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3 Italia: ‘Imprecise e fuorvianti’ le voci sui nostri risultati

Italia


Non si è fatta attendere la risposta di H3G alle indiscrezioni riportate stamani da Il Sole 24 Ore sulle risultanze preliminari della due diligence in corso sulla divisione italiana del colosso asiatico Hutchison Whampoa.

H3G ha definito “imprecise e fuorvianti” le voci relative alle performance finanziarie 2012 e al numero effettivo dei clienti di 3 Italia, il quarto operatore mobile italiano, in trattative per l’integrazione con Telecom Italia.

Il numero di clienti di 3 Italia è riportato sia nella relazione annuale 2012 di Hutchison Whampoa, il conglomerato che fa capo al magnate Li Ka-Shing, che nel comunicato stampa ufficiale diffuso da 3 Italia il 26 marzo 2013.

 

3 Italia precisa quindi che il bilancio consolidato di Hutchison Whampoa Limited incluso nella relazione annuale è stato certificato dai revisori indipendenti di PricewaterhouseCoopers e che, pertanto, “i suoi risultati finanziari sono veri e corretti in tutti gli aspetti. Inoltre, contrariamente a quanto riportato oggi da un quotidiano economico, nel 2012 i costi di acquisizione dei nuovi clienti di 3 Italia non sono stati capitalizzati”.

3 Italia, sottolinea ancora la nota della società, considera “dannose per la propria reputazione le notizie inesatte e fuorvianti riportate da alcuni media italiani e si riserva di agire legalmente nei confronti di chiunque perseveri nella loro pubblicazione e diffusione”.

 

Dai documenti finanziari della casa madre si evince che nel 2012 la base clienti di 3 Italia è cresciuta del 4% attestandosi a 9,53 milioni, che i clienti ad alto valore rappresentavano il 46% del totale (rispetto al 38% del 2011) e che il churn rate medio mensile (il tasso di ‘abbandono’ verso altri operatori) è migliorato dello 0,3%.

I ricavi complessivi di 3 Italia, si legge ancora nella nota sono cresciuti del 10% raggiungendo 1,965 miliardi di euro da 1,76 miliardi nel 2011. Al netto dell’impatto del taglio della terminazione mobile la crescita dei ricavi sarebbe stata del 18,4%.

L’EBITDA è stato di 264 milioni di euro, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente mentre l’EBIT si è attestato a 0,5 milioni di euro rispetto ai 5,8 milioni del 2011. L’ARPU totale è pari a 18,44 euro (a fine 2011 era di 19,86 euro).

 

Stamani, Il Sole 24 Ore, basandosi sui dati preliminari della due diligence spiegava invece che, secondo le prime risultanze della due diligence in corso, l’Ebitda rettificato di 3 sarebbe di 98 milioni contro i 264 milioni del bilancio 2012 a causa di metodologie contabili non omogenee.

Per il quotidiano economico, quindi, 3 Italia non varrebbe più del 2,6-3% di Telecom Italia, pur applicando dei multipli più generosi all’azienda di Hutchison Whampoa rispetto a quelli concessi al gruppo telefonico italiano.

Applicando al gruppo guidato da Vincenzo Novari “un multiplo di 7 volte l’Ev/Ebitda e a Telecom uno più conservativo, 5 volte”, sottolinea ancora Il Sole 24 Ore, ne deriverebbe che, conferendo a queste condizioni la controllata italiana, Li Ka-Shing otterrebbe in cambio una quota Telecom non superiore al 3%, comunque troppo bassa per poter avere influenza nella governance.

Sulla base di questi dati, inoltre, 3 Italia non varrebbe più di 700 milioni, molto meno dei 6,3 miliardi a i quali è iscritta nei bilanci della capogruppo asiatica.

Come conseguenza, sostiene il quotidiano, se H3G vorrà entrare nell’azionariato di Telecom Italia, dovrà sborsare più contanti del previsto, oltre che convincere i soci italiani di Telco vendergli le loro quote e il socio industriale Telefonica ad accettarlo come partner.

 

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