CDP segue con interesse i piani di Telecom Italia sullo spin-off e dalle Fondazioni arriva l’appello: ‘Le reti restino italiane’

di Alessandra Talarico |

Secondo Bloomberg, Hutchison Whampoa dovrebbe accontentarsi del 10% di Telecom Italia. Il fair value di 3, spiega l’agenzia, è di 1,5 miliardi di euro e difficilmente Telecom accetterà un accordo che conferirebbe al conglomerato asiatico il 29,9%.

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Appena riconfermato ai vertici della Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini ha ribadito l’interesse della CDP per la rete di Telecom Italia.

La Cassa Depositi e Prestiti, attraverso il Fondo Strategico Italiano (FSI) ha già investito nella fibra ottica attraverso Metroweb ed è evidente – ha affermato l’ad – che “guardiamo e seguiamo anche a quelli che saranno i piani futuri di Telecom Italia”, essendo l’infrastruttura dell’incumbent  tra quelle da considerare strategiche per il Paese.

“Credo che sia pacifico – ha detto ancora – che avere un’infrastruttura di Tlc all’avanguardia sia un fattore competitivo importante. Questo fa parte di ciò che la CDP vuol favorire. E quindi tutto ciò che si potrà fare perchè questo avvenga noi lo faremo”.

 

Un assist a favore dell’italianità della rete Telecom è arrivato anche da Giuseppe Guzzetti, presidente ACRI, l’organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni di Origine Bancaria. A queste ultime fa capo oltre il 18,4% della CDP.

Secondo Guzzetti, “…in generale le reti non vanno messe in mano straniera (…) siamo stati ben contenti che Terna e Snam Rete Gas e dintorni siano nelle mani italiane”.

 

Da Guzzetti, un attestato di massima fiducia ai vertici di CDP, (al presidente Franco Bassanini e all’ad Gorno Tempini): “Sono convinto e tranquillo che faranno cose sagge nell’interesse del paese e difendendo i numeri e i conti di CDP”, ha affermato.

Quanto però al possibile ingresso di Hutchison Whampoa nell’azionariato Telecom, Guzzetti ha affermato: “…Il cinese invece che il salvadoregno non spetta a me… C’è solo bisogno che Cdp vada avanti a fare bene quello che ha fatto in questi anni”.  

 

Una proposta sullo spin-off della rete dovrebbe essere presentata in Consiglio il prossimo 8 maggio. Secondo Findim, che controlla il 4,8% della società telefonica, la rete fissa vale circa 13 miliardi di euro.

Ieri, nel corso dell’Assemblea degli azionisti, il presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabè ha affermato che un eventuale accordo con Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione di una newco nella quale conferire la rete, consentirebbe un’accelerazione dei piani di sviluppo del gruppo nei servizi mobili di nuova generazione, considerato il volano della futura crescita del settore.

“Le risorse finanziarie apportate dalla CDP – ha affermato Bernabè – consentirebbero una significativa accelerazione dei piani di sviluppo delle reti di nuova generazione previsti nel piano industriale di Telecom Italia, in linea con gli obiettivi infrastrutturali posti dall’Agenda Digitale europea recepita, di recente, anche nell’ordinamento nazionale” (Leggi articolo Key4biz).

 

 

Per la prima volta, quindi, Bernabè si è pronunciato sulla possibile integrazione di 3 Italia in Telecom, sottolineando che  dall’operazione potrebbero derivare importanti sinergie.

Secondo Bloomberg, intanto, Hutchison Whampoa dovrebbe accontentarsi di una quota non superiore al 10% di Telecom Italia.  

Il fair value di 3Italia, spiega l’agenzia citando una fonte che preferisce restare anonima, è di 1,5 miliardi di euro e difficilmente Telecom Italia accetterà un accordo che conferirebbe al conglomerato asiatico il 29,9%.

Secondo l’analista JP Morgan Hannes Wittig, “Anche se un accordo tra Telecom Italia e H3G ha una forte logica industriale, ci sono questioni relative al controllo che sarebbero insormontabili perchè riteniamo che né l’Italia né Telefonica sarebbero disposti a cedere il controllo”.

Allo stesso tempo, con una quota del 10% “l’esposizione di Hutchison sembra limitata”, ha aggiunto l’analista.

 

Nessuna decisione è stata ancora presa, riferisce ancora la fonte citata da Bloomberg, e Telecom Italia è comunque aperta alle trattative.

 

Alle 15:30, il Telecom Italia segnava in Borsa -1,9% a 0,58 euro. La capitalizzazione della società si attesta a circa 8 miliardi di euro.

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