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Cinema: stabile la produzione italiana, ma in crisi i botteghini. Speranze da tax credit e Tv

Italia


Il cinema italiano è alle prese con un “grande cambiamento”, dovuto principalmente alla trasformazione del sistema di fruizione delle opere cinematografiche e alla crisi economica generale. E’ quanto emerso oggi alla conferenza stampa al Collegio Romano, dove la Direzione Generale Cinema del MiBAC e l’ANICA hanno presentato l’analisi dei dati 2012 del settore.

 

Il presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi, ha chiesto al governo tre interventi urgenti per salvare il cinema.

La prima richiesta riguarda il tax credit che scade a fine anno, ma che l’associazione chiede di “rinnovare subito” per non far fuggire gli investitori e consentire la programmazione; la seconda, rivolta in particolare al ministero dello Sviluppo economico, un aiuto per completare la digitalizzazione delle sale, “servono 5 milioni di euro per aiutare il passaggio al digitale di 800-1000 sale di profondità”; la terza, “che venga inserito nel provvedimento per pagare i debiti della pubblica amministrazione anche il pagamento dei contributi arretrati sugli incassi circa 70 milioni di euro che lo Stato deve alle imprese del cinema“. Su questo ultimo punto in particolare “è importante che il ministero dei beni culturali – ha sottolineato Tozzi – e quello dello Sviluppo diano un segnale al Parlamento“.

 

Gli 87 milioni di euro di agevolazioni fiscali utilizzati dai 79 film italiani che nel 2012 hanno usufruito della normativa per il tax credit, sono stati la vera leva su cui ha fatto conto la produzione italiana del 2012.  Per i 166 film di nazionalità italiana prodotti in totale nel 2012, infatti, sono stati investiti 337 milioni di euro, con un incremento dell’1,07% rispetto all’anno precedente, che in tempi di crisi economica conclamata, dimostrano una sostanziale tenuta del settore per quanto riguarda il versante finanziario della produzione.

 

Il tax credit è stato un volano che ha portato allo sviluppo di un’industria produttiva sana che ha generato valore, dal punto di vista economico e occupazionale non solo per il settore, ma anche per le casse dell’erario.

 

Una ricerca ANICA/LUISS ha stimato che per ogni euro di agevolazione fiscale si genera per lo stato italiano un gettito fiscale successivo di 1,5 euro.

Trentasette i film coprodotti, in maggioranza con paesi francofoni (Francia 20, Belgio 6), con un apporto da parte dell’industria italiana di ben 80 milioni di euro.

Tozzi ha anche sottolineato che sui 75 milioni del Fus che sono destinati al cinema, 25 vanno alla Scuola Nazionale del Cinema, a Cinecittà e alla Biennale di Venezia, per cui “restano soltanto 50 milioni per le produzioni”.

“Abbiamo raggiunto un contributo diretto pubblico troppo basso”, ha quindi riconosciuto il direttore generale per il Cinema del MIBAC, Nicola Borrelli, annunciando che “è probabile che gli investimenti pubblici per la produzione italiana, che sono ammontati a 24,4 milioni nel 2012, diventino ancora più bassi nel 2013“.

“Il Fus cinema non è più gestibile – ha rincarato la dose il presidente della sezione distributori ANICA, Angelo Barbagallo. Se quest’anno non troviamo il modo di mantenere il Fus ai livelli dello scorso anno avremo una situazione veramente pericolosa”. 

I dati negativi vengono dal mercato sala, che dopo aver rilevato un -10% nell’anno 2012 rispetto al 2011, ha registrato un ulteriore decremento di -5% nel primo trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012. E l’aggravante è che a farne le spese è principalmente il cinema di nazionalità italiana, il quale, pur mantenendo una quota di mercato ragguardevole (33%), subisce una flessione rispetto al trimestre 2012 (41%).

 

Dati contraddittori per quanto riguarda la programmazione del cinema italiano in televisione.

Nelle 7 principali reti nazionali generaliste si riscontra un aumento della programmazione di cinema italiano (+264 titoli), con una migliore programmazione anche in prima serata, con i maggiori incrementi da parte di Canale 5 (+12) e RaiTre (+11). Quasi inesistente, anche quest’anno la presenza di titoli italiani in prima serata su RaiUno (6) e RaiDue (2).

 

Diminuisce la programmazione di film sui canali satellitari, con 767 passaggi in meno nel 2012 sui 53.000 totali del 2011(-1,45%), e soprattutto diminuiscono i titoli unici sia nel complesso, con 110 titoli programmati in meno (2.723 nel 2012 vs 2868 nel 2011), sia nello specifico, con ben 48 film di nazionalità italiana in meno (647 vs i 695 del 2011).

 

Nello scenario televisivo dell’anno in corso avrà ripercussioni l’applicazione dal 1° luglio 2013 del decreto sulle quote di cinema in tv emanato agli inizi di quest’anno dal MiBAC e dal MiSE (Leggi Articolo Key4biz).

 

Per maggiori informazioni:

Tutti i numeri del cinema italiano – Anno 2012

Direzione Generale per il Cinema del MIBAC e ANICA

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