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Il Regno Unito spinge sul 5G. Via a consultazione pubblica

Regno Unito


Per evitare di accumulare ritardi come è successo con l’asta 4G, il regolatore britannico Ofcom lancerà questa settimana una consultazione relativa alla liberazione delle frequenze per i servizi internet 5G.

Una decisione, presa con largo anticipo – l’asta delle frequenze per i servizi mobili di quarta generazione si è chiusa appena da qualche settimana – che riflette anche il timore di una carenza di capacità di banda, conseguenza del crescente utilizzo dei dispositivi mobili come smartphone e tablet.

 

Steve Unger, chief technology officer di Ofcom ha spiegato che “Ci sono tre modi per soddisfare la domanda di dati – più spettro, migliore uso delle frequenze e più siti cellulari. Servono progressi su tutti e tre i fronti ed è in effetti questo che noi intendiamo per 5G, per affrontare l’aumento dell’uso di dati”.

 

Secondo i dati del regolatore, il consumo di dati è più che raddoppiato tra il 2011 e il 2012, passando da 9 milioni di Gb a 20 milioni di Gb. Nel consegue che, secondo Ofcom, il traffico dati sulle reti mobili potrebbe crescere di 80 volta tra il 2012 e il 2030.

 

 “Il 5G – ha aggiunto – renderà internet mobile ubiquo. Non si perderà la ricezione e non si dovranno temere rallentamenti. La connessione ci sarà sempre, sarà sempre affidabile, diventando un valido sostituto della linea fissa”.

 

Il lancio del consultazione coincide con lo svolgimento, questa settimana, della European Wireless Conference all’Università del Surrey, incentrata proprio sull’uso del 5G per risolvere il temuto “spectrum crunch“, ossia la carenza di spettro che secondo gli accademici si manifesterà intorno al 2020, quando lo spettro radio sarà usato al massimo della capacità.

 

Già oggi, 1,2 miliardi di persone usano le connessioni mobili a banda larga e saranno oltre 5 miliardi da qui ai prossimi 5 anni.

Il termine 5G ha diversi significati a seconda del paese o dell’organizzazione che lo utilizza, ma nella sua accezione più generale può essere inteso come la prossima generazione di servizi internet mobile ultraveloci e ultra affidabili, per la fruizione di servizi molto voraci di banda come i video ad alta definizione o lo sviluppo di tecnologie nuove in ambito broadcasting e gaming.

A trainare l’uso dei dati saranno anche i sistemi machine-to-machine (M2M), che richiederanno tecnologie di trasporto dati più efficienti e diffuse capillarmente.

Secondo le previsioni del professor Rahim Tafazolli, che coordinerà l’utilizzo di un finanziamento di 35 milioni di sterline da parte del governo e delle telco per lo sviluppo del 5G, il traffico originato dai dispositivi mobili aumenterà globalmente di 1.000 volte entro il 2020.

Bisogna quindi prepararsi con largo anticipo per gestire questo vertiginoso aumento dell’uso dei dati mobili. Uso che sta raddoppiando ogni 18 mesi a fronte di una capacità che invece raddoppia ogni 10 anni.

 

Una parte essenziale della strategia 5G consiste nella liberazione, ed eventualmente nella vendita, delle frequenze attualmente utilizzate dalla Tv digitale terrestre, che Ofcom ritiene possano essere redistribuite senza un secondo switch over: i broadcaster, in sostanza, dovranno ‘traslocare’ sulla banda 600 MHz anche se questo processo potrebbe avvenire non prima di 5 anni. Ofcom sta anche lavorando per incrementare l’efficienza dell’uso dello spettro, utilizzando ad esempio, i cosiddetti ‘white spaces‘.

 

Intervenendo al Mobile World Congress, il Commissario Ue Neelie Kroes ha sottolineato che l’Europa deve sfruttare lo sviluppo del 5G per recuperare terreno nel settore delle tecnologie mobili, di cui è stata pioniera con l’invenzione dello standard GSM, attualmente usato dall’80% delle reti mobili (Leggi articolo Key4biz).

Per fare dell’Europa la pioniera nelle tecnologie 5G e per fare in modo che questa industria sia basata sulla ricerca condotta in Europa e dia lavoro ai cittadini europei, la Commissione ha stanziato 50 milioni di euro.

In totale, nel periodo 2007-2013, la Ue avrà destinato più di 700 milioni di euro alla ricerca sulle reti del futuro, di cui la metà per le tecnologie mobili e il 4G.

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