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Ampio e approfondito confronto, quello ospitato oggi all’Auditorium dell’AGCM, dedicato alla presentazione del libro di Augusto Preta, direttore generale di ITMedia Consulting, ‘Televisione e Mercati Rilevanti‘.
Prendendo spunto dall’opera di Preta, il Convegno ha permesso di aprire un interessante dibattitto, coinvolgendo i maggiori esperti e le imprese del settore su un tema così importante, con l’obiettivo di fornire elementi concreti e spunti di riflessione che possano consentire ad Autorità antitrust e di regolamentazione di aggiornare modelli interpretativi e sviluppare chiavi di lettura in materia di mercati rilevanti adeguati alla complessità e velocità dei mutamenti in atto nel settore.
Aprendo la prima parte dei lavori, Salvatore Rebecchini dell’Antitrust ha sottolineato la necessità di ridefinire il concetto di ‘mercato rilevante’, alla luce dei nuovi scenari e del mutato panorama televisivo.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto, che Preta s’è soffermato presentando il suo lavoro, spiegando come il settore radiotelevisivo sia oggi sempre più complesso, per via delle trasformazioni dovute al processo di digitalizzazione e alla convergenza dei media.
“E’ utile – ha sottolineato l’autore – fornire alle Autorità competenti come l’Antitrust un quadro teorico aggiornato, che risponda dei cambiamenti del settore. Mentre dieci anni fa il mercato era dominato dal sistema analogico e la pubblicità rappresentava il 60% dei ricavi, nel 2012 quest’ultima rappresenta il 45% del mercato e il DTT ha sostituito il sistema analogico favorendo il processo di tematizzazione e personalizzazione dei canali, determinando diverse abitudini di consumo”.
“Oggi – ha detto ancora Preta – possiamo interpretare le dinamiche del settore attraverso teorie economiche come quella del mercato a due o più versanti, per cui la domanda è influenzata dall’interazione di due o più gruppi di soggetti, in questo caso fornitori di contenuti, utilizzatori e investitori”.
Preta ha indicato che la forte integrazione esistente tra settori contigui e l’evoluzione tecnologica in atto da oltre un decennio (TV digitale, internet, convergenza nei mercati delle comunicazioni elettroniche) sta mettendo in discussione la ripartizione tradizionale del mercato rilevante nel settore televisivo.
Inoltre i più recenti contributi della teoria economica (mercati a due o più versanti) favoriscono una migliore interpretazione delle dinamiche relative a settori complessi e caratterizzati da un elevato livello d’innovazione.
E’ proprio dall’analisi economica degli ultimi 10 anni che è partito l’intervento di Michele Polo dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, per il quale le televisioni sono piattaforme e mercati a più versanti, che mettono in relazione più categorie di soggetti: “Da un lato le fonti di ricavo, quindi i telespettatori e gli inserzionisti pubblicitari, dall’altro i fornitori di contenuti“.
Su queste premesse, Polo ha indicato due percorsi possibili: “E’ necessario che l’Antitrust riveda la definizione di mercato rilevante guardando ai due versanti dove si generano ricavi e che l’Autorità di regolamentazione si soffermi sulle ragioni della persistente concentrazione dovuta alle ragioni economiche derivanti dall’interazione con i fornitori di contenuti”.
L’intervento di Gian Michele Roberti, professore di Diritto internazionale a “La Sapienza” di Roma, s’è concentrato sugli aspetti giuridici legati ai mercati rilevanti.
“Per interpretare la fase di mutamento – ha osservato Roberti – è necessario tener conto dei fenomeni di concentrazione all’interno del mercato pay, delle posizioni dominanti circa l’acquisizione dei contenuti e delle condotte di accesso ai servizi tecnici e alla programmazione”.
Mario Siragusa, partner di Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP, si è invece soffermato sull’importanza dell’analisi empirica e dei dati per trovare il miglior modo di applicare il diritto alla concorrenza.
“Sono tre gli strumenti principali – ha dichiarato Siragusa – per affrontare il cambiamento della tv: la ridefinizione del concetto di catena di sostituzione introdotto dall’ibridazione dell’offerta televisiva, la definizione asimmetrica di mercato televisivo e l’analisi degli effetti concorrenziali”.
Marco Mele, giornalista de IlSole24Ore, ha introdotto il secondo tavolo di discussione, dedicato alle imprese.
Marinella Soldi, amministratore delegato di Discovery Italia e General Manager Southern Europe di Discovery Communications, è partita proprio dal caso della propria azienda, una realtà multipiattaforma con sei canali free-to-air e sei a pagamento.
“Il successo di Discovery – ha spiegato la Soldi – è frutto della produzione di una pipeline di contenuti, che ha colto l’occasione dell’abbassamento delle barriere d’ingresso al mercato. La nostra forza sta nel costruire canali come veri e propri brand, dove il consumatore sa che troverà ciò che gli piace“.
L’intervento della Soldi si è concluso con un monito: “La nuova regolamentazione LCN determinerà l’arrivo di altri 20 canali a livello nazionale, è fondamentale capire la sostenibilità del business in relazione allo share”.
Stefano Parisi, presidente di Chili, ha dapprima sottolineato il problema della pirateria e la sua incidenza sui modelli di business attuali, per poi fornire una riflessione su tutti i player della filiera: “Serve un cambiamento di mentalità, che permetta di ragionare in modo dinamico sull’evoluzione dei mercati. Oggi la competition non è più nazionale e il problema delle posizioni dominanti è di portata globale”.
“Le nuove reti di distribuzione rappresentano grandi opportunità per i content provider – ha precisato Parisi – tanto che i broadcaster più importanti iniziano a guardare a VOD e Internet come potenziali mercati”. (Leggi Articolo Key4biz)
Sul tema della regolamentazione s’è soffermata anche Gina Nieri del Cda di Mediaset, argomentando: “Ci troviamo di fronte alla necessità di un cambiamento di approccio ai contenuti, che provengono sempre più da piattaforme differenti. Non possiamo più parlare di un mercato della televisione, ma di un mercato di fruizione dei contenuti”.
Passaggio della Nieri sulle nuove richieste dei telespettatori che chiedono una fruizione anything, anywhere, anytime (ATAWAT).
“Per tutelare la competitività del mercato – ha concluso la Nieri – è opportuno che il sistema di regolamentazione tenga conto di tutti i provider e di tutti gli attori presenti nella filiera dell’offerta dei contenuti video”.
Dopo la Nieri ha preso la parola l’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, per osservare come consumatori e operatori riescano a stare al passo con un mercato in continuo e rapido cambiamento.
“L’accesso al servizio oggi non è più un problema – ha commentato Zappia – la sfida per gli operatori sarà sempre più centrata sull’utente e su uno spettro sempre più ampio di selezione. L’aspetto della competition oggi vede tempi di entrata nel mercato più rapidi e modelli operativi sempre più snelli”.
Zappia ha, infine, tracciato una serie di punti su cui poter orientare il percorso d’innovazione del settore: “Occorre mettersi alle spalle la segmentazione tra mercato free e mercato pay; regolamentare la fruizione di contenuti sia dal lato dell’offerta che della domanda per sostenere anche l’industria della creatività; dare priorità al level playing field; affrontare il problema del sistema della misurazione degli ascolti e degli indicatori che perdono significatività statistica a causa della logica di fruizione dell’ATAWAT”.
I lavori si sono chiusi con l’intervento del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, che ha evidenziato l’importanza della tutela della concorrenza e dei diritti per imprese e cittadini all’interno del settore radiotelevisivo: “Noi legislatori siamo sempre al passo con gli eventi”.
Cardani ha poi annunciato che entro l’estate, l’Autorità adotterà il provvedimento sulla questione del diritto d’autore online.
“L’attività dell’Agcom – ha ribadito il presidente – da anni prende in esame il ruolo di Internet, che già con la delibera 555 del 2010 viene considerato a pieno titolo la terza fonte di informazione per i cittadini”. Cardani ha concluso l’intervento, sottolineando gli impegni dell’Agcom su due fronti: favorire le condizioni di competizione infrastrutturale infra-piattaforma e intra-piattaforma e l’empowerment conoscitivo della concorrenza nella filiera.