Italia
La base d’asta per la gara delle frequenze in digitale terrestre dovrebbe partire da 100 milioni di euro e non da 240 milioni come si era ipotizzato subito dopo l’approvazione del provvedimento da parte dell’Agcom (Leggi Articolo Key4biz).
Secondo alcuni osservatori, dal Regolamento si dedurrebbe che il prezzo di partenza dei tre lotti di frequenze (L1, L2, L3), oscillerebbe fra i 30 e i 36 milioni di euro ciascuno contro gli 80 milioni che si supponeva inizialmente.
Ieri, intanto, la Commissione Ue ha precisato che le presunte ‘preoccupazioni’ espresse dall’esecutivo europeo su alcune questioni relative alle regole sull’asta fanno riferimento solo alla bozza, in quanto gli uffici europei non hanno ancora ricevuto la versione finale dei documenti approvati giovedì scorso dall’Agcom (Leggi Articolo Key4biz).
“Una volta che avremo ricevuto le nuove regole, queste saranno esaminate attentamente per verificare se sono in grado di porre rimedio alle violazioni oggetto delle procedure d’infrazione in corso“, ha spiegato la Ue in una nota sottolineando quindi che “la posizione costante della Commissione è che le regole debbano offrire ai nuovi entranti e alle piccole emittenti una reale opportunità di entrare in modo efficace nel mercato e/o di espandersi sulla piattaforma digitale terrestre in Italia, garantendo al tempo stesso un uso efficiente dello spettro” (Leggi Articolo Key4biz).
Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha fatto sapere che intende definire in tempi brevi il bando di gara per l’asta delle frequenze televisive.
“Ci vogliono tecnicamente 30-40 giorni per il bando e il regolamento – ha indicato Passera – Sicuramente non passeremo la palla avanti“.
All’asta andranno frequenze che compongono tre reti televisive digitali terrestri nazionali con un diritto d’uso ventennale.
Per rispondere all’obiettivo di garantire un maggior grado di concorrenza e pluralismo nella diffusione dei contenuti, come richiesto anche dalla Commissione europea, il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti (L1, L2, L3) ai soli nuovi entranti o piccoli operatori (cioè che detengono un solo multiplex) e per due lotti agli operatori già in possesso di due multiplex; limita a un solo multiplex la partecipazione degli operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento; esclude dalla partecipazione alla gara gli operatori che detengono tre o più multiplex.
In un’ottica di gestione efficiente dello spettro e di sviluppo futuro dei servizi destinati all’LTE, Agcom ha deciso inoltre di escludere dalla gara le frequenze dei lotti U di durata quinquennale previsti nel primo schema di provvedimento.
Per maggiori informazioni: