Frequenze Tv, Corrado Passera: 30-40 giorni per l’asta. ‘Dall’LTE introiti miliardari per lo Stato’

di Alessandra Talarico |

La Ue, intanto, chiarisce di non aver ancora preso visione delle nuove regole e che, appena le avrà ricevute, ‘saranno esaminate attentamente per verificare se sono in grado di porre rimedio alle violazioni oggetto delle procedure di infrazione in corso’.

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Corrado Passera

È passata nel campo del Ministero dello Sviluppo economico la palla sulle nuove regole per l’asta delle frequenze Tv approvate ieri dall’Agcom (Leggi articolo Key4biz). Spetta infatti al dicastero di Corrado Passera il compito di approvare il bando di gara e di gestire la procedura, come previsto dalla legge n. 44 del 2012.

Il Mise metterà “subito in moto le procedure per completare l’asta”, ha assicurato stamani il Ministro Passera intervenendo al programma radiofonico ‘Radio Anch’io’.

“Noi da oggi lavoreremo a questo progetto. Ci vogliono tecnicamente 30-40 giorni per il bando e il regolamento. Sicuramente non passeremo la palla avanti”, ha aggiunto, rispondendo indirettamente alle affermazioni rese dal Presidente Agcom Angelo Cardani che – dalle pagine de La Repubblica – ha affermato che vista l’importanza dell’asta e la delicatezza del momento politico, “Passera potrebbe lasciare la pratica al suo successore, al nuovo Governo”.

 

Le ‘novità’ del provvedimento: innanzitutto i lotti messi a gara non saranno più sei ma tre. Sono stati infatti esclusi quelli della banda 700 Mhz, (i lotti U1, U2, U3), ossia le frequenze più pregiate, che avevano un diritto d’uso per cinque anni, in quanto la banda 700 MHz dovrà essere ripianificata, per consentirne l’uso agli operatori tlc, così come stabilito anche in sede ITU, per i servizi di banda larga mobile.

Altro tassello importante del provvedimento, l’esclusione dei ‘big’, ossia Rai, Mediaset e Telecom Italia Media: le prime due possiedono già 4 multiplex; TI Media ne ha 3.

Sky potrà concorrere per un solo lotto, mentre per tutti e tre i lotti potranno concorrere i nuovi editori che non possiedono neanche un ripetitore o gli operatori già in possesso di due multiplex.

 

Per il presidente Cardani il regolamento approvato ieri “riporta ordine nel presente” e permette di immaginare “una pianificazione virtuosa delle frequenze fino al 2020″.

In un’intervista a Repubblica, Cardani ha comunque definito ‘possibile’ uno scenario in cui i big, in sostanza, messi fuori dalla porta potrebbero rientrare dalla finestra, ossia acquisendo una da un terzo che l’acquisterebbe all’asta solo per rivenderla.

Una simile operazione, afferma Cardani, “sarebbe lecita, almeno fino a quando il Parlamento non stabilirà con una legge un limite a 4 reti”.

 

Il Consigliere Agcom Maurizio Dècina, che insieme ad Antonio Martusciello è stato relatore del dossier, sottolinea invece che l’importanza del provvedimento risiede in tre punti fondamentali: innanzitutto perchè, come chiesto dalla Commissione europea, permetterà ad almeno tre nuovi entranti di accedere al mercato. Poi perchè lascia tre lotti a disposizione dei servizi mobili di nuova generazione, e infine perchè migliorerà l’efficienza e la valorizzazione dello spettro, che – va ricordato – è un patrimonio pubblico ed estremamente prezioso.

 

Per quanto riguarda infine i proventi attesi dall’asta, secondo Cardani non è inverosimile ipotizzare 4 milioni annui per ogni rete in vendita, per i vent’anni della concessione.

“Abbiamo messo in campo tre diverse metodologie di calcolo tutte convergono più o meno su una stessa forbice di valori”, ha affermato.

Che dall’asta non arriveranno grossi incassi, lo aveva anticipato già Passera, secondo cui, “Nell’immediato quello che vendiamo non darà grandi proventi, ma poi le frequenze serviranno per i servizi LTE e quindi porteranno miliardi”.

Concetto che il Ministro ha ribadito anche stamani, sottolineando ai microfoni di Radio Anch’io che “la decisione di liberare le frequenze per la prossima generazione di telefoni cellulari, quella sì porterà a miliardi per le scasse per lo Stato”.

 

Sul tema dell’asta delle frequenze di banda 700 Mhz è intervenuto anche l’ad di Wind, Maximo Ibarra che, pur sottolineando l’importanza di questa risorsa e della decisione dell’Agcom di metterle a gara in futuro per i servizi di telefonia di nuovissima generazione, ribadisce che “…non si può chiedere agli operatori di continuare ad investire somme importanti per le frequenze e contemporaneamente per far fronte alla crescita del traffico dati sulla rete”.

Secondo Ibarra bisogna dunque “rivedere la regolamentazione” e “non bisogna avere le stesse aspettative di qualche anno fa”.

 

Arriva intanto il chiarimento della Commissione europea riguardo le presunte ‘preoccupazioni’ espresse dall’esecutivo su alcune questioni relative alle regole sull’asta e, in particolare “sulla qualità dei lotti”.

La Commissione fa sapere di non aver ancora ricevuto la versione finale dei documenti approvati ieri e che, pertanto, le preoccupazioni espresse dal portavoce del Commissario Antitrust Joaquin Almunia fanno riferimento alla bozza per la quale è stato chiesto il parere dell’esecutivo.

“Una volta che avremo ricevuto le nuove regole, queste saranno esaminate attentamente per verificare se sono in grado di porre rimedio alle violazioni oggetto delle procedure di infrazione in corso”, spiega la Ue in una nota sottolineando quindi che “la posizione costante della Commissione è che le regole debbano offrire ai nuovi entranti ​​e alle piccole emittenti una reale opportunità di entrare in modo efficace nel mercato e/o di espandersi sulla piattaforma digitale terrestre in Italia, garantendo al tempo stesso un uso efficiente dello spettro”.

 

Fonti interne dell’Agcom fanno sapere che la documentazione inviata all’esecutivo ottempera pienamente le richieste formulate dalla Commissione.

 

Ricordiamo che nel 2006 la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione, mai chiusa, per l’insufficienza di spazio riservato ai nuovi entranti con il passaggio dal sistema analogico a quello digitale.

 

A punto questo si attende il completamento delle procedure in corso.

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