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Telecom Italia: il ruolo di Telefonica centrale nella prossima assemblea. Conflitto di interessi?

Italia


In attesa di conoscere, tra almeno 2-3 settimane, quale sarà il risultato delle valutazioni del ‘comitato ristretto’ guidato da Franco Bernabè in merito all’integrazione di 3 Italia e alla proposta di Hutchison Whampoa di acquisire il 29,9% della società, i riflettori sono puntati sulla prossima assemblea Telecom Italia di mercoledì 17 aprile.

 

L’assemblea di mercoledì sarà un nuovo importante appuntamento per ‘testare’ il mood degli azionisti e cominciare a tratteggiare il futuro della società telefonica italiana. Sono in molti a ritenere che la carta ‘Hutchison’ possa giocare un ruolo tattico importante nell’azione di Bernabè – il cui mandato alla guida del gruppo scade il prossimo anno – per dimostrare che le riserve sulla sua gestione possono essere trasformate in possibili scelte di sviluppo  e che i suoi legami con Li Ka-Shing potrebbero essere, in ultima analisi, una sponda importante per l’azienda.

 

Così come molti si domandano perchè sia concesso a Telefonica di dettare legge sull’ingresso di un nuovo socio senza che l’azienda spagnola sia disposta a mettere mani al portafogli – come intende fare, invece, Li Ka-Shing – per lanciare un’OPA.

Ma il fatto stesso che nel comitato ristretto che avrà l’ultima parola sul dossier sia presente anche Julio Linares la dice lunga sulle probabilità che si possa giungere a un via libera all’integrazione di 3.

 

Hutchison, del resto, ha dimostrato di avere la volontà e la liquidità per investire: in 10 anni ha investito nel nostro paese circa 10 miliardi di euro e, per di più, conta una presenza globale cui si andrebbero ad aggiungere, come unico tassello mancante, le attività di Telecom Italia in Sud America.

 

Proprio per fugare i timori riguardo alla centralità strategica della rete e alla permanenza nazionale che la società avrebbe deciso di di dare mandato al management a definire il percorso operativo di fattibilità per la separazione della rete di accesso.

 

Una condizione, questa, considerata fondamentale per agevolare l’ingresso di Hutchison nella scatola di controllo di Telecom Italia, ma che richiede un sostegno politico difficilmente ipotizzabile oggi anche alla luce della quanto mai incerta situazione politica del Paese.

 

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