suo ingresso anche sul mercato sempre più competitivo della musica online. Twitter #music, disponibile sia per il web (music.twitter.com) e sia come app per la piattaforma iOS, sarà presto anche su Android. Si appoggia a iTunes, Spotify e Rdio. Oltre agli Stati Uniti per ora è accessibile solo in Gran Bretagna, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e Canada. Non ancora in Italia.

 

“Oggi lanciamo Twitter #music, un nuovo servizio che cambierà il modo di cercare la musica su Twitter”, si legge sul blog ufficiale del gruppo, che conferma così le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane che si sono rafforzate dopo l’annuncio dell’acquisto del sito musicale ‘We Are Hunted‘.

Twitter e la musica ‘viaggiano bene insieme’, ha fatto sapere la piattaforma di micro blogging, indicando che molti degli account con più follower sono quelli dei cantanti e la metà degli utenti segue almeno un artista.

 

Il servizio si presenta più come un nuovo modo di scoprire i cantanti e d’avere un assaggio delle loro canzoni che come una radio.  

La compagnia spiega di volersi basare sull’attività della rete per far circolare i brani più apprezzati dal pubblico.

Con l’impostazione predefinita, gli utenti potranno ascoltare solo brevi abstract di canzoni – 30 secondi – direttamente da iTunes, il music store di Apple.

Per quanto riguarda, invece, gli abbonati ai servizi streaming di Spotify e Rdio, potranno ascoltare le canzoni per intero collegandosi con i loro account a questi siti via Twitter. La piattaforma ha fatto sapere che col tempo saranno aggiunti altri provider.

 

James McQuivey, analista di Forrester, ha commentato che il lancio di questo nuovo servizio non deve essere interpretato come una svolta verso la musica di Twitter.

L’obiettivo della piattaforma è di aumentare l’impegno degli utenti, incoraggiandoli a essere più attivi sulla rete, dando loro ulteriori mezzi per esprimere i loro interessi.

Una mossa che, quindi, può trasformarsi in una nuova fonte di revenue, soprattutto, pubblicitarie.

 

I siti legali per la musica in streaming, come lo svedese Spotify, numero uno al mondo, o il francese Deezer e l’americano Pandora, finanziati dalla pubblicità o da abbonamenti ‘premium’, piacciono sempre più agli utenti e sono sempre più importanti per le case discografiche a cui versano le royalties.

Queste ultime lo scorso anno hanno rappresentato circa il 15% delle entrate dell’industria musicale americana rispetto al 3% del 2007, stando ai dati forniti dalla RIAA. In alcuni Paesi, come la Svezia, la percentuale ha superato anche il 50%.

 

Da tempo ormai circolano alcuni rumors sul prossimo lancio di un iRadio da parte di Apple, che sarebbe in trattative con le major del disco.

La stampa ha anche parlato del possibile lancio su YouTube di un servizio musicale a pagamento che escluderebbe la pubblicità.

La piattaforma video di Google è già molto usata per la musica, la clip più vista resta ‘Gangnam Style’ del rapper Psy, con oltre 1,5 miliardi di visualizzazioni. E anche ‘Gentleman’ promette bene con già 150 milioni di visite.

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