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IAB Events 2013, investire sull’economia digitale per puntare a 200 mila posti di lavoro aggiuntivi

Italia


Quanto può contribuire la Digital Economy a risollevare le sorti dell’Italia, e non solo, creando occupazione e rilanciando l’economia? Se n’é parlato approfonditamente allo IAB Events 2013 e dai dati presentati ieri a Roma s’è rilevato che in un Paese come il nostro, che sta subendo fortemente la crisi occupazionale, con 2 milioni e 744 mila disoccupati nel 2012 a cui si sommano 2 milioni 975 mila inattivi disponibili a lavorare (Rapporto Istat “Disoccupati, Inattivi, Sottoccupati” – 2012), la Digital Economy può rappresentare la vera svolta per la ripresa anche sotto il profilo occupazionale.

 

Ad aprire i lavori è stato Francesco Profumo, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca,

tra i maggiori sostenitori dell’Agenda Digitale italiana che proprio quest’anno “entra nel vivo” della sua attuazione.

Si passa, ha indicato il Ministro, “dalla fase di sperimentazione alla concreta proposta di sviluppo, che risponde all’esigenza di avvicinare i servizi ai cittadini, con attenzione a utilità quali le città intelligenti e la digitalizzazione nei campi della didattica”.

Profumo ha definito l’Agenda digitale “una necessità per il Paese“, per questo, ha rincarato, è “fondamentale dare il proprio contributo con iniziative di sostegno proattive, che coinvolgano tutti gli attori, in linea con lo spirito e le indicazioni dell’Europa”.

 

 

Dopo l’intervento del Ministro del MIUR l’incontro si è focalizzato sugli aspetti legati all’impatto economico del digitale con focus sull’occupazione.

 

I dati presentati dal General Manager di IAB Italia, Fabiano Lazzarini, hanno evidenziato che in Europa si potrebbero creare 1,5 mln di posti di lavoro in più dalla Digital Economy, se tutti i Paesi EU fossero allineati nelle scelte. 

In Italia sono circa 100mila i professionisti impiegati “direttamente” nel settore internet. Se il nostro Paese, che si posiziona ancora dietro la Spagna, puntasse maggiormente sulla Digital Economy, potrebbe creare una crescita occupazionale pari a quella di Paesi come il Regno Unito, al primo posto della classifica con circa 300 mila occupati nel settore, passando da un livello di remunerazione totale di 4 miliardi di euro a circa 10 miliardi.

 

Se si guarda al solo comparto dell’advertising online, l’Italia si posiziona ancora al settimo posto per numero di occupati, ma si stima che se venissero fatte scelte fortemente orientate verso la digitalizzazione, il livello potrebbe raddoppiare raggiungendo la Francia, o addirittura quintuplicare, arrivando ai livelli attuali del Regno Unito. In questa direzione, risulta ancor più significativo l’indicatore degli investimenti del settore della pubblicità online, che IAB Italia stima sarà del +7/8% nel 2013, confermandosi unico comparto con un trend positivo in un contesto che vede il mercato pubblicitario tradizionale fortemente provato dalla crisi. Per questo motivo Lazzarini ha concluso il suo intervento chiedendo – anche tramite la nomina di un Ministro per l’economia digitale – una maggiore collaborazione pubblico/privata nell’ottica di aumentare la conoscenza e la formazione sul digitale delle aziende, specialmente le PMI, e inserire nelle scuole e Università le professionalità del digitale, ma anche incentivi per la defiscalizzazione dei digital jobs.

 

Marc Vos, partner & managing director di The Boston Consulting Group, ha ricordato cosa significhi “rivoluzione digitale“, ovvero l’opportunità rappresentata dall’internet economy nel mondo. Nel 2016, metà della popolazione mondiale sarà connessa alla rete, per un valore complessivo dell’economia digitale – che già oggi contribuisce per il 4% al PIL mondiale – pari ad oltre 4.000 miliardi di dollari. Un trend in crescita che nel già 2015 porterà al sorpasso da parte dei Paesi emergenti per quanto riguarda il numero di internauti: 1,4 miliardi contro i “soli” 700 milioni dei Paesi sviluppati. Un ecosistema, quello digitale, che va dai servizi di messaggistica all’eCommerce BtoB fino all’mCommerce, per un valore complessivo di quasi 950 miliardi di dollari. Un’opportunità che molti paesi stanno già cogliendo. Vos ha ricordato il caso dell’Olanda e il successo di AMS – IX, la Svezia con il suo 50% di bambini che a 4 anni sono online, la Danimarca che è leader assoluto nel telelavoro, il Regno Unito leader mondiale nell’eCommerce e nell’online advertising, la Corea del Sud leader nell’export digitale e l’Egitto con lo stimolo online del turismo. Tutti stimoli per l’Italia e per il Single Market digitale per EU27.

 

Tutto ciò, ha detto Vos, conferma che puntare sulle potenzialità legate a internet è una scelta obbligata che nessun Governo può astenersi dal percorrere: promuovendo gli investimenti nelle infrastrutture; puntando allo “switch-off” della Pubblica Amministrazione; investendo nell’istruzione e nella creazione delle competenze digitali; stimolando l’eCommerce, l’innovazione e l’imprenditorialità digitale. Ma anche agevolando la mobilità globale dei talenti digitali e armonizzando le regole “del gioco” all’interno della stessa UE.

 

La panoramica offerta dalle due presentazioni ha fornito lo spunto per un importante dibattito sullo sviluppo del digitale in Italia, che ha visto la partecipazione di alcuni tra i principali protagonisti istituzionali del tema, ovvero Antonio Preto, Commissario Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e Simona Zanette, Presidente IAB Italia, i quali hanno, grazie alla moderazione del Direttore di Key4biz, Raffaele Barberio, evidenziato le principali opportunità, ma anche le criticità, della crescita del digitale nel nostro Paese.

 

Preto ha evidenziato che “la missione dell’Agcom è rispondere a esigenze di un mercato complesso ed eterogeneo con dinamicità, garantendo la concorrenza per favorire qualità e competitività del sistema”.

Per questo, ha ricordato Preto, “dal prossimo anno anche il mercato della pubblicità online sarà calcolato nel SIC, al fine di evitare posizioni dominanti, in un settore come quello dell’online advertising che è in costante incremento anche in questa fase di recessione per l’economia globale”.

Prima dell’estate, ha annunciato Preto, l’Agcom avvierà una consultazione pubblica su due assi: promozione della cultura dei contenuti legali; enforcement amministrativi per tutela dei contenuti. Il prossimo 24 maggio si terrà un apposito workshop presso la camera dei deputati.

 

Zanette ha commentato che “IAB è interlocutore e punto di osservazione privilegiato, rappresenta necessità di approccio multistakeholder per fare sistema”.

“Serve rapidità di esecuzione – ha sottolineato il Presidente IAB Italia – con focus sull’alfabetizzazione informatica e sull’incentivazione dell’eCommerce”.

 

Antonio Palmieri, Responsabile Internet e nuove tecnologie del Pdl, Marco Meloni, Responsabile Riforme, PA e ricerca del PD e Cesare Avenia, Consigliere Confindustria Digitale, sono stati i protagonisti della Tavola Rotonda su “risultati e sfide aperte” insieme a  Marco Pierani, Responsabile Relazioni Istituzionali dell’Associazione Consumatori Altroconsumo, i referenti di importanti realtà aziendali come Luisa Piazza, Head of Public Affairs di Seat PG Italia, e di keyplayer della Industry come Stefano Masiero, Amministratore Delegato E-Business Consulting, presenti inoltre in qualità di Sponsor dell’iniziativa.

 

Palmieri ha sottolineato che l’Agenda digitale è frutto delle esigenze di trasparenza e accessibilità, gli open data ne sono esempio. Occorre sviluppare la cultura dell’utilizzo dell’eGovernment e colmare il divario culturale nei confronti del digitale.

“L’Italia – ha concluso Palmieri – non è così indietro come pensiamo, tuttavia non dobbiamo dimenticarci che il digitale è adesso”.

 

Meloni ha rivendicato l’importanza d’applicare la cultura digitale e i temi digitali nei campi del dibattito politico per far sì che essi diventino l’infrastruttura portante di una proposta politica attuale, attiva e riconoscibile.

 

 

Per Avenia, “la necessità di riformare la macchina dello Stato è una grande opportunità dell’Agenda Digitale, occorre dare valore alla cultura che sta alla base della digitalizzazione, lottando contro la #malaICT”.

 

Piazza ha indicato che “buona parte del tessuto economico è distante dalle dinamiche del digitale, solo il 49% delle aziende ha un proprio sito“.

“Necessario, quindi, colmare questi gap incentivando l’alfabetizzazione e ottimizzando le risorse provenienti dall’Europa”.

 

Secondo Masiero, i social network sono un esempio di domanda di servizi proveniente dalle imprese, nonostante l’ignoranza su loro implicazione. Serve, quindi, superare la barriera dei nativi analogici verso il mondo digitale.

 

Pierani ha osservato che l’Italia ha il potenziale per fare la differenza nel mercato digitale, perchè c’è grande richiesta di consumo digitale. Il consumatore oggi è sempre più attivo nel mondo digitale ed è cresciuta l’attenzione per l’online reputation.

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